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Notizie brevi 20/01/2017

L’hotel rigopiano sotto il gran sasso
Almeno 25 dispersi e 4 morti
Vigili Fuoco: «Albergo spazzato via»

Una situazione «catastrofica», l’albergo «spazzato via». Così i Vigili del Fuoco raccontano quello che si sono trovati davanti quando dopo ore sono riusciti finalmente a raggiungere quello che resta dell’hotel Rigopiano, a Farindola, in provincia di Pescara. Un albergo di lusso, con spa e piscina, ai piedi del Gran Sasso, devastato dalla furia della valanga che si è abbattuta sulla struttura nel tardo pomeriggio di mercoledì 18 gennaio. La Procura di Pescara ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Trentacinque le persone che si trovavano all’interno dell’hotel al momento della tragedia, 24 ospiti e 11 membri dello staff. C’erano anche quattro bambini. Due dipendenti si sono messi in salvo. Quattro i corpi senza vita estratti in mezzo a neve e macerie, nel pomeriggio localizzato anche un quarto corpo,almeno 25 i dispersi. La struttura è stata completamente investita dalla slavina che ha coperto tutti gli edifici: la struttura principale del Rigopiano, l’area Spa e piscina, le rimesse. Solo all’alba di giovedì i primi soccorritori con gli sci sono riusciti a raggiungere l’albergo, poi nella tarda mattinata l’arrivo delle altre squadre di soccorso.

Vigili del Fuoco: «L’albergo è stato spazzato via»

«L’albergo non esiste più, è stato spazzato via, la situazione è catastrofica», raccontano i Vigili del Fuoco che sono riusciti a fatica a raggiungere la struttura. In azione unità cinofile che però non hanno rilevato segnali di vita all’interno della struttura. «La struttura - ha spiegato Luca Cari, responsabile della comunicazione di emergenza dei Vigili del Fuoco - è stata investita dalla valanga, che l’ha oltrepassata, seppellendola. Ho visto materassi trascinati a centinaia di metri e questo fa capire quanto il cono di ricerca e di intervento sia ampio. Ci sono tonnellate di neve. E tronchi di albero e detriti ovunque». «Gran parte della struttura è completamente trasfigurata - racconta Walter Milan, del soccorso alpino e speleologico - È stata spostata di diversi metri proprio dalla forza d’urto della valanga. La stessa valanga prima di impattare contro l’albergo ha raso al suolo anche un bosco nei pendii superiori». In azione unità cinofile che però non hanno rilevato la presenza di sopravvissuti. «Chiamiamo ad alta voce ma nessuno risponde» ripetono i soccorritori in uno scenario apocalittico: «un tragico miscuglio tra un terremoto e una valanga. Scavare è difficilissimo». E le immagini, girate dai soccorritori all’interno dell’hotel dopo la slavina, mostrano l’ingresso e lo scalone coperti da cumoli di neve, detriti e macerie che la slavina ha portato con sé.

L’«implosione» del resort

Un impatto che ha fatto «implodere» la struttura: «uso un’espressione un po’ impropria: vi è stata un’implosione verso l’interno», ha detto Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile, sottolineando la difficoltà delle operazioni. «Più si va avanti e più la speranza di ritrovare persone vive si affievolisce. Ma i nostri soccorritori lavorano con lo spirito di trovarne sotto le macerie», ha sottolineato ancora Curcio e lo ha confermato il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, dopo essere stato per diverse ore nella zona dell’albergo: «Le speranze di trovare persone in vita si riducono di ora in ora. In questo momento mi sento solo di abbracciare i familiari dei dispersi». A seguire sul posto le operazioni di recupero anche il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico e il direttore centrale delle emergenze dei Vigili del fuoco, Giuseppe Romano, inviati in Abruzzo dal ministro Marco Minniti. «É una situazione inimmaginabile. La strada per arrivare all’albergo è una trincea con neve a destra e sinistra - ha detto Bubbico -. I soccorritori lavorano con impegno e determinazione. Le speranza che i familiari nutrono spero che trovino una risposta».

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Due scampati alla slavina, messi in salvo

Due persone, che al momento dell’incidente si trovavano all’esterno, erano state messe in salvo già nelle ore successive la valanga: il cuoco in vacanza con la famiglia Giampiero Parete e Fabio Salzetta. Tre i corpi senza vita estratti dai soccorritori, localizzato il cadavere di una quarta persona. Ancora dispersi gli altri dipendenti e ospiti che si trovavano all’interno dell’hotel, trentacinque persone in tutto. Non si hanno notizia di cinque marchigiani, tra cui una coppia di giovani di Castignano, in provincia di Ascoli Piceno, che erano in vacanza, e un 25enne di Macerata che si trovava nella struttura insieme alla fidanzata originaria di Lanciano, in provincia di Chieti. Dispersa anche una coppia di Castel Frentano, nel chietino, e una famiglia di Osimo, madre commerciante, marito poliziotto e un bimbo di 7 anni. Tra i dispersi anche un 33enne di Terni e sei giovani del teramano. Sono i fidanzati Giorgia Galassi e Vincenzo Forti, quest’ultimo titolare della pizzeria Peter Pan di Giulianova, i coniugi Claudio Baldini e la moglie Sara, e le due dipendenti Cecilia Martella di Atri e Luana Biferi di Bisenti. Non si hanno notizie neppure di una coppia di Monterotondo: Giampaolo Matrone, 34enne titolare della pasticceria «La Deliziosa» , e la compagna di vita Valentina Cicioni, originaria di Mentana, infermiera presso il Policlinico Gemelli di Roma. I due avevano lasciato la figlia di 5 anni dai nonni a casa per passare una vacanza di relax presso il resort sul Gran Sasso.

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La valanga

Tutto è avvenuto nel tardo pomeriggio di mercoledì 18 gennaio: una enorme massa di neve, alberi, sassi e ghiaccio si è staccata da uno spazio boschivo ed è piombata sul resort. Una valanga ghiacciata lunga più di 300 metri che si è staccata dai 2.400 metri del monte Siella e che ha investito gran parte della struttura, auto e bestiame, con accumuli di neve che arrivano fino ai cinque metri di altezza.

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«Fin dall’inizio la percezione della tragedia»

«Sin dall’inizio ho avuto la percezione che fosse una tragedia» racconta il sindaco di Penne, Mario Semproni, medico ospedaliero, che ha seguito personalmente, al Centro Operativo Comunale di via Battaglioni Alpini, l’evolversi della situazione. «Sono scioccato, è una vicenda drammatica - ripete - Il Comune ha fornito ogni mezzo a disposizione per agevolare i soccorritori». La Procura di Pescara ha aperto un fascicolo sulla slavina che ha travolto e distrutto l’hotel. L’ipotesi di reato al vaglio del pm Andrea Papalia è di omicidio colposo.

«Mai visto niente del genere»

«Una roba da non credere, è stato scioccante, mai visto niente del genere. Temo ci siano poche speranze di ritrovarli in vita», ha raccontato Cristian Labanti, l’operatore del Soccorso Alpino emiliano che insieme ad Agostino Zini, Daniele Nasci e Alessandro Tedeschi ieri notte è partito con gli sci dal versante aquilano del Gran Sasso alla volta dell’hotel. I quattro sono stati tra i primi ad arrivare all’alba. «Abbiamo compiuto piccoli sondaggi, ma ci siamo trovati di fronte un muro di neve e macerie».

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>Il racconto del soccorritore: «L'albergo è sommerso, allarme lanciato da Whatsapp»

«Albergo sommerso»

Drammatici i messaggi di aiuto che erano arrivati dal resort dalla serata di mercoledì: «Aiuto aiuto stiamo morendo di freddo» è il contenuto di un sms dei due clienti (una coppia) dell’Hotel Rigopiano hanno inviato ai soccorritori. Un dirigente del 118 di Pescara aveva spiegato agli inviati del Il Centro che l'allarme è stato dato via Whatsapp, da subito si è temuto che l’albergo fosse stato completamente sommerso da neve e detriti. Alla tragedia della valanga si sono aggiunte le difficoltà per i soccorritori: la colonna degli aiuti è rimasta ostacolata da altre slavine che hanno trascinato sulla strada alberi e pietre e che i soccorritori hanno dovuto rimuovere prima che la turbina potesse passare.

«Stavano per andare via»

«Ero sceso per coordinare da Pescara le operazioni di soccorso per lo sgombero neve, poi la situazione alle 17 è precipitata. Per questo non ero lì» spiega a «Pomeriggio 5» Bruno di Tommaso, direttore dell’albergo. «Tutto lo staff si era radunato al bar, mentre gli ospiti si trovavano nella hall perché stavano per andare via» ha spiegato.

«Non sappiamo niente»

«Siamo tutti all’oscuro, non sappiamo niente di niente», racconta il padre di una delle persone disperse intervistato su Radio 24. La figlia è la responsabile del centro benessere dell’Hotel. L’ultima volta l’ha sentita «ieri sera alle quattro. Un solo un messaggio, perché i telefoni non funzionavano. Loro da ieri mattina chiedevano di essere sbloccati, ma hanno risposto che c’erano altre priorità e hanno abbandonato a pulire su».

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La testimonianza

Il Corriere ha raccolto la testimonianza del cuoco dell’albergo, Giampiero Parete, che al momento dell’incidente era fuori dall’hotel per recuperare «una medicina in auto». Secondo il suo racconto, la slavina avrebbe investito buona parte della struttura. «Ho visto la montagna cadere addosso all’edificio - ha detto - Ho visto gran parte dell’albergo sommerso dalla neve». Nella struttura si trovavano anche la moglie e i due figli dell’uomo

 

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di Raffaella Cagnazzo e Annalisa Grandi
da corriere.it

Venerdì, 20 Gennaio 2017
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