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Notizie brevi 28/09/2016

Telefonino sequestrato a chi provoca incidenti, Torino città pilota dell'esperimento

Giro di vite dei vigili urbani contro l'uso disinvolto degli smartpohne mentre si è al volante

Le multe da sole non bastano. I controlli in strada sono aumentati, nel giro di cinque anni, da poco più di 4mila multe a quasi 5mila per uso pericoloso del telefonino alla guida: 423 contravvenzioni staccate nel mese di agosto, un record. Per combattere l’uso nocivo e pericolo della tecnologia, come il telefonino mentre si è alla guida, che può provocare incidenti e morti, la polizia municipale di Torino fa ricorso alla tecnologia stessa. E diventa un caso nazionale, da presentare nei convegni.

I ministeri potrebbero studiare un progetto ad hoc. "Addosso alle persone e all’interno dei veicoli - spiegano gli agenti del nucleo investigazione scientifica e tecnologica del comando di via Bologna - c’è tanta tecnologia. Non solo smartphone e smartwatch, ma i sistemi di collegamento bluetooth, i navigatori e la dotazione del veicolo. La cosiddetta domotica di bordo".
Tutto un insieme che forma il sistema che, utilizzato male, contribuisce a provocare incidenti, ferite e vittime. "Della distrazione - spiega il responsabile del nucleo Gianfranco Todesco - rimane però traccia. Grazie alla tecnologia stessa posso sapere quando una persona stava chattando, stava telefonando o stava scambiando dati".
Il tutto certificabile attraverso una “indagine forense” degli apparecchi. Molto più certificabile rispetto al litigio con il compagno di viaggio o la distrazione per aver raccolto l’accendino caduto sul tappetino. E per la prima volta a Torino, su incarico di un magistrato nel caso di un incidente grave, si è analizzato tutto il sistema tecnologico della persona sospettata di essere responsabile del sinistro.
"Abbiamo trovato grande interesse presentando questa metodica di intervento - dice il comandante della polizia municipale Alberto Gregnanini - è un’assoluta novità. L’uso distorto della tecnologia provoca incidenti e vittime: la tecnologia però lascia tracce, cercando queste tracce si può capire cosa sia successo". Ad esempio può anche emergere che un automobilista stesse parlando al telefono, ma che lo stesse facendo con il vivavoce. Una situazione regolare anche in caso di incidente.

Oppure dall’analisi dell’ambiente tecnologico, che raggruppa sia gli oggetti che la persona porta addosso sia i dispositivi dell’auto, può emergere che la distrazione non era nata dal telefono, ma dall’impostazione del navigatore satellitare. "Non è solo questione di automobilisti, ma di chi va a piedi, in bici, in moto. Anche chi ascolta musica o scrive un messaggio e attraversa la strada è distratto. Anche questi elementi dovrebbero rientrare nell’ambiente tecnologico" spiegano al nucleo di via Bologna.
In Italia l’indagine forense sui dispositivi si può realizzare solo in caso di reati, dall’omicidio stradale alle lesioni. Negli Stati Uniti si sta studiando una modifica delle norme che permetta agli agenti di procedere con una verifica degli apparecchi tecnologici in caso di incidenti meno gravi o di sanzioni amministrative.

da repubblica.it


Una sperimentazione interessante attivata dalla Polizia Municipale. Potrebbe rivelarsi un utile strumento per accertare le responsabilità conseguenti ad un incidente causato da utilizzo del cellulare alla guida sia in fonia che in messaggistica, che in navigazione sul web. (ASAPS)

Mercoledì, 28 Settembre 2016
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