Potenti
e veloci, ammirate e capaci di incutere timore, originali e sempre più
avanzate tecnologicamente: sono soltanto alcune delle più comuni
definizioni per descrivere le moto ed ancor più far comprendere
come siano tanti, tantissimi, coloro che ne hanno una passione sfrenata.
Lo dimostra, tanto per fare un esempio, l’ultimo rapporto del Censis,
secondo il quale ben il 49 per cento degli automobilisti italiani possiede
anche un veicolo a due ruote, mentre il 54 per cento di coloro che non
l’hanno, sta valutando la possibilità di acquistarlo.
Un indubbio successo, però, a cui fa da contrappeso la cultura
della sicurezza stradale, spesso lasciata in disparte da chi si avvicina
al mondo delle due ruote soltanto per mettere in mostra le proprie “capacità”
economiche e trasformare in status-symbol ciò che invece dovrebbe
appassionare in maniera genuina e spontanea.
Cominciamo allora col dire che gran parte dei genitori, contrariamente
a quanto avveniva fino a non molti anni fa, accetta senza indugi l’acquisto
di un ciclomotore ai propri figli. Sempre secondo il Censis, infatti,
la percentuale dei genitori favorevoli sarebbe prossima all’80
per cento. Pochi, invece, sono coloro che si dichiarano consapevoli
che la conoscenza del codice della strada può aiutare i ragazzi
a scansare i pericoli gli imprevisti della circolazione. Basti
pensare che 4 giovani su 10 ammettono tranquillamente di circolare in
due sul ciclomotore, 3 su dieci snobbano il casco almeno nei mesi estivi
e 6 su 10 imboccano contromano i sensi unici o passano col semaforo
rosso se debbono svoltare a destra.
Da questo, se ne deduce, manca un’accentuata cultura della sicurezza
stradale fra molti appassionati delle due ruote e non si spiegherebbe
altrimenti l’elevato numero di vittime e di feriti che ogni anno
si conta su strade e autostrade di tutta Italia.
Per fortuna, in questa direzione, è venuto in soccorso il provvedimento
legislativo che da circa un anno impone il cosiddetto “patentino”
ai minorenni che vogliono andare in scooter, grazie al quale i giovani
stanno finalmente apprendendo molte regole del codice della strada fino
ad oggi sconosciute.
Fra i concetti basilari da imparare, anche quello della cura del proprio
mezzo, che in altri termini significa che chi mantiene in perfetta efficienza
la moto è sicuro che la stessa risponderà meglio in caso
di malaugurato bisogno. Se il più delle volte un’automobile
difettosa può continuare a marciare, pur rumoreggiando, un veicolo
a due ruote inefficiente può causare più facilmente un
incidente stradale. Un esempio per tutti, è rappresentato dalla
perfetta efficienza delle sospensioni, che se mal tenute possono provocare
l’improvvisa perdita di controllo del mezzo.
Per chi non se ne intende, poi, dev’essere costante la pratica
di sottoporre il veicolo a periodici controlli: tensione e usura della
catena, impianto frenante, liquidi lubrificanti e di raffreddamento,
sono solo alcuni degli aspetti che con maggiore frequenza fanno registrare
avarie al motore e persino il bloccaggio delle ruote, con conseguenze
facilmente immaginabili.
Sia la moto che lo scooter, inoltre, percorrono centinaia di chilometri
“appesi” a pochi centimetri cubici di aria che si trovano
tra l’asfalto e il pneumatico e da qui si intuisce l’importanza
della cosiddetta “gomma”. La tecnologia costruttiva dei pneumatici,
infatti, è sempre più complessa e raffinata ed è
determinate visto che la potenza del motore e la capacità di
arresto del veicolo, dipendono proprio dallo stato in cui si trovano
le gomme della moto. Un pneumatico non perfetto, quindi, può
alimentare anomalie durante la guida, rendere difficoltosa la frenata
e dunque causare spiacevoli imprevisti.
Benché non sia obbligatorio come il “patentino”, meglio
sarebbe per ogni motociclista frequentare i corsi di guida sicura che
numerose autoscuole e diverse altre organizzazioni realizzano proprio
per gli appassionati delle due ruote. Attraverso prove su circuiti,
infatti, è possibile rilevare il grado di preparazione e soprattutto
di reazione agli imprevisti della circolazione e misurare così
le proprie e reali capacità di guida.
Insomma, se non tutti i motociclisti italiani paiono molto sensibili
alla sicurezza stradale, questo non significa che non si può
cambiare e soprattutto che non esistono strumenti idonei a raggiungere
lo scopo. Se il buon senso e la prudenza debbono contraddistinguere
tutti coloro che circolano a cavallo delle due ruote, la capacità
e la preparazione alla guida crescono soltanto affidandosi a persone
esperte e capaci e di queste, fortunatamente, in Italia ne esistono
veramente tante!