Operazione “Patente e libretto”: prosegue la lotta della Polizia Stradale alle patenti false
Nell’epoca della mobilità e della globalizzazione, risulta normale imbattersi sempre più frequentemente in automobilisti muniti di patenti di guida rilasciate da paesi esteri e, per tali motivi, difficilmente decifrabili nei contenuti. Tali difficoltà si associano spesso al dilagante problema della falsificazione: numerosi automobilisti ricorrono infatti al bazar del falso documentale sia per poter dissimulare la reale identità, sia per poter condurre veicoli e quindi potersi muovere in auto per motivi lavoro e talvolta per fini illeciti.
La problematica è fronteggiata dalla Polizia Stradale che controlla giornalmente centinaia di utenti della strada ed è quindi chiamata a valutare i più svariati documenti di identità. Grazie all’esperienza maturata negli anni e la frequentazione di specifici corsi inerenti il “falso documentale”, gli investigatori della Polizia Stradale di Alessandria, ed in particolare quelli della Sottosezione di Ovada, sono riusciti in più circostanze a smascherare direttamente sulla strada alcuni soggetti in possesso di documenti falsi, in specie patenti di guida.
Spesso si è trattato di stranieri regolarmente presenti sul territorio nazionale che, non essendo riusciti ad ottenere la patente di guida in modo regolare, si sono rivolti al mondo criminale per ottenere un documento valido per la guida. I singoli episodi sono stati oggetto anche di sviluppo investigativo con varie perquisizioni domiciliari in Milano, Bergamo e Savona che hanno portato al sequestro di ulteriori documenti falsi. Nel corso di tali attività di polizia giudiziaria, riunite complessivamente nella “operazione patente e libretto” è stato individuato, tra gli altri, un celebre professore universitario cinese, in giro per tutto il mondo per le sue convention, che è stato trovato in possesso di una patente di guida internazionale falsa. “L’ho fatto per poter guidare la vettura quando mi trovavo all’estero”, ha raccontato agli Agenti di Polizia che lo avevano fermato mentre non riusciva a condurre la potente Mercedes con il cambio automatico presa a noleggio.
Un commerciante peruviano, titolare di un’impresa operante nel settore delle pulizie con sede nel milanese (ma operante anche nell’alessandrino), non riuscendo ad ottenere il documento attraverso la “scuola guida”, si è “fatto fare” un permesso di guida sudamericano, da esibire ai controlli di Polizia. Gli è andata bene per diversi anni (durante i quali aveva guidato la sua potente Rover), addirittura facendo falsificare per una seconda volta la patente di guida, dopo che la prima falsa era scaduta.
Un cittadino marocchino, residente nel savonese, non essendo riuscito a rinnovare la patente di guida italiana alla scadenza del documento, non ha trovato di meglio che far produrre da un falsario una patente riportante i dati di quella precedente, sfruttando uno stampato rubato “in bianco”. Per alcuni anni è riuscito a passare indenne ai controlli, per poi incappare in una verifica più approfondita effettuata dalla Polizia Stradale che lo ha smascherato e ha posto fine ai suoi tentativi di farla franca.
Tutti sono stati deferiti per falsità materiale e ricettazione presso le competenti autorità giudiziarie, oltre a subire le sanzioni amministrative previste dal vigente Codice della Strada (da 5.000 a 15.000 euro) ed il sequestro amministrativo della vettura per almeno tre mesi. Gli stessi non potranno conseguire una patente di guida regolare prima di un anno.