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Notizie brevi 30/09/2016

Ritrovati i due Van Gogh trafugati ad Amsterdam 14 anni fa: un tesoro da 100 milioni di dollari finito nelle mani della camorra

I dipinti scoperti a Castellammare di Stabia. Eccezionale operazione della Procura di Napoli guidata da Giovanni Colangelo insieme al nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza. Renzi: "Soddisfatti". Franceschini: "Un recupero straordinario"
Alex Ruger direttore del museo Van Gogh ad Amsterdam e il procuratore capo di Napoli Colangelo (ansa)

NAPOLI. Un sequestro eccezionale. Un insospettabile tesoro, del valore di circa 100 milioni di dollari, strappato alla camorra. I due dipinti di Vincent Van Gogh, bottino di un clamoroso furto avvenuto ad Amsterdam quattordici anni fa, lasciano il nascondiglio dove li avevano costretti i boss di Gomorra e tornano alla luce. "Quando li abbiamo finalmente trovati, non credevamo ai nostri occhi". Con legittimo orgoglio, e un velo d'emozione che contrasta col clima rituale delle caserme, la Procura di Napoli guidata da Giovanni Colangelo insieme al nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza segnano uno di quei colpi che entra nei libri di storia dell'arte.

>Eccoli i due Van Gogh trafugati ad Amsterdam nel 2002 e finiti in mano alla camorra

Li hanno salvati, dunque, nei giorni scorsi. E saranno presentati ufficialmente a telecamere e cronisti, nelle prossime ore.
Eccoli, i due capolavori senza prezzo né tempo del maestro Van Gogh, ecco le due opere che erano state trafugate con imprevedibile facilità dall'omonimo e prestigioso museo di Amsterdam, il tempio dedicato al grande artista olandese, la notte del 7 dicembre del 2002. Si tratta di due dipinti, "La Spiaggia di Scheveningen", del 1882, e la "L'uscita dalla chiesa protestante di Nuenen", del 1884, entrambi olio su tela, di dimensioni contenute.

Stando a indiscrezioni, le tele erano nascoste in una delle case riconducibili al gruppo di un ras del narcotraffico internazionale, Raffaele Imperiale. Dove? Dove nessuno le avebbe cercate: nel cuore di un anonimo locale della provincia costiera, a Castellammare di Stabia. Nessun dubbio sul fatto che si tratti proprio di quei capolavori soffiati dalle pareti del Museo olandese a ridosso del Natale del 2002: esperti d'arte e funzionari del Ministero sono venuti a esaminare le opere, prima di sottoporle ad una specifica analisi da parte di un delegato dello stesso museo olandese, dedicato a Van Gogh.  E anche l'ultimo responso ha confermato.

>I quadri di Van Gogh ritrovati valgono cento milioni di dollari

"La spiaggia", realizzato dal pittore mentre viveva in una casa affacciata su quella costa sabbiosa, misura 34 centimetri per 51: ed era il primo che si incontrava nella disposizione cronologica delle opere al Museo Van Gogh. L'altro, terza opera nella sequenza offerta ai visitatori, è alto 41 centimetri per 32. Appartengono entrambi al primo periodo dell'artista, come suggeriscono temi e colori che non sono ancora quelli che costituiranno il suo tratto più identitario.

Un risultato, quello del sequestro, che premia una lunga indagine portata avanti dal nuceo della Tributaria guidato dal colonnello Giovanni Salerno e della squadra Mobile diretta da Fausto Lamparelli. Ma erano anni che si vociferava, negli ambienti giudiziari, di questo presunto "investimento" nell'arte: e anche per questo non si era mai fermata l'inchiesta condotta dai pm Stefania Castaldi, Maurizio De Marco, Enza Marra, e dal sostituto della Dna Maria Vittoria De Simone, coordinati dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice. E' l'indagine che lo scorso inverno, febbraio 2016, aveva portato all'emissione dell'odinanza in carcere per la cosca del narcotrafficante Imperiale. Che, con i 'soci" Mario Cerrone e Gaetano Schettino - tutti originari dell'area stabiese, ma legati al clan napoletano degli Scissionisti di Scampia - si era radicato all'estero come broker internazionale delle partite di droga da piazzare sui mercati del sud Italia.

Un personaggio scaltro, Imperiale, detto Lelluccio 'o parente: attualmente latitante a Dubai, dove aveva messo in piedi un impero per la cotruzione di villette da 20 milioni ciascuna; il posto da cui ha inviato una sua memoria difensiva, per difendersi dal processo per camorra tuttora in corso. E che vede altri eccellenti coinvolti.

D'altro canto, con il traffico internazionale di droga, Imperiale e i suoi erano già lanciati in operazioni immobiliari, creazione di negozi negli Emirati, investimenti a vari livelli. E lungo la via degli affari avevano racciato amicizie potenti e pericolose anche ocn imprenditori, commercialisti , perfino qualche diplomatico. Agli arresti, ad esempio, era finito anche un noto commercialista genovese, Attilio Eugenio Repetti , classe 1946, sospettato di esere in contatto con la cellula camorristica degli Amato-Pagano. Imperiale guidava comunque un suo clan di fidatissimi corrieri e viaggiatori, coltivava relazioni dal Venzuela al Perù: e grazie al suo gruppo, centinaia di chili di cocaina inondavano Napoli e il mercato, persino quando i boss erano tutti in carcere, fuori servizio .

Tanta droga, tanto denaro. E molti diversificati investimenti. Ma c'era un pallino che coltivavano Imperiale e i suoi: puntare sull'Arte con la maiuscola, aggiudicarsi quegli Oggetti senza tempo, possedere quella la Bellezza che non si possiede mai, e che si può invece solo sfiorare per pochi minuti in un museo. Così mettono le mani sui due eccezionali Van Vogh. Come, e attraverso quali canali, è materia delle ultime puntate, tutte da ricostruire.

 


Venerdì, 30 Settembre 2016
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