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FRANCIA, PRONTA LA MOTO 007: UNA TELECAMERA MONTATA SUL CASCO DI UN AGENTE IN BORGHESE FILMERà LE TRASGRESSIONI PARIGINE… MA SOLO QUELLE AL VOLANTE.

 

FRANCIA, PRONTA LA MOTO 007: UNA TELECAMERA MONTATA SUL CASCO DI UN AGENTE IN BORGHESE FILMERà LE TRASGRESSIONI PARIGINE… MA SOLO QUELLE AL VOLANTE.


La moto civetta usata in Belgio per il controllo del traffico. A lato del faro si vede la telecamera nascosta (foto dalla rete)

(ASAPS) PARIGI – Parlare di trasgressione, in Francia, può essere equivoco. Se poi il discorso lo si fa a Parigi, allora è meglio lasciar perdere. C’è però una trasgressione sulla quale né il governo centrale, né quelli locali, intendono passare oltre, almeno in Francia. Si tratta della trasgressione stradale, finita nel mirino di gendarmi e poliziotti, e considerata – quando questa comporti conseguenze sul fronte della sinistrosità – un flagello nazionale. La politica sempre più decisa in questa materia, ha permesso alla Repubblique risultati incredibili: basta pensare che nel 2005 è stata finalmente doppiata la soglia delle 5mila vittime. E siccome nessuno intende fermarsi, dopo le migliaia di radar disseminati sulle strade e le altrettante iniziative dei generi più svariati, sui boulevard parigini è in arrivo un altro strumento per la repressione delle violazioni: la moto 007. Di cosa si tratta? La Gendarmeria Nazionale, che in Francia espleta servizio di Polizia Stradale, ha deciso di installare su una moto civetta – dotata cioè di colori normali – una telecamera piuttosto sofisticata. è una sperimentazione, ma di fatto la moto è già pronta e il sistema – sperimentato anche in Olanda con tecnologie diverse, dove è una realtà – è in attesa di essere omologato. La telecamera non sarà fissata su una moto, come in Olanda o come in alcuni casi anche in Italia, ma sul casco integrale dell’agente, che viaggerà nel traffico con il compito esclusivo di filmare le malefatte al volante, quando chi le compie non vede alcuna divisa attorno a sé. Ogni immagine sarà memorizzata in un hard disk contenuto in una tasca, pronto a trasferire la propria memoria in un computer della centrale. Nel mirino di questa caccia, che in Italia è divenuta quasi illegale a suon di sentenze, i comportamenti pirateschi di sempre: semafori rossi violati, velocità non commisurate, mancato rispetto della segnaletica e via di seguito. In Italia sembra siamo ormai arrivati a tutto il contrario: il conducente ha l’obbligo di comportarsi secondo le regole solo quando c’è una divisa, e nemmeno sempre. Una volta valutate le immagini, l’ufficio dovrebbe procedere alla contestazione delle violazioni, ma per questa prima fase saranno semplicemente preparati dati statistici. Tuonano però anche in Francia alcune associazioni garantiste, che strillano alla privacy violata e secondo una norma del 1903 non sono ammesse azioni preventive in uniforme. Analoghe proteste erano state avanzate quando migliaia di radar sono entrati in azione in tutto il territorio e si tenga conto che in Francia i radar funzionano all’incontrario rispetto all’Italia, filmando cioè gli abitacoli da una prospettiva frontale, acquisendo immagini cioè anche di passeggeri, per i quali non sono ravvisabili alcune ipotesi di violazione. Ma tutto continua a funzionare lo stesso, in nome di una sicurezza alla quale tutti hanno diritto, quella stradale. (ASAPS).

 


 

Mercoledì, 11 Gennaio 2006
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