Castelfranco Aveva un tasso alcolico più di tre volte superiore al consentito, ma al processo che lo ha visto imputato per guida in stato di ebbrezza è stato assolto dal giudice per non aver commesso il fatto. Non ha potuto far altro il giudice Angelo Mascolo di fronte all’impossibilità di acquisire come prova il risultato dell’alcoltest pure effettuato da un apparecchio regolare e per ben due volte. L.R., difeso ieri nell’aula del tribunale castellano dall’avv.Ceccarelli di Treviso, era stato fermato dalla Polstrada il 15 luglio del 2004 lungo una via del comune di Castelfranco in seguito ad un controllo di routine. Una volta sceso, gli agenti hanno contestato al guidatore un evidente alito vinoso. Particolare riportato anche nel verbale e confermato ieri in aula, ma non sufficiente a dimostrare l’ebbrezza. Per questo l’uomo è stato sottoposto al test alcolimetrico che ha dato un risultato inequivocabile, in entrambe le due prove di rito (1,6-1,9 mg/l di alcol contro il limite di 0,50). La sanzione, con sospensione della patente, è stata automatica così come la denuncia all’autorità giudiziaria, visto che la guida in stato d’ebbrezza è reato di rilevanza penale. Ma gli agenti della Polstrada castellana non avevano fatto bene i conti con le norme giuridiche a garanzia del potenziale imputato. Si sono infatti dimenticati di pronunciare una semplice quanto obbligatoria formula: "Lei ha diritto di nominare un legale di fiducia". Ieri, in aula, al difensore è bastato dimostrare che questa frase non era stata con certezza pronunciata per far assolvere l’imputato. "Trattandosi di atto indifferibile ed irripetibile avente il valore di prova - ha sostenuto il legale, sulla scorta di una ormai assodata giurisprudenza di merito - vi era l’obbligo di informare il guidatore della facoltà di farsi assistere da un legale di fiducia". In sostanza, L.R. avrebbe potuto chiamare il suo legale e attendere che fosse presente prima di sottoporsi al test. C’è da chiedersi però se, a quel punto, l’eventuale sbronza non gli sarebbe anche passata rendendo impossibile ogni accertamento. Comunque, nonostante il test fosse inequivocabilmente positivo il dott.Mascolo ha emesso sentenza di assoluzione proprio per l’impossibilità di acquisire l’unica fonte di prova, purtroppo raccolta senza le dovute garanzie. Una linea difensiva sfruttata, ieri, anche in un altro caso che vedeva imputata una giovane ragazza fermata a seguito di un incidente stradale a Salvarosa (con 0.90-1.02 di alcolemia). Anche lei è stata assolta per non aver commesso il fatto, dopo che l’assistente della polstrada ha ammesso candidamente in aula di non aver menzionato nessuna facoltà di farsi assistere da un avvocato. E’ andata decisamente peggio a E.P., con un tasso alcolico quasi quattro volte oltre il limite, cui è stata contestata anche la recidiva. Condannato a oltre mille euro di sanzione pecuniaria e alla sospensione della patente per due mesi. Nel suo caso, la famosa frase era stata non solo pronunciata ma anche riportata per iscritto nel verbale da un agente evidentemente più scrupoloso. Lara Santi |