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Posta 23/09/2004

SETTEMBRE 2004

Da "il Centauro" n.89 di settembre 2004
Giudici di Pace: lo sfogo e l’amarezza
di due operatori di Polizia

Gentile redazione del Centauro,
chi vi scrive sono un sempre più sfiduciato Ispettore di Polizia Municipale ed un Agente Scelto. Perché sfiduciati? È presto detto. Anche oggi sono di ritorno da un’udienza dal giudice di pace, scusate il minuscolo ma proprio non mi riesce di considerare questa categoria con la maiuscola, udienza persa anche se ancora non ne comprendo il motivo.
La controparte è un eminente avvocato che lavora per varie assicurazioni e, quindi, è spesso dai g.d.p. Nel corso del dibattimento ho più volte sottolineato che l’infrazione è stata commessa ed accertata "de visu" ma il giudice nemmeno mi ascoltava, ho affermato che il ricorso per questi motivi era già stato rigettato, nonostante l’audizione del trasgressore, anche dal Prefetto, ma a nulle sono valse le mie ragioni. Sono stato ascoltato come teste, essendo anche firmatario del verbale, ho confermato che l’avvocato è passato con il semaforo rosso e che quanto da noi verbalizzato gode di fede privilegiata fino a querela di falso (che tengo a precisare non è stata proposta), ma a nulla è servito. L’avvocato ha presentato un’ulteriore memoria ed il sottoscritto ha chiesto termine per confutare le affermazioni dello stesso ma la controparte ha rinunciato al deposito, in linea teorica perché poi è stata comunque inserita nel fascicolo ed il giudice se l’è letta per bene prima di emettere la sentenza in cui ha affermato semplicemente che accoglie il ricorso senza precisare le motivazioni (attenderò il dispositivo completo). Vorrei precisare che presso gli uffici del giudice di pace della nostra città siamo ormai avvezzi a decisioni di questo genere, nel passato abbiamo visto nell’ordine:
- annullare un verbale della Polstrada elevato ad un camionista croato per inversione di marcia in autostrada perché redatto solo in lingua italiana;
- annullare un verbale della Polstrada per guida in stato di ebbrezza (valore alcolico 2.2) perché la pattuglia ha affermato che si trattava di un controllo a campione, senza valutare la pericolosità di un ubriaco alla guida e soprattutto senza tenere conto di un regolamento che allora vietava la guida con un limite superiore a 0.8;
- annullare un verbale del Comando a cui mi pregio di appartenere perché il valore etilico rilevato 0.58 poteva essere provocato da diabete o colesterolo alto, ovviamente non supportato da alcun certificato medico, anche in virtù del fatto che anche in udienza il trasgressore era di colorito rosso (il fatto che puzzasse di vino il giudice non l’ha rilevato ma sono certo che se sottoposto ad etilometro avrebbe dato nuovamente risultato positivo). Ora capirete la mia sfiducia, sono stato investito ed ho rischiato la stessa fine almeno altre due volte, per poi sentirmi dire che dobbiamo essere più visibili per garantire una maggiore sicurezza, a che pro visti i risultati con questa categoria di persone?
Un’ultima chicca: oggi un altro giudice di pace, sempre della città dove lavoriamo, gongolava nel dire di aver trovato un cavillo giuridico per archiviare tutti gli accertamenti effettuati con il Telelaser. Cosa ne pensate? È possibile che nessuno spieghi ai politici come effettivamente stanno le cose dopo i loro tentativi di arginare la guerriglia che tutti i giorni vediamo sulle strade? Tutti si preoccupano della sicurezza negli esodi e nei week-end ma poi?.

Lettera firmata

 

Treviso - Mamma Caterina ci racconta la cronaca del torneo di calcio dedicato al suo Giovanni

Gentile dott. Biserni,
finalmente, ad un mese dal nostro incontro al CAPS di Cesena, posso esternarle tutto il mio “grazie” per due motivi: il primo per averci “voluto” presenti all’incontro con il Card. Esilio Tonini - e sono gli incontri che prediligo perché ricchi di “memoria vera” per i nostri cari -.
Il secondo motivo, perché ho potuto constatare, ancora una volta, come tutto il vostro operare, il vostro organizzare, i vostri interventi siano fatti “col cuore”.
Il ritardo nell’esprimerle questi miei sentimenti è stato causato dal fatto che c’era in programma il 9° torneo di calcio in memoria di Giovanni e, come madrina, mi ha impegnato non poco… Comunque, allora, promisi – non ricordo se al sig. Corvino o al sig. Rocchi – di inviarvi la cronaca. Approfitto per inviarla a lei, dott. Biserni.
Detto torneo di calcio si rinnova ormai da nove anni, tanti quanti dalla dipartita in cielo di Giovanni (Menegazzi Ndr).
Si confrontano i colleghi della Stradale di VE con gli amici del Quartiere Baiocco di Mogliano Veneto. Gli Stradalini non hanno mai vinto però, tant’è che abbiamo dovuto inventare un premio particolare: una coppa per la squadra che incassa più goals!
Lo scorso anno erano riusciti in finalissima ed io mi ero permessa di incitare il portiere ma, una voce alle mie spalle mi bloccò, ricordandomi che non potevo essere di parte e per l’ottava volta persero. Anche questo anno arrivarono in finalissima e quando il punteggio era 4 a 3 ho chiesto al pubblico se potevo tifare: ce l’hanno fatta! L’emozione di questa vittoria fu fortissima. Volai in campo e fu un abbraccio strettissimo tra lacrime di gioia e di commozione.
Finalmente ho potuto consegnare loro il trofeo, che ora rimarrà esposto nella caserma intestata a Giovanni, fino al prossimo anno e, finalmente ancora, l’anno prossimo disputeranno il 10° torneo, indossando la maglia di Giovanni (come si vede dalla foto che allego). Mentre i due capitani se la scambiavano, mi è venuta spontanea una piccola rima: “Finalmente dopo dieci anni, indosserete la maglia di Giovanni!”.
Un altro fatto mi ha sorpreso quando il Comandante dott. A. Migliozzi mi consegnò una medaglia d’argento da parte del Capo della Polizia per “gratitudine a Giovanni Menegazzi”. La ringrazio, dott. Biserni carissimo, per aver avuto la pazienza di leggere questi sentimenti di mamma che, pur vivendo i suoi giorni nel dolore più grande del mondo, si sente forte perché crede nella “comunione dei Santi”, cioè che loro sono qui con noi, più di prima e meglio di prima, per aiutarci e per proteggerci. Mi permetta un affettuoso abbraccio di mamma.
Caterina (Franzai).
P.S.: Una forte stretta di mano ai suoi meravigliosi collaboratori.

 

Ivan Piraccini attraverso il sito Asaps e il Centauro ringrazia quanti hanno partecipato al suo dolore

Gentile presidente,
affinché ne dia notizia attraverso il periodico dell’Associazione, le segnalo che in occasione del 152° anniversario della Fondazione del Corpo, celebrato anche nella nostra provincia, al personale della Sottosezione Polizia Stradale di Montecatini sono state concesse ben venti ricompense, su un organico di appena quaranta persone, per operazioni di Polizia Giudiziaria, Nel sottolineare quindi come gli uomini e le donne della Polizia Stradale sappiano cogliere importanti risultati anche in tale settore, devo però constatare, con qualche punta di amarezza e comunque senza alcuna polemica, come l’attività di Polizia Stradale, che è fonte di non meno sacrificio e rischio, raramente dà luogo alla concessione di una qualche forma di ricompensa. Ritengo per questo encomiabile l’apprezzamento che le competenti Autorità preposte, il Questore di Pistoia, il dirigente della Sezione Polizia Stradale della stessa città, Dr.ssa Rita Palladino, ed il nostro Comandante la Sottosezione di Montecatini, Sostituto Commissario Giuseppe Franco, hanno saputo dare all’opera svolta dagli uomini e donne della Polizia Stradale di Montecatini.
L’attribuzione, quest’anno, della Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Bandiera della Polizia di Stato per la Sicurezza Stradale, spero sia il segno di una inversione di tendenza che per il futuro si estenderà al personale tutto.
Viva la Polizia Stradale.

Ivan Piraccini
Ispettore Capo della Polizia di Stato
presso C.A.P.S. Cesena

Un ringraziamento per la solerzia, cortesia
e competenza di una Pattuglia della Polizia Stradale sulla E45

Come cittadino ed utente della strada mi sento in dovere e al contempo sono lieto di portare all’attenzione della sua bella e doviziosa rivista un episodio a me capitato il mese scorso.
Il giorno 13 giugno 2004, alla guida di un camper insieme alla mia famiglia, ero in viaggio sulla E 45, da Cesena diretto a Roma. Avevo appena commentato con mia moglie le pessime condizioni della strada che, vittima di un’ennesima buca, all’altezza dell’uscita di Sarsina, improvvisamente il mezzo si arrestava. La situazione mi è apparsa subito estremamente pericolosa, essendo la strada priva di corsia di emergenza. Dopo pochissimi minuti dalla mia chiamata al 113 è intervenuta una pattuglia della Polizia Stradale. Desidero ringraziare pubblicamente l’equipaggio di quella pattuglia, composto dall’assistente Alberto Bellucci e dall’agente Alessandro Moroni, in forza alla Sottosezione di Bagno di Romagna, comandata dal S.Commissario Francesconi. Ha dato prova di grande professionalità, curando,con tempismo e precisione, la viabilità in quel tratto di strada estremamente trafficato.
Si è comportata con estrema cortesia e non comune tratto umano, prodigandosi nel tranquillizzare noi, che eravamo presi da comprensibile preoccupazione, anche per la presenza a bordo di 4 figli, di cui 3 piccoli.
La pattuglia ha poi provveduto a far intervenire il più vicino soccorso stradale, non mancando ancora di stupirmi: il meccanico ha, infatti, confermato in pieno la diagnosi del guasto ipotizzata dalla Stradale.
Un grazie sentito, quindi, a questi uomini della Polizia che, con la loro competenza e professionalità, hanno reso gestibile una situazione che poteva diventare estremamente grave. Mi consenta, infine, gentile Direttore, una riflessione. Si parla molto di polizia di prossimità: la necessità che le forze dell’ordine siano vicine alla gente. Bene, mi sembra che l’operato di questi uomini ne costituisca un esempio splendido!
I cittadini vogliono un poliziotto amico, presente, preparato, anche inflessibile quando è necessario, ma che faccia della cortesia e del tratto umano una sua peculiare caratteristica.
Nel rinnovarle i complimenti per la sua intelligente rivista, la saluto cordialmente.

Dr. Gianfelice Bellesini – Roma

 

Castelvetrano (TP): l’ultimo grande gesto d’amore del Sovrintendente Capo Paolo Aleo

Dopo 21 giorni di coma, il 26 marzo scorso si è spento, all’ospedale di Castelveterano, il Sovrintendente Capo Paolo Aleo, classe 1952, sposato e padre di tre figli.
Una ischemia cerebrale lo aveva colpito alcune settimane prima, non concedendogli speranze. Al momento dell’arresto cardiaco, seguendo la volontà sua e della famiglia, sono state espiantate le cornee; un gesto alto d’amore ed altruismo che ha donato la vista a due persone.
Paolo Aleo era entrato nel Corpo delle Guardie di P.S. nell’anno 1973 e si era sempre distinto, come ricordano sconvolti i colleghi, per competenza, sensibilità e attaccamento ai valori del lavoro e della famiglia.
Lascia un vuoto incolmabile ed un gesto di profonda umanità che non può non far pensare come anche nel dolore sia possibile trovare uno spiraglio di luce e speranza.
Durante i funerali, resi solenni dalla presenza di numerose autorità, i colleghi del Distaccamento Polstrada di Castelvetrano, hanno desiderato salutarlo, un’ultima volta, con queste poche parole:
In ricordo di Paolo
Al nostro caro amico e collega Paolo, vogliamo dedicare questo nostro ultimo pensiero, perché anche lui avrebbe fatto lo stesso.
Non possiamo fare altro che ricordare i momenti sereni trascorsi e tutte le volte quando, nei momenti di crisi, riuscivi a darci coraggio e voglia di continuare.
Sei sempre stato un punto di riferimento per noi, con la tua saggezza e la ponderatezza nell’affrontare il quotidiano; ci hai dato tanto sotto tutti i punti di vista, sia professionali che morali.
Vorremmo elencare tutte le tue qualità ma il tempo non basterebbe.
Sicuramente da lassù continuerai a suggerire la giusta via. Vorremmo solo ricordarti che il tuo amore fraterno rimarrà indelebile nelle nostre menti, e come fratelli saremo sempre un punto di riferimento per i tuoi cari..

I colleghi del Distaccamento
di Castelvetrano

Giovedì, 23 Settembre 2004
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