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Rassegna stampa alcool e guida del 18 gennaio 2006

Note a cura di Alessandro Sbarbada.
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.



IL GIORNALE DI VICENZA

L’alcolismo, un vizio ed un mistero
Le cause e le conseguenze di una piaga sociale spesso sottovalutata ma molto diffusa
Intervista allo psichiatra e tossicologo padovano Luigi Gallimberti, che in un saggio affronta «Il bere oscuro». «Per un quinto della popolazione mondiale, il passaggio da un consumo occasionale di bevande alcoliche a quello abituale e infine all’abuso e alla dipendenza avviene senza che il soggetto se ne renda conto». «I giovanissimi sono sempre più vittime dell’ubriachezza, una risposta a carenze affettive o abbandoni»

Del dramma della tossicodipendenza parlano quotidianamente i giornali di tutto il mondo ; ma un’altra piaga sociale altrettanto devastante - la dipendenza dall’alcol - non suscita un analogo allarme. Eppure si tratta di un’intossicazione, subdola e lenta, che colpisce una gran parte della popolazione del pianeta.
Dalla prima vigna che si dice sia stata piantata da Noè subito dopo il Diluvio Universale, i derivati dell’uva sono stati una presenza costante in ogni epoca, convincendo al loro generoso consumo e spesso al loro abuso non solo povera gente che in essi s’illudeva di dimenticare i propri guai, ma anche nobili, artisti, re e condottieri - Tamerlano, ad esempio, beveva tanta acquavite che il fegato gli si spappolò, - e trasformandosi così da nettare degli dei in condanna mortale. "Il vino - ha scritto Charles Baudelaire, abituale fruitore di sostanze proibite che gli consentivano l’accesso a paradisi artificiali - è simile all’uomo : non si saprà mai fino a che punto lo si possa stimare o disprezzare, amare o odiare, né di quante azioni sublimi o di mostruosi misfatti sia capace."
Medico psichiatra e tossicologo clinico, il professor Luigi Gallimberti - che insegna Tossicologia clinica e Psicologia delle farmacodipendenze all’Università di Padova e dirige la Tossicologia clinica delle farmacodipendenze nell’Ospedale universitario padovano - ha dedicato a questo inquietante argomento un libro, Il bere oscuro. Viaggio nel mistero dell’alcolismo (Rizzoli Bur, 387 pagine, 9,20 euro), in cui intreccia storie vere, dati scientifici e riflessioni personali. Gli chiedo cosa intenda con l’espressione "bere oscuro".
"’Bere oscuro’ perché per circa un quinto della popolazione mondiale - mi dice - il passaggio da un consumo occasionale di alcol a quello abituale e infine all’abuso e alla dipendenza avviene senza che il soggetto se ne renda conto. E a quel punto, per quanto possa apparire paradossale, nessun effetto spiacevole serve a dissuadere l’intossicato dal suo comportamento : il giorno successivo a un’ubriacatura ricomincia, per quanto male sia stato, a bere."
- Sembra che questo vizio sia sempre più diffuso tra i giovanissimi. Quali conseguenze può avere sulla loro salute ?
"Negli adolescenti l’alcol è spesso una risposta a carenze affettive, maltrattamenti o abbandoni, a difficoltà della famiglia o del gruppo sociale cui appartengono, ma anche a un eccesso di attenzioni da parte di genitori che li viziano. Il problema è che il cervello di un adolescente è ancora fragile, non è protetto, per cui quello che a vent’anni non farebbe male, a sedici può provocare delle lesioni funzionali che finiscono per creare le condizioni per una dipendenza dall’alcol."
- Come si può intervenire per prevenire o limitare questo flagello silenzioso ?
"Da alcuni anni stiamo lavorando a un progetto chiamato ’Epicureo’, che è già entrato nella fase operativa e si occupa di intercettare i giovani dai 13 ai 17 anni che abusano di alcol nell’intera provincia di Rovigo e nel contempo di divulgare a tutti i livelli, con la collaborazione del vescovo, del Prefetto, degli insegnanti, dei genitori, del Provveditore e dei sacerdoti, questo messaggio : fino a diciotto anni i ragazzi hanno tutto il diritto di divertirsi, ma hanno il dovere di non farlo ricorrendo a sostanze chimiche. E’ un messaggio forte che secondo me andrebbe divulgato in tutto il Paese, per sensibilizzare le fasce più fragili, nelle quali il contatto con l’alcool predispone a diventare alcolisti."
- L’alcolismo può essere anche ereditario ?
"C’è senza dubbio una predisposizione trasmessa per via genetica : nelle famiglie in cui c’è un bisnonno, un nonno, la madre o il padre con problemi di alcolismo, il cervello del giovane è sensibilizzato in questa direzione. Per capirci, al figlio di un alcolista che beve a digiuno un bicchiere di vino non girerà la testa ; mentre un ragazzo che non ha nessun caso di alcolismo in famiglia ne risentirà subito. Questa è la prova che ci sono cervelli più o meno sensibilizzati all’alcol."
- Quali sono le manifestazioni più evidenti dell’ubriachezza?
"L’ubriachezza comporta eloquio impastato, scarsa concentrazione, un allentamento delle inibizioni che porta a fare discorsi e compiere azioni cui una persona sobria non si abbandonerebbe mai - ad esempio l’80 o forse addirittura il 90 per cento delle violenze sessuali sono commesse in conseguenza dell’effetto disinibitore di alcune sostanze, alcol in testa, - fino ad arrivare a uno stato di confusione e poi di coma. Questi sono gli effetti dell’intossicazione acuta che possono manifestarsi in chi ha bevuto troppo, magari per la prima volta. L’intossicazione cronica, invece, conduce a crisi di astinenza anche molto gravi, non appena l’alcol sparisce dal sangue, con disturbi che tendono ad attenuarsi non appena si torna ad assumere alcol."
- Oggi si calcola che si bevono in media 51 litri pro capite all’anno : una bazzecola, in confronto ai 600 che si scolava nello stesso arco di tempo un veneziano nel XVII secolo.
"Il fatto è che un tempo si ricorreva al vino anche per scaldarsi e nutrirsi, e perché si credeva che potenziasse l’attività sessuale. Va inoltre tenuto conto che oggi si beve meno ma in compenso si fa un gran consumo di psicofarmaci e cocaina, eroina, ecstasy. In passato, per ottenere eccitamento e piacere, c’era solo l’alcol."
- Perché chi beve è spinto a bere sempre di più ?
"Perché prova un senso di benessere, di piacevole miglioramento della sua capacità di socializzare, di porsi in relazione col prossimo. L’alcol, inoltre, assunto in dosi adeguate, permette di digerire meglio e fa sentire più rilassati. Una ricerca ha dimostrato che le donne di ottanta-novant’anni che bevono un bicchiere di vino al giorno nel 30 per cento dei casi rimangono più ’sveglie’ delle loro coetanee astemie."
- Perché ha intitolato un capitolo del suo libro L’inferno come categoria diagnostica ?
"Perché chi pratica un vizio generalmente viene considerato un peccatore meritevole dell’inferno, ma se si dimostra che il suo comportamento non è dettato dal libero arbitrio, bensì da una sindrome, esso smette di essere una colpa e diventa semplicemente oggetto di una diagnosi. Anziché condannare, oggi si diagnostica."
- Tra i suoi pazienti lei ha avuto diversi personaggi noti. Le persone si prestano volentieri alle sue cure ?
"Tutti i miei pazienti vengono da me trascinati per le orecchie. Nessuno verrebbe da me spontaneamente, perché quando si propone come cura la privazione di un piacere, nessuno si presta volentieri. Il fatto è che non si viene da me per eliminare una sofferenza, come nel caso di chi va dal medico per guarire da un’ulcera o da un’ipertensione ; anzi, le mie cure mirano a sopprimere l’intenso piacere che tutte le tossicodipendenze, i comportamenti alimentari patologici e le perversioni di vario genere procurano."
Renzo Oberti


LA PROVINCIA DI COMO

È nata in città una nuova associazione che lavorerà a stretto contatto con l’ospedale: offrirà anche sostegno alle famiglie «Donarsi» per combattere alcolismo e malnutrizione

(gp) Il già vasto panorama dell’associazionismo marianese si arricchisce di un’altra realtà, la cui nascita è stata rammentata durante la festività dell’Epifania dall’assessore alla Cultura Sergio Rovagnati. E’ sorta infatti l’associazione Onlus «Donarsi» con l’obiettivo di combattere malnutrizione e alcolismo. In particolare intende aiutare chi presenta patologie legate ad obesità, malnutrizione, alcolismo, ma anche quanti offrono sostegno alle famiglie. Donarsi vuole quindi aiutare sia chi presenta tali patologie, sia i loro familiari a migliorare la qualità della vita quotidiana, favorire il raggiungimento del benessere psicofisico, nonché a facilitarne il reinserimento nella vita sociale. L’associazione, creata recentemente da un gruppo di sei persone volontarie e presieduta da Caterina Napoli, ha steso un programma che si propone di offrire corrette informazioni sulle patologie organizzando iniziative ed eventi; collaborare con gli enti preposti ed aiutarli nella ricerca in collaborazione con le strutture ospedaliere; sostenere e coadiuvare gli stessi enti all’assistenza, progettazione e realizzazione di servizi di pubblica utilità per le persone con rilevanti problemi derivanti dalla malnutrizione; infine promuovere iniziative a supporto della ricerca clinica per l’approfondimento delle patologie. La presentazione di Donarsi (la sede è presso il presidio ospedaliero di Mariano-Unità operativa di Medicina della nutrizione, per informazioni telefonare allo 031.755282) è avvenuta in due fasi: dapprima al palazzo Civico di piazza Roma alla presenza di esperti per spiegare le tematiche in oggetto e poi alla sala comunità San Carlo dove c’è stata una rappresentazione teatrale e la neonata associazione ha voluto far conoscere al pubblico le proprie finalità.


LA STAMPA

Botta & risposta

“Quei soldi pubblici spesi per il vino sono un controsenso”

La notizia dell’avvio del piano Mc Kinsey per la promozione del moscato non è una buona notizia, non può esserlo, se è vero che quasi quaranta milioni di euro, di cui sedici di denaro pubblico, verranno investiti in una attività pubblicitaria che, ancora una volta, non ha nessuna possibilità di avere un ritorno significativo sul territorio astigiano.

Non è una buona notizia sapere che si continua a promuovere gli alcolici che sono la prima causa di mortalità nei giovani. Un decesso su quattro nella fascia di età dai 15 ai 29 anni è causato dall’alcol.

Non è una buona notizia nemmeno per i produttori, per i quali era forse più conveniente incamerare direttamente i circa 6.500 euro risultanti dal dividere la cifra complessiva per il loro numero.

I produttori di vino sono vittime della pubblicità da loro stessi promossa. Una informazione a senso unico e la mancanza di confronto con gli aspetti negativi del vino hanno creato una realtà fittizia, dove prevalgono aspetti simbolici ed aspettative molto lontane dalla realtà quotidiana della maggior parte dei consumatori.

Quasi tutti gli fattori che influenzano il consumo di vino sono scarsamente influenzabili dalla pubblicità. Altri aspetti, invece, non evitabili, agiscono in senso contrario. Ad esempio la recente legge sul tabacco, che vieta di fumare nei locali pubblici, ha prodotto, da un giorno all’altro, un calo del consumo di alcolici del 3-4 %. Altri segnali ci dicono che il consumo di vino, anche moderato, è incompatibile con la maggior parte delle attività quotidiane. E questo diverrà sempre più evidente.

Si faranno sempre più controlli sulla strada: nel 2004 in Italia sono stati effettuati 140.000 controlli con l’etilometro, in Francia 8.600.000, in Inghilterra 6.400.000. Sta per essere varata una legge che proibisce il consumo di alcol sui luoghi di lavoro, lo stesso avverrà per altri contesti. Negli stadi già avviene.

Qualcuno dovrebbe fare il calcolo di quanto denaro è stato investito nei venti anni trascorsi dallo scandalo del metanolo per la promozione del vino, il cui consumo nel frattempo è dimezzato. Altrimenti ci troveremo fra quattro anni a credere ancora a chi ci dirà che il vino ha un grande futuro.

Roberto Argenta psicologo ASL 19 servizio Patologie da Dipendenza. Asti



“Il problema dell’alcolismo esiste ma non servono ricette talebane”

La lettera del Dott. Argenta, con tutto il rispetto, mi pare quella di un talebano. Come consulente aziendale del settore vitivinicolo e sindaco di barbaresco (comune al di fuori dell’area dell’area di origine dell’Asti spumante) vorrei ricordare a lui e ai molti che confondono vino ed alcolismo alcune cose.

L’impegno economico legato al “Progetto McKinsey” è senza dubbio considerevole. Tuttavia, l’investimento maggiore è del settore produttivo, che ha legato l’impegno promozionale – promozionale e non pubblicitario – all’Accordo interprofessionale che contribuito a sostenere il reddito delle 10.000 famiglie legate al mondo del vitigno Moscato e dei vini Asti e Moscato d’Asti.

L’intervento pubblico è quindi da vedere come un sostegno alla collettività e un progetto che coalizza le varie componenti della filiera del Moscato e dell’Asti, con la responsabilità di finalizzare in maniera efficace l’investimento così rilevante. Non condivido le considerazioni che tendono da un lato a demonizzare il vino, ponendolo sullo stesso piano dei prodotti superalcolici e, dall’altro, a sottolineare un certo declino del prodotto vino. È fuorviante porre sullo stesso piano il vino che ha limitata ricchezza alcolica (dal 10,5 al 14% e nel caso degli spumanti anche meno) e di superalcolici a 40 – 50 gradi (che vengono consumati sotto forma di mix dai giovani nei locali notturni). Per quanto riguarda il presunto declino del vino nella società moderna, non bisogna solo leggere i dati quantitativi. L’analisi completa tiene conto anche del valore aggiunto, del fattore immagine, dei legami con la tradizione e la cultura, dell’effetto turismo, dell’influenza sull’economia di un territorio. La percezione del vino dagli Anni Cinquanta ad oggi è cambiata in meglio. Se allora il vino era soprattutto un alimento, con evidenti esagerazioni, oggi la sua percezione è molto più ampia (il vino è piacere alimentare responsabile, stile, turismo, status symbol, salute, paesaggio, ecc.).

Le colline piemontesi sono da sempre una terra da vino. Che cosa vogliamo farle diventare? Una terra di girasoli o rose canine?

Giancarlo Montaldo sindaco di Barbaresco


IL SECOLO XIX

«Non mi sono accorto del ragazzo. Sono fuggito per non perdere la patente»
Auto pirata. Scarcerato l’impresario Macrì

Imperia «Signor giudice, mi deve credere: se solo avessi capito di aver investito qualcuno mi sarei fermato. Sono dispiaciuto, mai mi sarei immaginato di fare una cosa così grave. Glielo giuro credevo di aver urtato contro un motorino. Mi sono allontanato perché avevo paura che i carabinieri mi ritirassero la patente. Senza non posso andare a lavorare». Così si è giustificato Enzo Macrì, l’imprenditore edile di 27 anni di Imperia, difeso dall’avvocato Carlo Fossati, davanti al gip Luigi Sanzo nell’udienza di convalida dell’arresto che si è svolta a porte chiuse ieri mattina in un’aula del palazzo di giustizia. Chiuso nel suo giubbotto blu, stretto tra tre agenti della polizia penitenziaria il giovane, che è incensurato, è arrivato verso le 11,30 in Tribunale col cellulare del carcere. Affiancato dal suo legale ha raccontato la sua verità al giudice Luigi Sanzo che hai poi deciso per la sua scarcerazione. Era stato fermato l’altra notte dai carabinieri di Imperia per omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza, ma da ieri Enzo Macrìè già tornato in libertà con il solo obbligo di firmare i registri dei carabinieri.
Con la sua auto, una Mercedes Slk, mentre stava facendo ritorno a casa dopo una festa di compleanno trascorsa a casa di amici, con un tasso di alcol nel sangue pari a 1,80 milligrammi, a notte fonda ha centrato un motorino parcheggiato lungo corso Inglesi a Sanremo. Uno schianto tremendo che ha mandato all’ospedale M. L., uno studente sedicenne residente nella stessa città dei fiori, ora ricoverato in coma all’ospedale Borea. Dopo una notte trascorsa dietro le sbarre del carcere di Imperia l’imprenditore ventisettenne ha già potuto riabbracciare i familiari che ieri mattina hanno atteso angosciati le decisioni del giudice seduti sulle poltroncine dell’atrio al fondo del lungo corridoio al primo piano del palazzo di giustizia.
Vivono ore di grande angoscia anche i genitori del sedicenne M. L. che anche ieri non hanno abbandonato l’ospedale Borea dove è stato ricoverato. Il ragazzino ha subito un grave trauma cranico. La Tac non avrebbe rilevato lesioni cerebrali. Tuttavia le sue condizioni sono considerate gravi. I medici che lo trattengono in osservazione, per questo motivo, non hanno ancora sciolto la prognosi. G.Bar.


IL SECOLO XIX

Evade da casa per quattro ore si ubriaca, dà in escandescenze e la polizia lo manda in carcere.
Quarantenne agli arresti domiciliari

Imperia A tradirlo sono state quattro ore di libertà e qualche bicchiere di troppo. Evaso da casa G. R., 40 anni, ha cominciato a girare nei bar di Oneglia.
Prima un bicchiere, poi un altro e alla fine un esercente ha deciso che era arrivato il momento di convincerlo ad allontanarsi dal locale perché infastidiva gli altri avventori. E’ bastato poco per surriscaldare gli animi. Il quarantenne ha sfogato la sua rabbia soprattutto contro alcune auto posteggiate in via Vecchia Piemonte, la strada che incrocia con via Garessio a ridosso della stazione di Oneglia.
Sono stati due agenti della volante della polizia, che stavano compiendo un servizio di vigilanza proprio nella zona dello stabilimento Carli, a bloccarlo prima che la situazione potesse degenerare.
Da un rapido controllo via radio con la centrale del 113 è saltato fuori che G. R. era un evaso. Secondo un’ordinanza del giudice del tribunale di Imperia dove fare ritorno a casa entro le 19, come ogni sera. Invece la pantera della polizia lo ha sorpreso in giro quattro ore dopo, alle 23. Inevitabile a quel punto l’arresto per evasione dagli arresti domiciliari, oltre ad una denuncia per danneggiamento.


CORRIERE DELLA SERA (Cronaca di Milano)

Omaggio a Bonvi l’anarchico e alla sua ironia tagliente

IL FUMETTO

Dieci anni fa, con modalità paradossali che lo avrebbero perfino fatto sorridere (lui, alcolista, travolto - sobrio - da un pirata della strada ubriaco), moriva Franco Bonvicini alias Bonvi: figura leggendaria del fumetto italiano non solo per l’eccellenza della sua arte, ma anche per la sregolatezza vera di una carriera quasi più ricca di aneddoti che di strisce disegnate. Nelle «Sturmtruppen», satira contro il potere che dall’esordio nel ’69 conquistò senza sforzo e in eterno pubblico e critica (e da cui Samperi trasse nel 1976 un bel film oggi invisibile), l’autodidatta Bonvi travasò tutto se stesso: uno sguardo politico anarcoide con cui perfezionare il suo segno unico, affilando un’ironia tagliente e donandole il controcanto di una malinconia sottile. Per verificarlo, il gigantesco volume commemorativo dall’eloquente titolo «Il mondo secondo Bonvi» raccoglie più di duemila strisce in ordine (quasi) cronologico. E decine di testimonianze (tra cui quelle di Eco, Guccini e i fidi Guido De Maria e Silver), recensioni, memorie e fotografie del genio modenese. Commovente. (Filippo Mazzarella)

STURMTRUPPEN, il mondo secondo Bonvi (Rizzoli, 560 pagg. b/n, cartonato, 36).


Domenica notte, intorno alle 3, alla guida della propria vettura, di ritorno verso casa
Ubriaca al volante, patente ritirata.

ORVIETO – Ubriaca al volante, patente ritirata ad una venticinquenne del vicino Viterbese. La ragazza si trovava domenica notte, intorno alle 3, alla guida della propria vettura di ritorno, verso casa, da un locale notturno dell’Orvietano. Procedeva a zig zag sulla carreggiata sud dell’Autostrada del Sole, tra Orvieto ed Attigliano. Per questo gli agenti della polizia stradale della sottosezione di Orvieto hanno alzato la paletta e fermato la giovane, all’incirca, all’altezza dello svincolo di Attigliano. In evidente stato confusionale la ragazza è stata subito sottoposta al test etilometrico che ha rivelato una percentuale di alcol nel sangue pari al triplo del limite consentito. Per la venticinquenne è scattata subito la denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza alcolica e il ritiro della patente. Automatica anche al sottrazione di dieci punti dalla patente di guida


IL GAZZETTINO (Vicenza)

IN TRIBUNALE L’uomo arrestato perchè aveva gettato benzina contro i carabinieri è stato processato per direttissima: la pena di 2 mesi e 20 giorni gli è stata sospesa a condizione che svolga lavori utili
Per evitare la prigione per un mese dovrà fare il giardiniere per la Provincia

Bassano. Ieri, Franco Moro, 54 anni, di Bassano, arrestato sabato notte per resistenza a pubblico ufficiale perchè, prima, ha tentato di colpire i carabinieri con un’asse di legno e poi li ha spruzzati di benzina, è stato processato per direttissima. Davanti al giudice dott. Andreazza (pm. dott.ssa Arata), l’uomo ha patteggiato 2 mesi e 20 giorni di reclusione. Il giudice ha concesso la sospensione condizionale della pena, subordinandola però alla prestazione, entro 6 mesi dal passaggio in giudicato della sentenza, di lavori socialmente utili. Se vorrà scampare il carcere, il Moro per un mese dovrà dedicare il sabato mattina (4 ore lavorative) alla manutenzione di giardini e boschi di proprietà della Provincia. È una delle prime volte in cui il nostro Tribunale decide misure del genere.

Come riferito ieri, alle 23 di sabato, la moglie di Franco ha chiamato il "112" chiedendo aiuto: il consorte aveva di nuovo bevuto e stava minacciando lei e il figliolo. É accorsa una "gazzella". I militari hanno trovato l’uomo in cortile. Come si sono avvicinati, il 54enne ha scagliato contro di loro una tavola. Quindi è corso in garage, ne è uscito con una tanica di benzina e ha gettato il carburante contro i tutori dell’ordine e i familiari, centrando in particolare un appuntato e l’auto di servizio dell’Arma. Nel contempo urlava: "Andate via o vi do fuoco!". La situazione era pericolosa e i due carabinieri sono arretrati. É arrivata un’ambulanza e dopo un po’ militari e infermieri hanno fatto irruzione nella rimessa e hanno bloccato il Moro.

Il 54enne è stato portato in ospedale, ove è stato accertato il suo stato di ebbrezza; poi in caserma, dove è stato arrestato e condotto al S. Pio X di Vicenza.

Le forze dell’ordine erano intervenute altre volte per sedare liti nella famiglia Moro, che vive in condizioni difficili, ma mai le cose erano precipitate in questa maniera.


IL GAZZETTINO (Udine)

CONTROLLI
Alcol al volante, puniti in 51

Maniago

(Ro) I carabinieri fanno strage di patenti alcoliche. È quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica quando quattro pattuglie dell’Arma di Cimolais e Meduno, nell’ambito di un piano per la prevenzione degli incidenti ma soprattutto dell’uso smodato di sostanze alcoliche, hanno bloccato e sottoposto ad alcoltest oltre un centinaio di conducenti. Desolante il risultato dell’operazione che si è perfezionata nelle vicinanze di un noto locale di Maniago. Ben cinquantuno automobilisti, nella maggioranza giovani tra i 20 e i 40 anni, sono stati trovati al volante con la mente annebbiata dall’alcol. Sono stati tutti appiedati con contestuale denuncia in stato di libertà per guida in stato d’ebbrezza.

Il controllo anti-alcol dei carabinieri a Maniago è stato deciso dal comandante della Compagnia di Sacile Alessandro Di Stefano sulla base di un programma più vasto che punta a prevenire gli incidenti causati dalla guida in stato d’ebbrezza.

I militari dell’Arma si sono così piazzati alla periferia della città dei coltelli e, utilizzando l’alcoltest, hanno fermato e controllato decine e decine di automobilisti, la maggioranza dei quali sono stati trovati al volante con la mente annebbiata dall’alcol (d’altra parte erano appena uscite da un locale molto frequentato, soprattutto dai giovani e dai giovanissimi).

Da quanto è stato possibile apprendere iniziative analoghe sono state programmate in altre zone della Pedemontana Pordenonese tra Spilimbergo e Maniago fino ad Aviano.


REPUBBLICA.IT

MARCHE: ITX TROVATO ANCHE NEL VINO E NEL CACAO

L’ITX, la sostanza tossica rinvenuta nei mesi scorsi nei tetrapak contenenti il latte per bambini, e’ stato trovato anche nel vino e in due prodotti alimentari tra cui il cacao. La scoperta e’ stata fatta, anche questa volta, dai tecnici dell’Arpam (agenzia per l’ambiente delle Marche) di Ascoli dopo alcune verifiche. Ora si attendono delle controanalisi da parte delle aziende interessate dalla nuova contaminazione, in attesa dei risultati definitivi. Scatta dunque un nuovo allarme alimentazione che in questo caso riguarda il vino, ma potrebbe coinvolgere tutti i prodotti liquidi alimentari contenuti nelle confezioni in tetrapak.


REPUBBLICA.IT

Parigi, 18 gennaio 2006

BUONA TAVOLA: RICERCA USA,FORMAGGI E VINI NON COMPATIBILI

Se state pensando di organizzare una cena soltanto a base di formaggio, sappiate che e’ inutile spendere soldi per un vino d’annata: gli scienziati hanno scoperto che dopo aver mangiato un pezzetto di formaggio, nessuno e’ piu’ in grado di distinguere un vino di qualita’ da un altro assolutamente scadente. I ricercatori dell’University of California a Davis hanno sottoposto ad alcuni sommelier quattro diversi tipi di vino; e poi li hanno sollecitati a provarne altrettanti dopo otto diversi tipi di formaggio. "Si sono accorti che il formaggio cancellava quasi ogni tipo di sensazione, compreso l’aroma degli acini e del legno delle botti", ha scritto la prestigiosa rivista britannica ’New Scientist’. "I formaggi forti cancellavano il sapore in maniera piu’ netta di quelli piu’ dolci, ma i sapori erano comunque annullati. In altre parole, non c’e’ un’accoppiata vincente per vino e formaggio". La responsabilita’ potrebbe essere del grasso contenuto nel formaggio, che forma una specie di guaina protettiva all’interno della bocca e sulla lingua, attenuando il sottile bouquet del vino; oppure di alcune proteine del formaggio che si legano a quelle del vino, impedendo loro di attivare le ghiandole del gusto. (*) (AGI)

(*) Nota: Un tempo i venditori di vino sleali “infinocchiavano” i lori clienti offrendo loro biscotti contenenti anice perchè credevano che l’aroma del finocchio coprisse i difetti del vino. Ora però le cose sono molto cambiate, le promozioni dei vini ormai assomigliano a dei vernissages di grandi eventi. Le degustazioni però sono quasi sempre abbinate a degli assaggi di formaggio.


LA STAMPA

Automobilisti ubriachi, ritirate quattro patenti

LA NAZIONE

Ubriaco in motorino Giovane denunciato

UNIONE SARDA

Guidava ubriaco, giovane...


Giovedì, 19 Gennaio 2006
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