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Notizie brevi 30/09/2016

Poliziotto e avvocato, ma finti: cede i gioielli per incidente mai avvenuto

La vittima è una 73enne del rione Salesiani. La truffa ben orchestrata: prima la telefonata, poi l'arrivo in casa del sedicente legale. Lei non aveva i 3mila 5 euro richiesti e ha ceduto preziosi

LECCE – Il meccanismo è sempre lo stesso, pur nelle infinte varianti della truffa: si fa leva sulla paura, annullando le difese. E’ sufficiente, a volte, presentarsi anche solo per voce, usando un telefono, come rappresentante di un’autorità per aprire una breccia nella mente. Da lì, il passo all’apertura della porta di casa può essere molto breve. Ed è così che una donna di 73 anni di Lecce ha perso i suoi gioielli. Il valore al momento non è stato ancora quantificato.

Il malvivente non ha dovuto usare la forza, né minacce, cacciaviti per scardinare porte, o altro. I gioielli, li ha praticamente ceduti lei stessa. L’uomo è stato in grado di elaborare un piano con dettagli che devono essere apparsi lì per lì convincenti alla povera vittima, sebbene presentassero una serie di anomalie sotto il profilo della prassi per la risoluzione di un caso d’incidente stradale.

Ma è sempre facile parlare con il senno di poi. Quando ci si ritrova da soli, magari di una certa età, invischiati in un caso in cui si ha paura per le sorti di un proprio congiunto, si rischia di entrare nel panico. E quando suona il campanello, come preannunciato poco prima dall’interlocutore, si finisce per cadere quasi sempre all’atto finale del tranello. 

La vicenda risale a ieri mattina, quando la donna ha ricevuto la telefonata sul numero fisso di casa da parte di qualcuno che s’è presentato in qualità di maresciallo di polizia. Il fantomatico funzionario della questura, usando un tono di voce che deve essere apparso grave, ha avvertito la 73enne che il figlio aveva causato un incidente.

Ha spiegato anche che il figlio era presente in quel momento in questura, per essere interrogato, e che la controparte era intenzionata a denunciarlo qualora non avesse pagato la somma di 3mila 500 euro per il danno provocato. A tale proposito, ha aggiunto che si sarebbe presentato a breve in casa l’avvocato della vittima del sinistro per saldare i conti. 

Terminata la chiamata, l’anziana ha pensato bene di mettersi in contatto con il figlio per avere certezza che fosse tutto vero e per sincerarsi comunque sulle sue condizioni, ma quando ha composto il numero, ha riposto di nuovo il sedicente maresciallo. Ha provato allora a chiamare anche la figlia, ma è accaduta la stessa cosa. In buona sostanza, l’uomo dall’altro capo del telefono ha spiegato che anche lei, in quel momento, era negli uffici di polizia, e non poteva rispondere.

Ma com’è possibile? Ovviamente, i figli non sono complici nella truffa. Il meccanismo è semplice e contemporaneamente diabolico ed è stato spiegato diverse volte negli ultimi anni, sia su altre testate giornalistiche italiane e straniere, sia nel corso di trasmissioni televisive. Ovvero, il truffatore, semplicemente non riaggancia la cornetta; rimanendo in linea, mantiene la chiamata bloccata e in tal modo, anche se la vittima compone un numero qualunque, risponderà sempre la stessa persona.

Già entrata nel pallone, qualche minuto più tardi, al campanello della porta del suo appartamento nel rione Salesiani, ha suonato il finto legale. Si è presentato come un uomo distinto, sulla quarantina d’anni. Ha chiesto la somma per concludere la vicenda senza denunce. La 73enne non aveva però 3mila e 500 euro con sé, in casa. Così, il furfante si è dovuto “accontentare” di oggetti preziosi. Lei stessa, visibilmente scossa, ha indicato il luogo in cui fossero custoditi. Quando l’uomo se n’è andato, la 73enne ha provato nuovamente a telefonare alla figlia, e questa volta ha risposto. Il telefono, ormai, era stato liberato.

In breve s’è compreso come ai danni dell’anziana fosse stata orchestrata una truffa. Sul posto è stata inviata una volante di polizia per raccogliere i primi dati. L’uomo entrato in casa è stato descritto come un soggetto alto 1 metro e 70 circa, magro, con carnagione chiara, capelli corti neri, camicia a maniche lunghe a quadri e jeans. L’avvocato, peraltro, aveva una voce diversa dal maresciallo con cui aveva parlato per telefono. Di questo la donna è apparsa sicura. Segno evidente che i gioielli se li sono spartiti in due.

da lecceprima.it


 Poveri anziani sempre raggirati da spregiudicati truffatori. (ASAPS)

Venerdì, 30 Settembre 2016
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