Racket internazionale delle auto di lusso: venti indagati a Parma
Una maxi traffico internazionale di auto rubate che coinvolgeva anche la città di Parma e, in particolare due persone considerate vicine all'Ndrangheta, il primo M.C.. arrestato nell'ambito dell'operazione 'Borderland', il secondo M.V., coinvolto nell'inchiesta Aemilia. Oltre a loro l'inchiesta coinvolge altre 18 persone, nate o domiciliate a Parma e provincia. In totale gli imputati sono 88, accusati di 130 capi di imputazione, tra associazione a delinquere, riciclaggio, falsità materiale, falsità in scrittura privata e simulazione di reato. Le auto di grosso cilindrata venivano rubate a Parma e in altre città d'Italia e finivano in Nord Europa e in Africa, alimentando il traffico di supercar rubate. Bmw, Range Rover, Audi, Mercedes e Porsche: erano queste le marche preferite dai malviventi che avevano organizzato l'attività criminale.
LE INDAGINI
Nella primavera del 2012 si susseguirono una serie di furti di supercar. Gli uomini della banda cercavano persone che avevano acquistato auto di grossa cilindrata ma che avevano ancora dei debiti di saldare o gli acquirenti che avevano preso l'auto in leasing: la loro attività consisteva nel convincerli a venderle ad un prezzo più basso di quello di mercato. Nel caso del leasing veniva denunciati falsi furti: le auto sparivano e acquisivano una nuova identità, per poi arrivare sui mercati del Nord Europa e dell'Africa. Dopo una conplicata attività d'indagine, nata dall'intervento della Polizia Stradale, nell'ottobre del 2014 vennero effettuati gli arresti. In questi giorni la Pm Paola Dal Monte ha chiesto in rinvio a giudizio per gli indagati.
La banda va a giudizio. Sono 88 gli imputati dell'operazione 'Borderland' della Stradale (ASAPS)