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Notizie brevi 01/08/2016

Alberi assassini? Ci vuole buonsenso

L'inchiesta dell'Asaps pubblicata sull'ultimo numero della rivista Il Centauro inaugura il nuovo osservatorio sugli incidenti stradali con morti e feriti legati alla presenza di piante lungo le strade italiane

Incidenti stradali resi fatali dalla presenza di un albero sul ciglio della carreggiata. Feriti gravi a causa dell’impatto contro un tronco d’albero. Ma anche persone salve proprio grazie alla presenza di quell’albero che ha frenato la corsa dell’auto evitando il peggio. Un argomento controverso questo della presenza degli alberi lungo i tratti stradali italiani che merita una riflessione. E’ quanto hanno fatto all’Asaps, Associazione sostenitori amici polizie stradali, che si batte da anni per la sicurezza sulle nostre strade. Nell’ultimo numero della rivista Il Centauro, Lorenzo Borselli ha condotto un’inchiesta sul fenomeno, poco studiato e poco raccontato dai dati ufficiali. “Il dato Istat – scrive Borselli – classifica gli eventi (e le morti) secondo un protocollo che non tiene conto della differenza tra albero, palo, lampione o cuspide”, così l’Asaps ha colmato questo vuoto istituendo il nuovo osservatorio che ha registrato 127 morti e 255 feriti legati a incidenti stradali con presenza di alberi avvenuti nel 2015.

Numeri importanti che non possono essere ignorati. Le regioni dove gli alberi si sono maggiormente trasformati in nemici sono Veneto, Lombardia e Toscana, ma anche nel resto d’Italia non va meglio. Le uniche regioni con zero incidenti attribuibili alle piante – almeno secondo i dati raccolti finora dall’Asaps – sono Valle d’Aosta e Basilicata. C’è da sottolineare che non è abbattendo tutti gli alberi che costeggiano le strade che si risolve il problema, molto spesso infatti gli incidenti sono dovuti a disattenzione del guidatore, eccesso di velocità, manovre spericolate e condotta errata. Ma non sempre. A volte basta una macchia d’olio, un ostacolo improvviso, un malore o un colpo di sonno a trasformare un polmone verde in un killer. E se l’albero non ci fosse stato siamo sicuri che quella persona ne sarebbe uscita incolume? No. Non abbiamo la dote della chiaroveggenza. Quello che possiamo fare è analizzare i fatti e ipotizzare soluzioni.

E’ innegabile che lungo alcune arterie stradali, la presenza di alberi crei non pochi problemi legati alla sicurezza che vanno oltre l’impatto diretto: basti pensare a strade come ad esempio la trafficatissima Pontina – che vanta il primato di strada tra le più pericolose d’Italia -, dove le radici degli alberi piantati ai lati spaccano l’asfalto creando dossi e dislivelli di non facile riparazione. E non è portando il limite di velocità a 60 km/h che si può azzerare il rischio. Quindi se da un lato gli alberi sono fondamentali – specialmente sulle strade di montagna – e servono a tenere saldo il terreno su cui è costruita la strada, dall’altra andrebbero analizzati caso per caso i suoi utilizzi in ambito stradale e compiuti interventi ad hoc per la messa in sicurezza della carreggiata.

Certo, pensare di avere strade comunali, statali e provinciali con vie di fuga degne di un autodromo sarebbe ridicolo, specie su un territorio come il nostro dove lo spazio a disposizione è poco e alcune strade – costruite tanti, forse troppi anni fa – riescono a malapena a ospitare un doppio senso di marcia. Ma proteggerci dagli alberi utilizzando delle speciali “coperture” che assorbono e deviano l’urto è possibile, anche se non sempre attuabile: “I sistemi che consentono al veicolo che dovesse andarci contro di contenere l’urto, deviandone la corsa, ci sono – spiega Borselli – ma nelle strade a doppio senso di marcia ciò potrebbe rappresentare un aggravio del problema”, in quanto il mezzo deviato proseguirebbe la sua corsa rischiando di coinvolgere altre vetture che arrivano dal senso di marcia opposto aumentando il numero delle vittime. Quindi quello delle “coperture” sui tronchi degli alberi ai lati della strada è un intervento che non sempre può essere adottato per salvare vite.

Vediamo cosa dice la legge in materia di piantumazione stradale: “Il Regolamento di attuazione del CDS – prosegue Borselli – impone ai privati di non piantare alberi fuori dai centri abitati ad una distanza dal confine stradale inferiore alla massima altezza che la pianta potrebbe raggiungere. Con poca lungimiranza, il legislatore che portò nel 1992 all’attuale strumento legislativo, non ha posto alcuna differenza tra autostrade, strade, piste ciclabili e perfino sentieri pedonali, omettendo di far menzione delle alberate extraurbane. La Cassazione ci ha messo una pezza nel 2010 (sentenza n.17601) spiegando che la regola debba essere estesa a queste arterie e specificando che l’obbligo del privato debba valere a maggior ragione, anche per gli enti pubblici. Come per i guardrail, però, la predetta regola viene applicata solo per il futuro e di fatto non c’è stata alcuna “esecuzione di massa” dei milioni di alberi che costeggiano le strade del Paese e così il rischio non viene eliminato.  Recentemente un’ulteriore pronuncia degli Ermellini ha condannato un responsabile ANAS per non aver messo in sicurezza un tratto di strada alberata in cui ha poi perso la vita una giovane, aprendo di fatto la possibilità a molte vittime o parenti di chi è morto in eventi di questo genere a proporre una causa civile contro l’ente proprietario della strada in cui la fatalità si è consumata”.

Alla luce di quanto è emerso dall’inchiesta dell’Asaps possiamo concludere che sicuramente serve un intervento da parte dei gestori dei tratti stradali interessati e, anche se i costi per la messa in sicurezza sono altissimi, altrettanto alti – se non maggiori – sono quelli legati alla mortalità stradale. Quindi che facciamo, abbattiamo tutti gli alberi che costeggiano le strade italiane? “Certamente no – conclude Borselli -. Però darci un’occhiata certamente sì, anche sempre con uno sguardo vigile alla condotta dei conducenti e allo stato delle strade”, perché – lo ricordiamo – la prima causa d’incidente stradale è la distrazione, ora imputata principalmente all’uso degli smartphone al volante che, unita all’alta velocità, si trasforma un mix mortale.

 

di Silvia Bonaventura
da repubblica.it/motori

 

>il Centauro n.195 - Luglio/Agosto 2016

 

 


L’articolo del nostro Lorenzo Borselli con i dati sugli incidenti stradali legati alla presenza di alberi a fianco delle strade pubblicato sul Centauro di Luglio finisce nella home page di Repubblica.it
Complimenti a Lorenzo per questo ulteriore importante successo! (ASAPS)

Lunedì, 01 Agosto 2016
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