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Articoli 15/12/2005

La sicurezza stradale tra campagne pubblicitarie e cultura

La sicurezza stradale tra campagne pubblicitarie e cultura
di Giancarlo Barletta

Il protagonista di un vecchio film americano diceva che le occasioni di un uomo per festeggiare erano principalmente tre: quando si sposava,  alla nascita dei figli ed infine quando suo figlio si radeva la barba per la prima volta. Nulla da eccepire,  sono tappe importanti che danno il senso della vita. Forse però oggi l’ultima potremo sostituirla con il giorno quando  tuo figlio può guidare  un qualsiasi mezzo e andare dove  vuole. Perchè proprio in quel giorno si diventa grandi, ci si sgancia dall’adolescenza, dall’egida familiare  e si entra a far parte del mondo degli adulti. E ci si entra a pieno titolo perché proprio in quel momento ci si deve assumere delle responsabilità che in questo caso non sono differenti tra individuo e individuo. Alla guida non c’è più differenza tra uomo e donna, tra giovane ed anziano, tra biondo e moro, tra iracheno ed americano; tutti, alla stessa misura, ci stiamo confrontando  con gli altri e con l’ambiente che ci circonda.
In quel momento, forse anche inconsciamente,  i giovani  maturano.
E’ pacifico però che tutto questo non basta; la possibilità di fare degli incidenti è inversamente proporzionale all’anzianità di patente; meno esperienza si ha e più aumenta la possibilità di causarne.
Inoltre sappiamo che più del 90% degli incidenti è causato dall’errato comportamento umano. Poco significativi, nelle statistiche, sono invece i casi di rottura delle componenti meccaniche del mezzo, come pure i problemi che possono riscontrarsi nelle infrastrutture viarie.
Il fattore umano deve essere dunque la base, la considerazione da dove partire per arrivare ad una guida più sicura che possa ridurre in modo concreto il numero di incidenti sulle strade.
Ognuno deve fare la sua parte:
- le case automobilistiche, che dovranno costruire modelli sempre più sicuri;
- i gestori delle strade ai quali spetta il compito di migliorare la sicurezza, la segnaletica, l’informazione per chi viaggia.
- gli organi di controllo e repressione, con servizi sempre più puntuali e mirati;
- ma principalmente chi guida un veicolo, che sia a 2, 3, 4 o più ruote.
Saranno soprattutto questi ultimi che dovranno adeguare il proprio stile  alle esigenze di una guida sicura, moderna e al passo con il progresso dei mezzi condotti.
Da questo punto di vista e considerando  l’altissima percentuale di colpa che hanno i conducenti in caso di incidente, c’è ancora molto da fare. Vecchie abitudini (guida senza casco o senza la cintura allacciata),modelli  errati o superati (guida euforica, uso del telefonino senza viva-voce o senza auricolare, mettersi al volante comunque, anche se si è bevuto o si ha sonno), scarsa conoscenza dei mezzi guidati, il poco rispetto delle regole e dell’ambiente, sono  gli aspetti che più dobbiamo curare se effettivamente si vuole arrivare ad un reale abbattimento degli incidenti stradali.
Come fare?  Come convincere i più riluttanti?  Come crescere con la normale consapevolezza dei pericoli sulla strada?
Negli anni sessanta il famoso attore Ubaldo Lay, una star televisiva del periodo, nel personaggio del “tenente Sheridan” faceva  campagne per la sicurezza stradale girando per le strade di Roma insieme ad altri motociclisti tutti rigorosamente senza casco. Segno dei tempi, ma anche segno che non sempre la comunicazione e gli sforzi per la sicurezza stradale sono adeguati.
Anche oggi, con un’informazione martellante e continua sui temi della sicurezza, si deve riscontrare che le centinaia di migliaia di incidenti che accadono in Italia sono da addebitarsi all’errore umano. Tutto questo malgrado si stia facendo molto per contenere questo fenomeno. Però, quei messaggi fini a se stessi, che vorrebbero mostrare comportamenti virtuosi alla guida o quelli  che mostrano i risultati degli incidenti stradali, spesso con immagini raccapriccianti, hanno sicuramente un’influenza marginale sul nostro comportamento.
I primi sconfinano spesso nel moralismo e danno la sensazione di situazioni che poco hanno a che fare con la quotidianità, tipo i messaggi pubblicitari  che mostrano famiglie meravigliose con padre, madre, figli, nonni tutti “perfettini”, eleganti e gioiosi viaggiare su strade libere dal traffico e immerse nel verde. Questo tipo di messaggio è oggi un po’ irriso, specie tra i giovani.
Per quanto riguarda i secondi, non fingiamo di non sapere che ognuno di noi, e tanto più  chi è giovane, li rimuove quasi subito come una sorta di scaramanzia. Rimane comunque un monito, ma certo non tale da condizionare lo stile di guida.
Abbastanza efficaci, soprattutto sui giovani, sono invece gli interventi di “testimonial”. I personaggi noti più accettati dai giovani spesso riescono ad entrate là dove è “off limit” per gli altri. Se un importante personaggio “trend setter” propaganda, anche indirettamente, un certo tipo di comportamento, viene visto con meno diffidenza e può essere un polo di riferimento da emulare senza problemi.
A proposito di emulazione, quanto sarebbe importante se anche i poliziotti in servizio o i politici, nelle loro lunghe auto blu, indossassero la cintura di sicurezza? Parlare di sicurezza stradale e poi viaggiare senza avere il minimo rispetto per le sue norme è perlomeno un controsenso.
Ritengo però che le vie giuste da perseguire siano i controlli seri e puntuali sulle strade, una corretta informazione e più che altro la conoscenza che ognuno di noi deve avere per arrivare ad una guida più sicura.
Soffermiamoci dunque su questi  aspetti. Non c’è dubbio che l’introduzione della patente a punti sia stato un argomento forte, un tipo di repressione  che tutti hanno recepito e che ha messo l’automobilista di fronte ad una scelta: seguire in modo serio le regole della guida in sicurezza o correre il rischio di pagare considerevoli somme di denaro per le multe e soprattutto  di essere privato della patente e quindi , di non essere idoneo alla guida, almeno per un certo periodo. La paura di perdere la propria autonomia negli spostamenti ha avuto un effetto sicuro che ha ridotto di una apprezzabile percentuale il numero degli incidenti e relativamente dei morti e dei feriti sulle strade.
L’altro aspetto è  l’informazione per chi sta viaggiando che ha raggiunto oggi un buon livello e diffusione anche se si aspetta ancora un sistema che possa dare, in tempo reale, la situazione sulle strade; il satellite in un futuro prossimo potrà aiutarci.
Ma la via maestra per una maggiore sicurezza sono la consapevolezza delle regole e la cultura della tutela che nasce dalla conoscenza dei mezzi, dei limiti, dei pericoli. Tutte determinanti per ottenere uno stile di guida compatibile. Già la norma del patentino per condurre un ciclomotore ha dato forza ed importanza all’azione della guida. Dare a tutti la possibilità di pilotare un mezzo motorizzato sulle pubbliche strade senza una minima preparazione e con la sola regola del limite minimo di età, ne sviliva l’importanza e faceva maturare la convinzione che non era poi necessario seguire nessuna regola, tanto che non occorreva neanche conoscerle.
Infine quello che ritengo sia la cosa più importante ed efficace, se veramente vogliamo  scommettere su un futuro più sicuro e con meno vittime, è l’educazione stradale o, come oggi si vuole intendere, l’educazione alla convivenza civile che non sarà di certo né una raccomandazione né una predica. L’insegnante che spiega un passo della Divina Commedia, o spiega i logaritmi non dà certo dei consigli, ma  prepara lo studente a conoscere la materia. Così dovrà essere anche per l’educazione stradale.
Saranno importanti per questo proprio la conoscenza diretta di cos’è la velocità, di quanto sia difficile e laborioso fermarsi piuttosto che accelerare; avere dimestichezza con i nuovi ritrovati tecnologici volti ad aiutare chi è su un mezzo ad evitare incidenti o perlomeno a contenerne i danni. Sapere i limiti di protezione dei mezzi o della tecnologia, gli effetti dell’alcol sul fisico e sul comportamento di guida, (ancor più se parliamo di droghe), della stanchezza. Essere consapevoli della responsabilità civile, ma anche umana, di chi è alla guida di un mezzo; avere la cultura del rispetto ambientale ed altro ancora sono tutti aspetti che devono far parte del bagaglio culturale di ognuno di noi. Solo con la conoscenza di tutto questo potremo evitare comportamenti di guida pericolosi,  frutto di errate convinzioni, di mode transitorie, di vecchie e sbagliate abitudini. Stare al passo dei tempi, e, se vogliamo, essere capaci di cavalcare il progresso, devono essere la base stessa per un futuro maggiormente sicuro sulle strade. Di certo rimarranno i più testardi, i più duri a capire, ma un civile comportamento generalizzato li potrà aiutare sicuramente.

Giancarlo Barletta
giornalista
RAI – CCISS
Centro Coordinamento Informazione Sicurezza Stradale.



di Giancarlo Barletta

Giovedì, 15 Dicembre 2005
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