Tir killer sull'autostrada Torino-Milano, l'allarme è scattato con mezzora di ritardo
Un'ora e mezza. Tanto è durata la fuga del Tir che venerdì notte ha travolto sull'autostrada Torino-Milano un'auto con un'intera famiglia a bordo e ucciso Mostafa El Chouifi , 39 anni, e sua moglie Nora Rahrif, 30 anni, sotto gli occhi dei loro tre bambini, ora ricoverati al Regina Margherita.
In quei 90 minuti, tra le18.15 e le 19.50 Emil Volfe, 63 anni, alla guida del suo camion ha abbattuto due barriere prima al casello di Falchera, poi a Rondissone e causato due incidenti. Percorre 63 chilometri con un tasso alcolico nel sangue spaventoso prima una pattuglia della stradale di Novara lo blocchi nell'area di servizio riservata ai mezzi pesanti di Villarboit, già in provincia di Vercelli.
E' l'ora di punta sull'autostrada Torino-Milano. Le pattuglie della stradale di Torino sono già intervenute su altri due incidenti in tangenziale quando ricevono la segnalazione di un'auto speronata a circa 400 metri dal casello di Falchera, nel curvone prima dello svincolo per Milano. Una donna di 45 anni di Giaveno che a bordo della sua Fiat16 guidava in corsia di emergenza è stata scaraventata contro il guard-rail. La pattuglia rileva l'incidente e circa 30 minuti più tardi arriva alla barriera gestita dall'Ativa per acquisire le immagini delle telecamere di sorveglianza che potrebbero aver immortalato il tir in fuga. Solo in quel momento i poliziotti vengono informati del fatto che un mezzo pesante ha sfondato la barriera e scoprono che è lo stesso a cui stanno dando la caccia. Sono le 18.50 e scatta la segnalazione a tutte le pattuglie ma è troppo tardi. Il tir, con una velocità di crociera di 80 chilometri l'ora ci mette 20 minuti a percorrere i 25 chilometri che lo separano dal casello di Rondissone.
>Scene da un dramma: ecco quel che resta dell'auto travolta dal Tir pirata
La pattuglia partita da Novara Est che per competenza segue quel tratto di autostrada arriva quando la Fiat Idea verde di Chouifi è già stata travolta e schiacciata contro il guard rail a circa 200 metri di distanza dalle casse automatiche del casello. A Rondissone arrivano tre ambulanze, tre squadre dei vigili del fuoco e i tecnici della Satap ma intanto il tir prosegue la sua folle corsa per quasi altri 40 chilometri prima che la pattuglia della stradale entrata a Villarboit lo intercetti all'area di servizio ormai fermo.
Se il camion si fosse infilato contromano e fosse stato ripreso dalle telecamere dell'autostrada la segnalazione sarebbe partita immediatamente. Forse un tratto di autostrada sarebbe stato chiuso, sicuramente tutte le forze disponibili si sarebbero concentrate in quel punto per dare la caccia al pirata. Ma il tir diretto a Milano correva, anche se un po' a zig zag, nel senso di marcia giusto ad una velocità non tanto elevata da far scattare l'emergenza. Ha sfondato la barriera del casello sulla tangenziale come se fosse un camion che non voleva pagare. Non è uno di quei casi in cui suona l'allarme nelle centrali operative di chi controlla le strade. Di solito le telecamere fotografano la targa e mandano al proprietario del mezzo un avviso di mancato pagamento,niente di più perché non è un fatto così raro da richiedere altre misure nel sistema di sicurezza. E' la pattuglia della stradale di Torino a rendersi conto che la targa fotografata da un collega fuori servizio e quella registrata al casello corrispondono. Il collegamento tra i due fatti arriva con almeno 30 minuti di ritardo e per la famiglia che si è trovata sulla strada del Tir a Rondissone è un lasso di tempo fatale.
di Carlotta Rocci
da repubblica.it
Ecco la ricostruzione della sequenza dei diversi incidenti e della tragedia sull’A4 Torino – Milano e il perché del ritardato allarme. (ASAPS)