IL DISASTRO DI BARI PONE MOLTI INTERROGATIVI ANCHE PER LA SICUREZZA FERROVIARIA DEL NOSTRO PAESE, TUTTAVIA IL SETTORE FERROVIARIO RIMANE MOLTO PIU’ SICURO DI QUELLO STRADALE.
Fra le vittime identificate anche un Vice Questore Agg. della Polizia di Stato
(ASAPS) Anche per noi, abituati a parlare ogni giorno di tragedie stradali, è molto duro commentare il disastro ferroviario che si è verificato in un caldo 12 luglio in Puglia nella zona di Bari tra Andria e Corato. Un incidente che ha la portata di una tragedia: 23 morti e una cinquantina di feriti, tutti pendolari quindi lavoratori, giovani universitari, qualche turista diretto o proveniente dall’aeroporto di Bari.
Non abbiamo le cognizioni minime per commentare quello che è accaduto, ma pur rischiando di imprigionarci dentro la circonferenza delle banalità ci pare evidente che uno di quei due treni non doveva trovarsi in quel tratto ferroviario a binario unico. Si dovrà capire se si è trattato di errore umano e se è così perché si è potuto verificare, quanti erano i macchinisti? Quali le loro condizioni psicofisiche? E se è stato un errore tecnico come è possibile che possa essere accaduto. Ma il sistema di controllo elettronico quando è partito un treno, in un sistema a binario unico non dovrebbe impedire con un blocco automatico della marcia che ne parta un altro in senso opposto? Ma i treni che percorrono i 16.700 km della rete ferroviaria nazionale non dovrebbero dialogare con le centrali o fra loro, in particolare nei tratti a binario unico? E un’altra domanda, i recenti continui tagli di spesa nei bilanci anche delle ferrovie, con riduzione di personale e di qualifiche tecniche appropriate, in che misura possono avere inciso e possono incidere sui livelli di sicurezza??
Ecco parliamo del binario unico che in quanto tale non dovrebbe per questo essere meno sicuro del doppio binario. Ci sono molte tratte simili in tutta Europa, addirittura abbiamo letto anche qualche linea veloce. Non per questo dovrebbe essere meno sicuro. Certo il doppio binario dà più garanzie e permette transiti di un maggior numero di treni.
Dispiace molto apprendere che anche per quel tratto pugliese era in progetto la costruzione del doppio binario e secondo alcune fonti sembra che esista già un finanziamento per 120 milioni di euro con contributo anche europeo. Solo che da sei anni si stanno aspettando le previste autorizzazioni per la costruzione, rallentate dalla regina dell’antiprogresso e grande nemica della sicurezza: la burocrazia!
Non si dica poi che è la solita Italia perché molte ferrovie di altri paesi sia pubbliche che private hanno tassi di sinistrosità più elevati di quelli del nostro Paese, ma questo incidente ci farà ora scivolare in basso nella classifica europea della sicurezza ferroviaria.
Siamo sicuri che dopo questa tragedia forse qualcosa si muoverà, ma ormai è fin troppo tardi.
Nella calura di quella piana barese è calato il silenzio interrotto solo dai rumori dei divaricatori e dalle fiamme ossidriche dei Vigili del Fuoco e dalle ambulanze che tentavano di districarsi nel dedalo di ulivi in mezzo al canto delle indifferenti cicale, insensibili ad ogni tragedia, mentre i soccorritori, i Vigili del Fuoco, i sanitari le forze di polizia avevano il groppo e la povere nella gola.
Intanto molta gente correva al pronto soccorso a donare il sangue per i tanti feriti, come sempre l’Italia migliore.
Alle famiglie delle vittime, fra le quali purtroppo c’è anche il vice questore aggiunto Fulvio Schinzari, e a quelle dei feriti tutta la nostra inutile ma sincera solidarietà.
Giordano Biserni
Presidente ASAPS
Riflessioni semplici per un disastro questa volta ferroviario, dove fino ad oggi eravamo fra i primi in Europa come livelli di sicurezza e ora...? Cosa è accaduto? Cosa non ha funzionato? (ASAPS)