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Il controllo di un vigile (Ap)
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MILANO
- La patente a punti compie un anno. Il provvedimento, voluto
fortemente dal ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi,
in dodici mesi ha trasformato le abitudini degli italiani al volante.
E, nonostante qualche dato in chiaroscuro, le ha migliorate: dal
1 luglio dello scorso anno ad oggi, secondo le cifre della polizia
stradale e dei carabinieri, il totale degli incidenti è
diminuito del 14,6% rispetto allo stesso periodo 2002-2003. Più
di 25mila scontri evitati, quasi mille morti in meno, 23mila feriti
spariti dalle statistiche. Nei primi otto mesi della nuova legge,
secondo uno studio dell’Istituto superiore della Sanità,
sono stati evitati agli italiani ben 145mila giorni di degenza
in ospedale. Di certo, analizzando il trend dei trimestri, la
paura di incappare nella decurtazione dei punti-patente ha condizionato
gli automobilisti soprattutto nei primi mesi, quando il numero
degli incidenti precipitò di oltre 22 punti.
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Con la
fine dell’effetto-novità, i sinistri hanno pericolosamente ripreso
a crescere. Il timore di perdere punti e rimanere a piedi non ha più
lo stesso potere deterrente del primo periodo.
Il trend dei morti e dei feriti, però, è rimasto stabile,
intorno a -18%. Le strade nazionali sono più sicure, dunque,
ma le tabelle del ministero degli Interni fotografano una realtà
ancora agghiacciante: in 12 mesi su statali e autostrade ci sono stati
3562 morti e 106mila feriti, una carneficina provocata innanzitutto
dall’alta velocità. In Italia il rischio di rimanere vittima
di un incidente è ancora due volte maggiore che in Svezia, Olanda
o Regno Unito ma nell’ultimo periodo, come ha ricordato qualche
settimana fa la Consulta nazionale della sicurezza stradale del Cnel,
si è registrata un’importante inversione di tendenza. Grazie
al dispositivo, certo, ma anche alle modifiche introdotte nel Codice
della Strada e ai piani antitraffico di molti enti locali. I dati dell’Ania,
l’associazione nazionale delle compagnie di assicurazione, sono
invece meno confortanti: tra il 2002 e il 2003 i sinistri denunciati
sono diminuiti solo del 3,3%. "Cifre - spiegano - che tengono conto
anche dei milioni di incidenti urbani".
SENZA PUNTI - Gli archivi informatici della direzione generale
della Motorizzazione raccontano bene l’impatto della nuova patente.
In quasi dodici mesi sono stati tagliati complessivamente oltre 4 milioni
di punti, a fronte di un milione di infrazioni: considerando tutte le
patenti attive, sono stati tolti 0,12 punti per documento. Quasi 11mila
crediti e 10 patenti "azzerate" ogni giorno. Le multe, in
tutto, sono state ovviamente molte di più, ma riguardano anche
divieti di sosta e altre violazioni che non comportano decurtazione.
Se gli indisciplinati hanno perso in media 4 punti, 3.332 automobilisti
sono riusciti a bruciare l’intero credito a disposizione nei primi dodici
mesi, e sono stati costretti a sostenere nuovamente l’esame di guida.
Il record assoluto spetta a un ragazzo milanese di 23 anni che è
riuscito a perdere 234 punti in dieci minuti: fuga a un posto di blocco,
otto semafori rossi "bucati", decine di sorpassi pericolosi.
Il tutto senza cintura di sicurezza, senza gli occhiali da vista e sotto
l’effetto di sostanze stupefacenti: avendo preso la patente da meno
di cinque anni, la somma finale è stata raddoppiata.
Secondo i dati del ministero delle Infrastrutture, poi, migliaia
di persone (per essere precisi, al 15 giugno erano 2.659) hanno
seguito i corsi di recupero per ricaricare il documento "mutilato",
riuscendo a riconquistare 17mila punti. Rispetto al numero enorme relativo
alle decurtazioni, sembrano un po’ pochini: ma prima di tornare sui
banchi delle autoscuole, gli italiani sperano probabilmente di rispettare
alla lettera il Codice per due anni consecutivi, in modo da riottenere,
per buona condotta, i crediti persi per strada.
DONNE AL VOLANTE - Un dato, infine, cancella definitivamente
antichi pregiudizi sulle donne alla guida: oltre l’80% dei punti è
stato sottratto a conducenti di sesso maschile, che rappresentano
solo il 58% di tutti i titolari di patente. Per quanto riguarda le classi
di età, ventenni e trentenni risultano nettamente i più
indisciplinati: quasi il 70% dei punti è stato tolto a loro.
Con l’avanzare degli anni, le sanzioni calano costantemente, anche perché
le patenti attive sono meno numerose. I minori di vent’anni sono un
caso a parte: quelli con licenza di guida sono solo 650mila, ma detengono
il primato negativo di punti persi per conducente. Le infrazioni più
frequenti e quelle che hanno comportato le decurtazioni più pesanti,
infine, interessano il superamento dei limiti di velocità (tra
i 10 e i 40 km/h), il mancato uso delle cinture di sicurezza e, stabilmente
al terzo posto, il passaggio col rosso.
Emiliano
Fittipaldi
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