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Notizie brevi 27/10/2016

Sgominato traffico internazionale di veicoli rubati

Commercio ilecito da Comacchio e Imola fino in Marocco. Emesse otto ordinanze di custodia cautelare
Il capitano Giacomo Gandolfi e il tenente Andrea Coppi

Un traffico internazionale di veicoli rubati a Comacchio e Imola e spediti in Marocco. E’ il sodalizio criminale sgominato dai carabinieri di Comacchio tramite un’accurata e articolata indagine lunga un anno che ieri ha portato all’emissione di otto ordinanze di custodia cautelare per cinque marocchini e tre italiani, tutti tra i 34 e 65 anni.

L’attività investigativa – tra pedinamenti, riprese, fotografie e riscontri cartacei – ha permesso di delineare un quadro di riciclaggio, autoriciclaggio, furto, appropriazione indebita e ricettazione di mezzi di ogni genere: non solo ciclomotori e automobili di grossa cilindrata ma anche mezzi agricoli, autobotti e bobcat che hanno un valore commerciale elevato.

Tra le imputazioni anche una tentata rapina a mano armata con sequestro di persona. Un pericoloso colpo sventato dai carabinieri in piena fase di investigazione (a dicembre dello scorso anno) a Imola, dove aveva preso dimora fittizia un indagato. La banda aveva organizzato una rapina a un autotrasportatore che sulla bisacca trasportava due trattori agricoli nuovi, ancora da immatricolare, del valore commerciale di 140mila euro.

Il crimine era stato studiato nei minimi particolari: complice la fitta nebbia, i soggetti armati con armi bianche e fucili avrebbero sequestrato il camionista e l’avrebbero obbligato a spostare il carico fino a una località protetta dover poter far sparire i due mezzi agricoli e immobilizzare l’autotrasportatore con fascette da elettricista e nastro adesivo. Usiamo il condizionale, però, perché i militari erano già presenti sul posto e sono riusciti a disturbare l’azione con il passaggio delle pattuglie a sirene spiegate che ha fatto desistere i malviventi dal portare a termine la rapina.

E’ solo uno dei tanti passaggi dell’operazione denominata “Recycling” presentata questa mattina dal capitano Giacomo Gandolfi del comando del Nucleo Investigativo dei carabinieri e dal tenente Andrea Coppi, vice comandante della compagnia dei carabinieri di Comacchio.

L’indagine è partita a ottobre 2015 a seguito di una perquisizione effettuata dalla Stazione di Porto Garibaldi in un casale nelle poderali di Comacchio, in cui sono stati rinvenuti tre mezzi: un suv Bmw X5 (risultato gravato da una appropriazione indebita in danno a una concessionaria di Bolzano), un camion Iveco da 35 quintali (anch’esso frutto di un’appropriazione indebita in una ditta di Ravenna) e una Vespa (rubata ai lidi e, piccola curiosità, di proprietà della figlia di un collega dei carabinieri).

Il sospetto di un commercio illegale viene confermato dalla presenza di targhe di nazionalità bulgara e dalla alterazione dei numeri di telaio con una tecnica di punzonatura usata solo da criminali professionisti. Attraverso una serie di riscontri, si riesce a stabilire che il canale di destinazione dei mezzi rubati è entranazionale, in particolare in Marocco.

Gran parte della dozzina di indagati è di nazionalità marocchina, anche se ben inseriti nel tessuto nazionale. I primi malviventi vengono fermati a dicembre ad Alessandria mentre tentano di lasciare il paese con un mezzo rubato e finiscono agli arresti domiciliari nella loro abitazione a Porto Garibaldi.

Un fatto che porta i complici ad accelerare le operazioni di commercio, tanto da muovere perfino il camion rinvenuto presso l’abitazione poderale comacchiese, tenuto sotto osservazione dai carabinieri. I militari monitorano lo spostamento del mezzo fino a Imola, vicino alla casa di uno degli indagati, e durante l’intervento scoprono altre due targhe di nazionalità marocchina.

Ma non finisce qui: da uno successivo scambio di documenti seguito a Bologna, si scopre che i documenti che permettevano l’espatrio dei mezzi rubati erano originati dalle autorità del Marocco. In pratica si tratta di documenti veri e reali riportanti dati falsi. Su quest’ultimo aspetto, però, i carabinieri stanno proseguendo l’indagine per individuare i fiancheggiatori che preparavano le pratiche per il trasporto all’estero e per cercare di ricostruire a ritroso l’intera struttura organizzativa di una vera e propria associazione.

Come si è visto, si tratta di un sodalizio criminale ben organizzato ma il continuo viavai di mezzi e documenti ha permesso ai carabinieri di seguire le loro tracce fino all’emissione di otto ordinanze di custodia cautelare (di cui cinque nelle carceri di Ferrara e Bologna), cinque rilasciate dal gip di Ferrara Silvia Marini e le restanti dal gip di Bologna.

Il più anziano della banda, V.D. classe 1951, nato e residente a Imola, è un pluripregiudicato considerato un soggetto dallo spessore criminale notevole per reati gravi quali rapine e sequestro di persona. Gli altri due italiani sono D. R., imolese di 53 anni e R. R. di 62 anni. Il più giovane è invece un marocchino di 34 anni.Uno degli indagati, soggetto a una delle ordinanze di custodia cautelare, è riuscito a lasciare il paese e tornare in Marocco.

da estense.com


Stoppati anche questi.  L’attività investigativa dei Carabinieri – tra pedinamenti, riprese, fotografie e riscontri cartacei – ha permesso di delineare un quadro di riciclaggio, autoriciclaggio, furto, appropriazione indebita e ricettazione di mezzi di ogni genere: non solo ciclomotori e automobili di grossa cilindrata ma anche mezzi agricoli, autobotti e bobcat che hanno un valore commerciale elevato. (ASAPS)

Giovedì, 27 Ottobre 2016
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