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Notizie brevi 14/04/2017

Giovanni Salvi: "Cellulare sequestrato e subito test del sangue per i pirati della strada"

Roma, la svolta del procuratore generale: "Ricorriamo a misure estreme, ma la legge le consente. Non forziamo le norme penali, anzi le applichiamo in una maniera coerente con la gravità dei fatti cui si riferiscono"

ROMA. Da alcuni mesi a Roma e nel Lazio, in caso di incidente grave o mortale, quando ci sia anche solo il sospetto di abuso di alcol o droga, si possono fare coattivamente gli esami del sangue del guidatore. Non solo. Le forze dell'ordine possono anche procedere al sequestro del cellulare per vedere se chi guidava era distratto. Sono le disposizioni definite da un protocollo stipulato da Polstrada, Regione Lazio e Procura generale presso la Corte d'Appello. Un modo per rendere operativa la legge 41 del 2016, che ha introdotto l'omicidio stradale. La direttiva porta la firma del procuratore generale di Roma, Giovanni Salvi. "In questo documento che non è solo una dichiarazioni di intenti, ma organizza una struttura operativa serrata, ci sono tre attori principali. Da un lato la sanità, dall'altro la polizia stradale e, come terzo referente, le procure. È stato necessario immaginare questo perché il legislatore ha voluto che vi fosse una maggiore attenzione per le vittime della strada. Soprattutto per gli episodi collegati all'abuso di alcol e stupefacenti. Gravissimi incidenti nei quali la perdita della capacità di reazione deriva dall'uso di queste sostanze".

Alcol e droga. Ma lei, Procuratore, ha regolamentato anche le disattenzioni dovute all'uso dei telefonini che secondo i dati sono, insieme alla velocità, la principale causa di incidenti nel 2015.
"Proprio per questo abbiamo disciplinato tale fattispecie. Perché l'uso del cellulare è una causa di perdita di attenzione. Basta guardarsi intorno: ogni giorno si vedono persone che scrivono messaggi in motocicletta o che chattano in autostrada mentre guidano. Ecco, anche se questi atteggiamenti non erano previsti dalla legge, noi li abbiamo inseriti nel protocollo".

In che modo?
"Prevedendo il sequestro del cellulare per verificare che uso se ne stesse facendo al momento dell'incidente: se era in funzione, se si usava il vivavoce o gli auricolari, se era collegato a internet, ai social o se erano appena stati inviati o ricevuti messaggi. Una volta che il pm ha disposto il sequestro, si fanno accertamenti tecnici che serviranno, eventualmente, al processo" .

Le analisi del sangue: spesso le persone coinvolte in incidenti si rifiutano di farle.
"Il legislatore non aveva disciplinato come fare questi prelievi, ha previsto solo una sanzione in caso di rifiuto. Il problema è che la sanzione è molto più bassa rispetto a quella che deriverebbe dal fatto di avere ammazzato qualcuno perché intossicato da alcol o stupefacenti. Il risultato è che chi guida ubriaco o drogato preferisce di gran lunga la sanzione pecuniaria, piuttosto che affrontare qualche anno in più di detenzione. Giuridicamente la questione è complicata, ma noi abbiamo ritenuto che, se ricorrono alcune condizioni, il legislatore abbia consentito il prelievo coattivo. Alcune procure hanno interpretato la norma ritenendo che non si possa fare. Noi ne abbiamo a lungo discusso con i procuratori del Lazio e deciso che, invece, è possibile".

E questo vale per tutto il Lazio?
"Sì. La Regione ha indicato una serie di metodi per fare il prelievo coattivo del sangue, c'è l'impegno a sperimentare metodi nuovi, meno invasivi. Nel frattempo in vari punti di pronto soccorso o di ospedale sono stati organizzati centri con personale specializzato".

Quando avviene questo? Solo in caso di omicidio o anche di incidente grave?
"Non sempre si sa se ci sia una prognosi superiore ai 40 giorni, perciò abbiamo ritenuto che ciò che rileva ai fini della legittimità del prelievo sia la valutazione che fa il pm sulla prognosi. Per procedere, ovviamente, serve il via libera dell'autorità giudiziaria".

Queste persone vengono arrestate?
"No, fermate per il tempo strettamente necessario all'accertamento. E accompagnati in ospedale dalle forze dell'ordine. Il tutto sempre con il consenso del procuratore. È un sistema che sembra complicato ma che, invece, agevola il lavoro di tutti. Il personale coinvolto sa cosa deve fare. Abbiamo regolamentato tutto, dai primi momenti alla custodia dei reperti ematici che serviranno nel contradditorio. In modo che in tutto il Lazio ci sia una procedura omogenea per fare gli accertamenti coattivi ogni volta che c'è il sospetto di un incidente stradale causato da abuso di alcol o droga".

 

di Maria Elena Vincenzi
da repubblica.it


Il Procuratore Generale di Roma fa chiarezza sulle modalità operative per il prelievo coattivo del sangue e per la raccolta delle prove dopo un incidente. (ASAPS)
Sono le disposizioni definite da un protocollo stipulato da Polstrada, Regione Lazio e Procura generale presso la Corte d'Appello. Un modo per rendere operativa la legge 41 del 2016, che ha introdotto l'omicidio stradale. La direttiva porta la firma del procuratore generale di Roma, Giovanni Salvi.

Venerdì, 14 Aprile 2017
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