Giudici
di Pace: lo sfogo e l’amarezza
di due operatori di Polizia
|
Gentile
redazione del Centauro,
chi vi scrive sono un sempre più sfiduciato Ispettore di
Polizia Municipale ed un Agente Scelto. Perché sfiduciati?
È presto detto. Anche oggi sono di ritorno da un’udienza
dal giudice di pace, scusate il minuscolo ma proprio non mi riesce
di considerare questa categoria con la maiuscola, udienza persa
anche se ancora non ne comprendo il motivo.
La controparte è un eminente avvocato che lavora per varie
assicurazioni e, quindi, è spesso dai g.d.p. Nel corso del
dibattimento ho più volte sottolineato che l’infrazione
è stata commessa ed accertata "de visu" ma il giudice
nemmeno mi ascoltava, ho affermato che il ricorso per questi motivi
era già stato rigettato, nonostante l’audizione del
trasgressore, anche dal Prefetto, ma a nulle sono valse le mie ragioni.
Sono stato ascoltato come teste, essendo anche firmatario del verbale,
ho confermato che l’avvocato è passato con il semaforo
rosso e che quanto da noi verbalizzato gode di fede privilegiata
fino a querela di falso (che tengo a precisare non è stata
proposta), ma a nulla è servito. L’avvocato ha presentato
un’ulteriore memoria ed il sottoscritto ha chiesto termine
per confutare le affermazioni dello stesso ma la controparte ha
rinunciato al deposito, in linea teorica perché poi è
stata comunque inserita nel fascicolo ed il giudice se l’è
letta per bene prima di emettere la sentenza in cui ha affermato
semplicemente che accoglie il ricorso senza precisare le motivazioni
(attenderò il dispositivo completo). Vorrei precisare che
presso gli uffici del giudice di pace della nostra città
siamo ormai avvezzi a decisioni di questo genere, nel passato abbiamo
visto nell’ordine:
- annullare un verbale della Polstrada elevato ad un camionista
croato per inversione di marcia in autostrada perché redatto
solo in lingua italiana;
- annullare un verbale della Polstrada per guida in stato di ebbrezza
(valore alcolico 2.2) perché la pattuglia ha affermato che
si trattava di un controllo a campione, senza valutare la pericolosità
di un ubriaco alla guida e soprattutto senza tenere conto di un
regolamento che allora vietava la guida con un limite superiore
a 0.8;
- annullare un verbale del Comando a cui mi pregio di appartenere
perché il valore etilico rilevato 0.58 poteva essere provocato
da diabete o colesterolo alto, ovviamente non supportato da alcun
certificato medico, anche in virtù del fatto che anche in
udienza il trasgressore era di colorito rosso (il fatto che puzzasse
di vino il giudice non l’ha rilevato ma sono certo che se sottoposto
ad etilometro avrebbe dato nuovamente risultato positivo). Ora capirete
la mia sfiducia, sono stato investito ed ho rischiato la stessa
fine almeno altre due volte, per poi sentirmi dire che dobbiamo
essere più visibili per garantire una maggiore sicurezza,
a che pro visti i risultati con questa categoria di persone?
Un’ultima chicca: oggi un altro giudice di pace, sempre della
città dove lavoriamo, gongolava nel dire di aver trovato
un cavillo giuridico per archiviare tutti gli accertamenti effettuati
con il Telelaser. Cosa ne pensate? È possibile che nessuno
spieghi ai politici come effettivamente stanno le cose dopo i loro
tentativi di arginare la guerriglia che tutti i giorni vediamo sulle
strade? Tutti si preoccupano della sicurezza negli esodi e nei week-end
ma poi?.
Lettera
firmata
|
|
Treviso
- Mamma Caterina ci racconta la cronaca del torneo di calcio dedicato al
suo Giovanni |
Gentile
dott. Biserni,
finalmente, ad un mese dal nostro incontro al CAPS di Cesena, posso esternarle
tutto il mio “grazie” per due motivi: il primo per averci “voluto”
presenti all’incontro con il Card. Esilio Tonini - e sono gli incontri
che prediligo perché ricchi di “memoria vera” per i nostri
cari -.
Il secondo motivo, perché ho potuto constatare, ancora una volta,
come tutto il vostro operare, il vostro organizzare, i vostri interventi
siano fatti “col cuore”.
Il ritardo nell’esprimerle questi miei sentimenti è stato
causato dal fatto che c’era in programma il 9° torneo di calcio
in memoria di Giovanni e, come madrina, mi ha impegnato non poco…
Comunque, allora, promisi – non ricordo se al sig. Corvino o al sig.
Rocchi – di inviarvi la cronaca. Approfitto per inviarla a lei, dott.
Biserni.
Detto torneo di calcio si rinnova ormai da nove anni, tanti quanti dalla
dipartita in cielo di Giovanni (Menegazzi Ndr).
Si confrontano i colleghi della Stradale di VE con gli amici del Quartiere
Baiocco di Mogliano Veneto. Gli Stradalini non hanno mai vinto però,
tant’è che abbiamo dovuto inventare un premio particolare:
una coppa per la squadra che incassa più goals!
Lo scorso anno erano riusciti in finalissima ed io mi ero permessa di
incitare il portiere ma, una voce alle mie spalle mi bloccò, ricordandomi
che non potevo essere di parte e per l’ottava volta persero. Anche
questo anno arrivarono in finalissima e quando il punteggio era 4 a 3
ho chiesto al pubblico se potevo tifare: ce l’hanno fatta! L’emozione
di questa vittoria fu fortissima. Volai in campo e fu un abbraccio strettissimo
tra lacrime di gioia e di commozione.
Finalmente ho potuto consegnare loro il trofeo, che ora rimarrà
esposto nella caserma intestata a Giovanni, fino al prossimo anno e, finalmente
ancora, l’anno prossimo disputeranno il 10° torneo, indossando
la maglia di Giovanni (come si vede dalla foto che allego). Mentre i due
capitani se la scambiavano, mi è venuta spontanea una piccola rima:
“Finalmente dopo dieci anni, indosserete la maglia di Giovanni!”.
Un altro fatto mi ha sorpreso quando il Comandante dott. A. Migliozzi
mi consegnò una medaglia d’argento da parte del Capo della
Polizia per “gratitudine a Giovanni Menegazzi”. La ringrazio,
dott. Biserni carissimo, per aver avuto la pazienza di leggere questi
sentimenti di mamma che, pur vivendo i suoi giorni nel dolore più
grande del mondo, si sente forte perché crede nella “comunione
dei Santi”, cioè che loro sono qui con noi, più di
prima e meglio di prima, per aiutarci e per proteggerci. Mi permetta un
affettuoso abbraccio di mamma.
Caterina (Franzai).
P.S.: Una forte stretta di mano ai suoi meravigliosi collaboratori.
|
Ivan
Piraccini attraverso il sito Asaps e il Centauro ringrazia quanti hanno
partecipato al suo dolore |
Gentile
presidente,
affinché ne dia notizia attraverso il periodico dell’Associazione,
le segnalo che in occasione del 152° anniversario della Fondazione
del Corpo, celebrato anche nella nostra provincia, al personale della
Sottosezione Polizia Stradale di Montecatini sono state concesse ben venti
ricompense, su un organico di appena quaranta persone, per operazioni
di Polizia Giudiziaria, Nel sottolineare quindi come gli uomini e le donne
della Polizia Stradale sappiano cogliere importanti risultati anche in
tale settore, devo però constatare, con qualche punta di amarezza
e comunque senza alcuna polemica, come l’attività di Polizia
Stradale, che è fonte di non meno sacrificio e rischio, raramente
dà luogo alla concessione di una qualche forma di ricompensa. Ritengo
per questo encomiabile l’apprezzamento che le competenti Autorità
preposte, il Questore di Pistoia, il dirigente della Sezione Polizia Stradale
della stessa città, Dr.ssa Rita Palladino, ed il nostro Comandante
la Sottosezione di Montecatini, Sostituto Commissario Giuseppe Franco,
hanno saputo dare all’opera svolta dagli uomini e donne della Polizia
Stradale di Montecatini.
L’attribuzione, quest’anno, della Medaglia d’Oro al Merito
Civile alla Bandiera della Polizia di Stato per la Sicurezza Stradale,
spero sia il segno di una inversione di tendenza che per il futuro si
estenderà al personale tutto.
Viva la Polizia Stradale.
Ivan
Piraccini
Ispettore Capo della Polizia di Stato
presso C.A.P.S. Cesena
|
Un
ringraziamento per la solerzia, cortesia
e competenza di una Pattuglia della Polizia Stradale sulla E45 |
Come
cittadino ed utente della strada mi sento in dovere e al contempo
sono lieto di portare all’attenzione della sua bella e doviziosa
rivista un episodio a me capitato il mese scorso.
Il giorno 13 giugno 2004, alla guida di un camper insieme alla mia
famiglia, ero in viaggio sulla E 45, da Cesena diretto a Roma. Avevo
appena commentato con mia moglie le pessime condizioni della strada
che, vittima di un’ennesima buca, all’altezza dell’uscita
di Sarsina, improvvisamente il mezzo si arrestava. La situazione
mi è apparsa subito estremamente pericolosa, essendo la strada
priva di corsia di emergenza. Dopo pochissimi minuti dalla mia chiamata
al 113 è intervenuta una pattuglia della Polizia Stradale.
Desidero ringraziare pubblicamente l’equipaggio di quella pattuglia,
composto dall’assistente Alberto Bellucci e dall’agente
Alessandro Moroni, in forza alla Sottosezione di Bagno di Romagna,
comandata dal S.Commissario Francesconi. Ha dato prova di grande
professionalità, curando,con tempismo e precisione, la viabilità
in quel tratto di strada estremamente trafficato.
Si è comportata con estrema cortesia e non comune tratto
umano, prodigandosi nel tranquillizzare noi, che eravamo presi da
comprensibile preoccupazione, anche per la presenza a bordo di 4
figli, di cui 3 piccoli.
La pattuglia ha poi provveduto a far intervenire il più vicino
soccorso stradale, non mancando ancora di stupirmi: il meccanico
ha, infatti, confermato in pieno la diagnosi del guasto ipotizzata
dalla Stradale.
Un grazie sentito, quindi, a questi uomini della Polizia che, con
la loro competenza e professionalità, hanno reso gestibile
una situazione che poteva diventare estremamente grave. Mi consenta,
infine, gentile Direttore, una riflessione. Si parla molto di polizia
di prossimità: la necessità che le forze dell’ordine
siano vicine alla gente. Bene, mi sembra che l’operato di questi
uomini ne costituisca un esempio splendido!
I cittadini vogliono un poliziotto amico, presente, preparato, anche
inflessibile quando è necessario, ma che faccia della cortesia
e del tratto umano una sua peculiare caratteristica.
Nel rinnovarle i complimenti per la sua intelligente rivista, la
saluto cordialmente.
Dr.
Gianfelice Bellesini – Roma
|
|
Castelvetrano
(TP): l’ultimo grande gesto d’amore del Sovrintendente Capo Paolo
Aleo |
Dopo
21 giorni di coma, il 26 marzo scorso si è spento, all’ospedale
di Castelveterano, il Sovrintendente Capo Paolo Aleo, classe 1952, sposato
e padre di tre figli.
Una ischemia cerebrale lo aveva colpito alcune settimane prima, non concedendogli
speranze. Al momento dell’arresto cardiaco, seguendo la volontà
sua e della famiglia, sono state espiantate le cornee; un gesto alto d’amore
ed altruismo che ha donato la vista a due persone.
Paolo Aleo era entrato nel Corpo delle Guardie di P.S. nell’anno
1973 e si era sempre distinto, come ricordano sconvolti i colleghi, per
competenza, sensibilità e attaccamento ai valori del lavoro e della
famiglia.
Lascia un vuoto incolmabile ed un gesto di profonda umanità che
non può non far pensare come anche nel dolore sia possibile trovare
uno spiraglio di luce e speranza.
Durante i funerali, resi solenni dalla presenza di numerose autorità,
i colleghi del Distaccamento Polstrada di Castelvetrano, hanno desiderato
salutarlo, un’ultima volta, con queste poche parole:
In ricordo di Paolo
Al nostro caro amico e collega Paolo, vogliamo dedicare questo nostro
ultimo pensiero, perché anche lui avrebbe fatto lo stesso.
Non possiamo fare altro che ricordare i momenti sereni trascorsi e tutte
le volte quando, nei momenti di crisi, riuscivi a darci coraggio e voglia
di continuare.
Sei sempre stato un punto di riferimento per noi, con la tua saggezza
e la ponderatezza nell’affrontare il quotidiano; ci hai dato tanto
sotto tutti i punti di vista, sia professionali che morali.
Vorremmo elencare tutte le tue qualità ma il tempo non basterebbe.
Sicuramente da lassù continuerai a suggerire la giusta via. Vorremmo
solo ricordarti che il tuo amore fraterno rimarrà indelebile nelle
nostre menti, e come fratelli saremo sempre un punto di riferimento per
i tuoi cari..
I
colleghi del Distaccamento
di Castelvetrano
|