Fa la scalinata in moto: supermulta da 22mila euro al centauro
BREDA DI PIAVE - Con la moto da enduro sulla scalinata che fa parte del patrimonio storico culturale di Longarone: in due finiscono a processo. L. T., 56enne originario di Mestre, ma residente a Breda di Piave, e A. C., coetaneo di Limana, sono accusati di danneggiamento aggravato. Secondo la Procura avrebbero agito insieme ad altre persone, rimaste ignote, danneggiando e rendendo in parte inservibile la scalinata pedonale di collegamento tra Faè e Faè Alto. Un episodio davvero sconcertante, non solo per le sue modalità, ma anche per l’età matura dei protagonisti, che dunque avrebbero dovuto capire quanto scellerato fosse il loro gesto.
Martedì mattina in Tribunale a Belluno, di fronte al giudice Elisabetta Scolozzi, si è aperto il processo, che entrerà nel vivo il 15 maggio. Uno dei due imputati era presente con il suo avvocato (in aula Massimo Montino in sostituzione degli avvocati Antonio Prade e Cristiano Biadene). Il Comune non si è costituito parte civile. La questione è arrivata in aula dopo il decreto penale di condanna: era stata comminata una multa di 22mila e 500 euro ai presunti responsabili. I due imputati si sono opposti, non hanno pagato e ieri si è aperto il procedimento pubblico.
Era il 6 gennaio 2016 quando arrivò una segnalazione che avvertiva di un gruppo di motociclisti che sfrecciavano lungo la gradinata pedonale di collegamento tra Faè e Faè Alto. Un rombo fastidioso che aveva allertato alcuni residenti: un frastuono di diverse moto da enduro. Scattò l’intervento delle forze dell’ordine, ma gran parte dei motociclisti si erano già dileguati prima dell’arrivo degli agenti.
Gli unici che vennero identificati furono i due 56enni.
A loro quindi si imputa di aver reso inservibile la scalinata causando il distacco e la frantumazione di diversi gradini in pietra. Il tutto aggravato dal fatto di aver danneggiato col loro comportamento sconsiderato un bene pubblico.
Non era la prima volta che i residenti segnalavano moto pericolose. Puntualmente ogni estate arrivano diverse chiamate alla polizia di persone che segnalano centauri pericolosi sui tornanti del Vajont, trasformati in un circuito da mondiale di motociclismo.
Il più delle volte però i centauri se la cavano con “una multa”. Questa volta sono finiti in Tribunale.
Quello che lascia veramente perplessi oltre al vandalismo del gesto è l’età dei due identificati. Il vandalismo però potrà essere riparato... invece il resto ormai no. (ASAPS)
“Gli unici che vennero identificati furono i due 56enni. A loro quindi si imputa di aver reso inservibile la scalinata causando il distacco e la frantumazione di diversi gradini in pietra. Il tutto aggravato dal fatto di aver danneggiato col loro comportamento sconsiderato un bene pubblico.”