Multe pesanti
Dopo il 1° luglio chi guiderà senza patente riceverà
un’ammenda di 516 euro, oltre al fermo del mezzo per due mesi
L’ultimatum è fissato per il primo luglio. Poi, se non si è
in regola con quel pezzo di carta, addio al casco: il motorino resta
in garage. Scade infatti con la fine del mese il limite massimo entro
il quale dotarsi del patentino per i ciclomotori: chi si è mosso
per tempo, frequentando i corsi previsti con relativo esame, può
dormire sonni tranquilli. Molto meno chi, invece, ne è sprovvisto,
perché il ministero non è intenzionato a concedere proroghe
e, da luglio, se non sarà "tolleranza zero" poco ci
manca. Va detto che la Asaps, associazione che rappresenta gli agenti
della polizia stradale, aveva chiesto al ministro Lunardi di rinviare
la scadenza, perché ancora molti ragazzi non hanno il patentino
e questo potrebbe aumentare gli episodi di illegalità. Ma state
certi che le forze dell’ordine poi, sulle strade, faranno il loro dovere,
come accaduto per la patente a punti. Meglio, dunque, non fare i furbi.
Per diversi motivi: il primo è una multa di 516 euro ed il fermo
del mezzo per due mesi. Magari un ragazzo può fare "spallucce"
di fronte a questo rischio, un genitore (con relativo portafogli) meno.
Il secondo motivo è che, nel caso di un incidente, l’assicurazione
si può rivalere nei confronti del guidatore del ciclomotore se
sorpreso senza patente. Insomma, c’è poco da scherzare. Per quel
che riguarda i corsi, abbiamo provato a capire come si sono svolti.
E soprattutto sarebbe interessante capire l’approccio che i ragazzi
hanno avuto nei confronti di questa sorta di "maturità"
stradale. Preoccupati o menefreghisti, impegnati o saccenti? Ce lo dice
Paolo Credaro, da anni istruttore di guida presso l’Autoscuola Faustinelli
del capoluogo, che dopo un ciclo di lezioni di 40 ore è diventato
"educatore stradale", titolo necessario per poter insegnare
ai minorenni i segreti della viabilità. A seguito delle difficoltà
nell’organizzare i corsi come previsto dalla nuova legge, molti istituti
superiori hanno chiesto aiuto alle autoscuole, come avvenuto in questo
caso per il lo scientifico Donegani. Così Credaro, armato di
tanta pazienza, ha tenuto a lezione 130 liceali. "All’inizio i
ragazzi venivano soprattutto perché spronati dai genitori, poi
gradualmente hanno capito che era necessario. Molti però pensavano
fosse tempo sprecato, perché convinti di conoscere già
tutta la segnaletica e le norme del codice. Invece non era così,
e presto se ne sono resi conto da soli". I test d’esercizio, d’altronde,
non lasciano scampo: "Le prime volte ho visto schede con 13, 14
errori su un totale di 40 domande - continua - ma dopo qualche lezione
le cose sono migliorate. Però ho notato molta "nebbia"
nella testa degli alunni su segnali, precedenze, specchietti, manutenzione
del motorino; come hanno fatto a circolare con questa "ignoranza"
per tutto questo tempo? Forse questi corsi sarebbero serviti già
anni fa". Il bilancio finale però è positivo, perché
gli studenti si sono impegnati a fondo: "Fino ad ora hanno conseguito
il patentino 74 ragazzi su 86 - conclude -. I bocciati sono dunque 12,
mi sembra una percentuale bassa". Quindi si può dire che
sono stati diligenti? "Più che altro si può dire
che non avevano scelta, altrimenti rimanevano a piedi".
Nicola Locatelli