Napoli, contromano in Tangenziale: Mormile condannato a venti anni
A un anno dal terribile incidente sulla tangenziale di Napoli arriva la sentenza: condanna a venti anni - in rito abbreviato - per Aniello Mormile. Il giudice Rosa De Ruggero accoglie la richiesta del pm Prisco, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso: il 29enne era lucido e fu omicidio volontario.
I fatti risalgono alla notte tra il 24 e il 25 luglio 2015, dopo una serata in un locale di Pozzuoli, dove Nello Mormile aveva tenuto un dj set, il ragazzo torna a casa. Con lui in auto c'è Livia Barbato,la sua fidanzata. I due hanno bevuto diversi drink. Alle 4.41, poco dopo lo svincolo Fuorigrotta della Tangenziale in direzione Pozzuoli, la Clio, guidata da Mormile, dopo un'inversione di marcia e dopo aver percorso la tangenziale di Napoli contromano, si schianta contro l'automobile di Aniello Miranda, quarantottenne di Torre del Greco che stava andando al lavoro. Nell'incidente muoiono Miranda e Livia Barbato.
Tensione in aula: i parenti di Miranda urlano e offendo l'imputato dopo la lettura del dispositivo. La scelta del rito abbreviato ha consentito all’imputato di ottenere uno “sconto” di un terzo della pena, a cui però i parenti del quarantottenne di Torre del Greco hanno reagito male.
La tesi sostenuta nell'arringa difensiva dei legali di Aniello Mormile è sempre stata quella dell'omicidio colposo: "Quando fece quella manovra folle e la corsa contromano, non era in sé - sostengono i suoi legali difeso da Gaetano Porto e Gaetano Baccari - e non poteva rendersi conto del pericolo a cui andava incontro proprio per la grande quantità di alcol assunto. Nessuna volontarietà, quindi, né dolo eventuale: il capo di imputazione va riqualificato in duplice omicidio colposo".
>Contromano in tangenziale, in un video 3d la ricostruzione dell'incidente
Il primo giugno il pm Salvatore Prisco aveva chiesto la condanna a vent'anni di reclusione per Aniello Mormile. Secondo l'autopsia Livia addirittura era sveglia quando c'è stato l'impatto. Oggi il gup accoglie in pieno la tesi dell'accusa.
La famiglia di Livia Barbato, assistita dall'avvocato Andrea Raguzzino, ha semrpe chiesto ad Aniello Mormile la verità. "Solo lui ci può dire cosa è accaduto e perchè", ha sempre ripetuto il papà, Gianfranco Barbato, che prima che giustizia chiede verità per trovare una ragione in questa terribile vicenda.
di Cristina Zagaria
da repubblica.it
20 ANNI PER MORMILE, OMICIDIO VOLONTARIO. IL DJ UN ANNO FA, UBRIACO ALLA GUIDA, AVEVA FATTO UNA INVERSIONE DI MARCIA NELLA TANGENZIALE DI NAPOLI E AVEVA PERCORSO UN TRATTO CONTROMANO, POI LO SCHIANTO CHE UCCISE LA SUA FIDANZATA E UN ALTRO SVENTURATO AUTOMOBILISTA. UN BRUTTISSIMO INCIDENTE, UNA CONDANNA GIUSTA. (ASAPS)