Altra manomissione del tachigrafo in Sicilia, altra denuncia per il titolare dell'azienda
da uominietrasporti.it
Tre indizi fanno una prova, diceva Agatha Christie. E in effetti dopo che qualche giorno fa vi avevamo raccontato di due casi in cui la responsabilità per la manomissione del tachigrafo veniva fatta ricadere sul titolare dell’azienda, adesso dalla Sicilia arriva un’altra decisione della polizia che va nella stessa direzione. Anche se, a dirla tutta, non scagiona completamente il conducente. Ma andiamo ai fatti.
Domenica mattina un camion veniva fermato dalla polizia stradale di Buonfornello sulla A19 Palermo-Catania, per la precisione nell’area di sosta Caracolli Sud. Alla guida un autista di 36 anni, nel semirimorchio un carico di patate da andare a consegnare. Gli agenti però si accorgono dai dati scaricati che il tachigrafo non dice il vero e così, verificata la strumentazione in officina, viene appurato che in realtà la centralina del camion non trasmetteva i dati al tachigrafo, in quanto a deviarli interveniva una sorta di bypass, un circuito parallelo che poteva essere attivato e staccato a piacimento dell’autista attraverso un telecomando rinvenuto in cabina. In questo modo, l’uomo riusciva a coprire lunghe tratte internazionali (verso Spagna, Francia e Germania) rimanendo alla guida dalle 12 alle 18 ore consecutive.
A quel punto gli agenti decidevano di denunciare il tutto alla magistratura con l’accusa di manomissione di strumenti finalizzati a garantire la sicurezza sul lavoro, così come previsto dall’art. 437 del codice penale. Un’accusa però che non andava a colpire soltanto l’autista, ma anche il titolare della ditta di autotrasporto con sede a Messina. In più per entrambi scattava una sanzione pecuniaria di 1.936 euro e, soltanto per il conducente, anche la decurtazione di 10 punti dalla patente.
Insomma, sembra di assistere a un vero e proprio giro di vite che chiama in causa, a seconda dei casi, anche o soltanto i titolari delle aziende. D’altra parte, parliamo di un fenomeno che definire dilagante è forse riduttivo: i dati Istat relativi al 2015 parlano di più di 6.500 infrazioni sanzionate ogni anno per manomissione del tachigrafo. In pratica, considerando le 78 giornate di stop imposte dai divieti di circolazione, significa che ogni giorno vengono riscontrati 22,7 taroccamenti. A questo punto non rimane che verificare se questo cambio di registro possa ridurre questo numero astronomico.
Secondo l’Istat sono state 6.500 le infrazioni di accertate nel 2015 per manomissione del cronotachigrafo, come dire che tolte le 78 giornate di fermo imposto dai divieti di circolazione dei veicoli pesanti, ogni giorno la polizia riscontra circa 23 taroccamenti. Ma ora sembra comincia a cambiare la strategia con la chiamata in causa diretta delle imprese di trasporto con la denuncia anche ai sensi dell’articolo 437 del CP. (ASAPS)