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Notizie brevi 12/10/2016

Lazise. Dieci denunce per aver diffamato la polizia locale su Facebook

Il provvedimento è arrivato ad alcuni utenti del gruppo Vivi Lazise per dei commenti ritenuti dal comandante dei vigili Massimiliano Gianfriddo "minacciosi e offensivi"

"Al di fuori di questo episodio non c'è assolutamente nessun problema con la popolazione".

A ribadirlo il comandante della polizia locale di Lazise Massimiliano Gianfriddo, dopo la segnalazione alla Procura di Verona di dieci persone, dieci utenti del gruppo Facebook Vivi Lazise che con i loro commenti hanno diffamato e oltraggiato il comandante e tutti i vigili urbani.

"Siamo stati costretti a procedere non tanto per il post, quanto per i commenti che avevano preso una brutta piega e alcuni erano minacciosi e offensivi", queste le parole di Gianfriddo. Il post in questione è stato rimosso dall'amministratore e raccontava della multa che un cittadino aveva ricevuto e che a suo dire era ingiusta. Una posizione legittima, espressa in modo civile. Non altrettanto civili sono stati giudicati alcuni commenti che ora non si possono più leggere.

Oltraggio a pubblico ufficiale e a un corpo amministrativo e diffamazione a mezzo stampa, questi i reati che si vuole contestare a dieci utenti, tra cui l'amministratore del gruppo Facebook per non aver moderato correttamente la discussione. Tra l'altro quattro delle persone individuate non sono neanche residenti a Lazise.

"Purtroppo queste persone non hanno ben capito che Vivi Lazise è un gruppo pubblico, quindi quello che scrivono può essere letto da tutti indistintamente - ha spiegato il comandante Gianfriddo - È come se fosse la pagina di un giornale e quindi certe affermazioni possono essere sanzionate, se ritenute lesive nei confronti della polizia locale". Un problema ancora poco chiaro, visto che nel commentare la notizia un utente del gruppo Vivi Lazise questa mattina, 11 ottobre, ha scritto: "Se loro si offendono per i commenti di Facebook, Donald Trump cosa dovrebbe fare?".

da veronasera.it


 

Ancora serie conseguenze per l’uso disinvolto di Facebook. Piano piano però anche i più spavaldi si convinceranno che la diffamazione è perseguibile anche per i commenti su Facebook. (ASAPS)

Mercoledì, 12 Ottobre 2016
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