Auto, frenata sul documento unico
Salta (per ora) il risparmio da 39 euro
Nuova frenata sul documento unico di circolazione, che prenderà il posto dei due fogli necessari oggi per l’automobilista: il libretto di circolazione e il certificato di proprietà. Il documento unico arriverà non più a gennaio bensì a giugno del 2018. Ma, soprattutto, non porterà alcun risparmio immediato per il cittadino. La sorpresa arriva dal decreto attuativo della riforma della pubblica amministrazione, approvato ieri dal consiglio dei ministri. Nella versione proposta dal ministero delle Infrastrutture, di cui si era parlato nei giorni scorsi, il nuovo documento unico garantiva un risparmio di 39 euro per ogni pratica di immatricolazione o passaggio di proprietà. Questo perché veniva dimezzato il numero delle marche da bollo, da quattro a due, e ridotta la tariffa da versare allo sportello. Ma questo pezzo del decreto è saltato. L’eventuale taglio dei costi è stato rinviato a un decreto successivo, che a questo punto somiglia parecchio a un pallone calciato in tribuna.
Il minor incasso per lo Stato
È stato il ministero dell’Economia a premere per il rinvio: con la motivazione che il taglio delle marche da bollo avrebbe provocato un minor gettito per le casse dello Stato intorno ai 100 milioni di euro l’anno. Una cifra non trascurabile, secondo i tecnici dell’Economia, per altro alle prese con la manovra correttiva chiesta da Bruxelles. Ma il rinvio è diventato un caso politico, con un forte scontro proprio tra il ministero delle Infrastrutture e quello dell’Economia. Anche perché quello di ieri è il secondo passo indietro dopo che era stata archiviata l’intenzione iniziale di fondere in un’agenzia unica la Motorizzazione e il Pra, il pubblico registro gestito dall’Aci.
I precari da assumere e le nuove visite fiscali
Il consiglio dei ministri di ieri ha dato il via libera ad altri decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione, che andavano approvati entro la fine di febbraio e che adesso vanno in Parlamento per il parere delle commissioni. Il più importante è il testo unico del pubblico impiego con le tante novità di cui si è parlato negli ultimi giorni, come le visite fiscali mirate o il piano d’assunzione per i precari con almeno tre anni di servizio. Nel testo unico viene fatta chiarezza sulle conseguenze dei licenziamenti illegittimi: a differenza di quanto previsto dal Jobs act per il settore privato, per gli statali resta il reintegro nel posto di lavoro. Ma viene definito un tetto massimo per l’indennizzo, 24 mensilità, che è lo stesso ora previsto per i dipendenti del privato. «I decreti sono il miglior biglietto da visita per il contatto che noi vogliamo chiudere», dice il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia.
ECCO IL TESTA CODA E SI TORNA ALLA CASELLA DI PARTENZA. (ASAPS)
“Quello di ieri è il secondo passo indietro dopo che era stata archiviata l’intenzione iniziale di fondere in un’agenzia unica la Motorizzazione e il Pra, il pubblico registro gestito dall’Aci. L’eventuale taglio dei costi è stato rinviato a un decreto successivo, che a questo punto somiglia parecchio a un pallone calciato in tribuna.”