I pirati della Postumia sono due deejay
FONTANIVA. «Pensavamo fosse un animale, per questo non ci siamo fermati sentendo la botta». Così si sono giustificati domenica sera, costituendosi ai carabinieri, i due pirati di Fontaniva che all'alba dell'altro ieri hanno travolto lungo la Sr 53 Postumia Andrea Frandina, 32 anni, che continua a lottare tra la vita e la morte in Rianimazione a Padova. A presentarsi in caserma a Cittadella sono stati due dj, che dopo la lunga notte del sabato stavano rientrando a casa; avevano animato una manifestazione - sulla via del rientro - hanno investito il giovane di Carmignano.
Frandina - che lavora come operaio in un'azienda di Grantorto, la Smurfit Kappa Italia, specializzata in imballaggi - aveva trascorso il sabato sera alla manifestazione "24 ore al centro" a Carmignano. Poco prima delle 4, con un paio di amici, aveva deciso di concedersi il tradizionale panino sul far dell'alba al chiosco di Maurizio, che si piazza da anni all'interno dell'area di servizio Tap, lungo il tratto della Sr 53 Postumia che collega Cittadella a Fontaniva. Al chiosco c'era un'altra compagnia, di San Pietro in Gu. Tra i due gruppetti, per motivi banalissimi, sono volate parole grosse ed è scattata la chiamata ai carabinieri. Proprio mentre gli uomini dell'Arma stavano arrivando, Andrea Frandina, probabilmente insofferente per la piega che aveva preso la serata, si è allontanato a piedi verso Fontaniva, procedendo sul ciglio, contromano. Non ha fatto però nemmeno in tempo a imboccare la strada: la Opel Corsa con i due giovani di Fontaniva l’ha travolto, caricandolo sul cofano, e ha tirato dritto.
Il 32enne ora è ricoverato, in coma farmacologico, all'ospedale di Padova: ha riportato diversi ematomi in testa, fratture al bacino e alle gambe; i medici non hanno ancora sciolto la prognosi, le sue condizioni restano disperate. Ai carabinieri di Cittadella i due giovani musicisti hanno spiegato il loro comportamento irresponsabile dando questa versione dei fatti: «Abbiamo sentito un botto, ma pensavamo si trattasse di un animale, per questo non ci siamo fermati». Sta di fatto che se non si fossero presentati spontaneamente in caserma, di lì a poco sarebbero stati i militari a raggiungerli: nell'impatto con il pedone, il parabrezza della loro auto è andato in frantumi e uno specchietto è rimasto sul luogo dell'incidente; gli uomini dell'Arma erano già riusciti a risalire al modello della vettura e a tracciare un identikit dell'automobilista, il cui volto era stato parzialmente immortalato da una telecamera della zona. Il cerchio stava già per chiudersi e sicuramente le conseguenze avrebbero potuto essere ancora più gravi per gli investitori. Ora entrambi i giovani sono stati denunciati per omissione di soccorso; al guidatore sono state contestate anche le lesioni gravissime e la fuga.
di Silvia Bergamin
da mattinopadova.gelocal.it
Quelli che pensano sempre di avere investito un animale... che andrebbe comunque soccorso. Stoppiamo qui le nostre riflessioni. (ASAPS)