Cerreto d'Esi (Ancona), 13 gennaio 2017 - Rientra a casa a Cerreto d’Esi con l’auto del padre, una Fiat Punto, ma in superstrada improvvisamente sbuca un capriolo che danneggia seriamente l’auto: la Regione condannata, dopo oltre tre anni dall’incidente, a risarcire.
Circa quattromila euro tra risarcimento interesse e spese legali varie i quali però non sono stati ancora versati, nonostante la sentenza del giudice di Pace di Fabiano che condanna l’ente pubblico risalga all’agosto scorso. Oggi l’avvocato Ottavia Pierotti depositerà l’atto di precetto: «La regione pur avendo 120 giorni di tempo per pagare, tempo concesso solo agli enti pubblici – spiega l’avvocato – non ha comunque pagato. Ora con il precetto viene intimata a pagare entro dieci giorni pena il pignoramento».
L’incidente in superstrada (direzione Fabriano, all’altezza di Serra San Quirico), causato da fauna selvatica – fatto per cui è stato istituito un fondo regionale ad hoc che prevede il 50 per cento del risarcimento del danno dall’ente pubblico – è accaduto alle 2,30 di notte del 2 maggio 2013. «Il mio assistito che chiedeva la richiesta di indennizzo di 1.319 per un danno di 2.642 – spiega il legale –, si è dovuto rivolgere al giudice di pace che ha condannato la Regione anche ai danni dovuti al ritardo per il pagamento. Il mio cliente è stato costretto fare causa, mentre la Regione chiedeva continuamente documenti di cui era già in possesso allungando così i tempi e venendo condannata tra l’altro anche a risarcire il danno da lite temeraria. Cioè il fatto di resistere in giudizio pur non avendo ragione alcuna».
A febbraio del 2015 dalla Regione è arrivata la comunicazione che la richiesta di indennizzo dl signor Enrico Spurio Zampetti era inserita tra quelle in attesa di pagamento: «Verrà liquidato non appena saranno riaperti i capitoli di spesa» ha scritto il dipendente regionale come si evince dagli atti. Dunque è stato riconosciuto il diritto al risarcimento. Ma invece del versamento, dopo due mesi, al signor Zampetti, dalla Regione è arrivata una richiesta di integrare la documentazione per il risarcimento. Così avviato l’atto di citazione in giudizio, dopo poco più di un anno la Regione è stata condannata a pagare, tra tutto oltre il triplo della cifra che avrebbe dovuto sborsare per il danno alla vettura. Oltre tre anni e mezzo di botta e risposta e carte bollate, senza che Zampetti abbia ancora ricevuto quanto gli spetta.