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Notizie brevi 05/05/2017

Truffe nel traffico, ecco tutti i trucchi dal falso incidente alla donna incinta

Tamponamenti provocati, specchietti rotti, ragazze in preda a malori, lanciatori di sassi, scooteristi che aprono lo sportello posteriore delle auto ferme al semaforo: la capitale in balìa dei delinquenti on the road...

No, non c’è solo il giovanotto della Micra grigia. Quello dalla lingua sciolta, capace di raccontare dieci panzane al minuto, il falso carrozziere che abborda gli automobilistisul lungotevere sotto l’Aventino, ti viene addosso strusciandoti la fiancata e poi pretende di essere rimborsato. Macché, fate attenzione: la «truffa dello specchietto» ha tante varianti. Possono ammaccarti il paraurti, aprirti la portiera di dietro a tradimento, fingere di essere stati investiti... «A me - racconta Lorenzo, giornalista cinquantenne, scafato quel che basta a salvare il portafoglio, ma non la carrozzeria - è successo due volte su via dei Monti Tiburtini. Tornavo di notte dalla redazione e l’arroganza con la quale mi hanno inseguito e costretto ad accostare è stata spaventosa. Poi ho avuto il guizzo: è bastato prendere in mano il cellulare e dire “Ok, chiamo la polizia” per vederli fuggire».

«Devo correre in ospedale»
Peccato che talvolta non basti. Una seconda collega, giornalista di Mediaset, è tuttora incavolata. Soprattutto con se stessa. «La scorsa estate stavo percorrendo il Muro Torto. Era un’auto tipo Panda di colore scuro con una coppia e due bambini con accento napoletano. Ho sorpassato e sentito un rumore di carrozzeria. Lui dietro si sbracciava. Mi sono fermata e mi è venuto incontro cordialissimo. Mi ha spiegato che i figli erano terrorizzati, che gli avevo rotto lo specchietto, in realtà già penzolante, e che bastava fare il Cid». Al momento di prendere il modulo nel cruscotto, però, colpo di scena. «Ha cambiato tono, dicendo che doveva correre al Policlinico da suo padre ricoverato. Lo specchietto mi costa 90 euro, chiudiamola così, tra persone civili, insisteva». Morale: «Avevo appena preso i soldi al Bancomat e ho pagato. E subito dopo ho capito con profonda vergogna di essere stata fregata!» Avanti, attenti. Via Olimpica, direzione Salaria. «La prima volta mi avevano ammaccato l’auto con un sasso e ci sono cascato in pieno - ammette Marcello S., professionista - ma la seconda ho tenuto duro. Il truffatore ha alzato il cofano posteriore e se ne è andato. Fateci caso, se vi capita: la manovra serve a impedire di leggere la targa».

Parole magiche
Come difendersi? Scartate le soluzioni più drastiche («Mi è venuto la voja di metterlo sotto», «L’avrei massacrato a colpi di cric»), chiedere aiuto - anche con una certa foga - quasi sempre funziona. «Mi hanno agganciata sul lungotevere, io ho urlato “carabinieri!” e sono volati via come il vento», racconta Astrid, impiegata. «Ero sulla Laurentina, zona Cecchignola. Gli ho gridato che chiamavo mio fratello e il delinquente se ne è andato prendendomi a parolacce», testimonia Angela, fotografa d’arte. «Viaggiavo sulla Roma-Fiumicino: l’ho aspettato, affiancato, ho abbassato il finestrino e gli ho detto “ok, andiamo dai carabinieri!” In un baleno è sparito!», ci scherza su Mattia, manager privato.

«Mi hai rotto il cellulare»

E poi vanno considerate le varianti allo specchietto: automobilista avvisato, mezzo salvato. La truffa della finta gestante l’ha sperimentata Marcella G., pensionata. «Ero in auto in centro, a Campo Marzio, a passo d’uomo, quando una ragazza si piegò in due, dicendo che l’avevo colpita. Era incinta, sosteneva, e le avevo rotto il telefonino cellulare. Mi offrii di portarla in ospedale, ma preferì farsi rimborsare 50 euro». Il falso incidente sulle strisce, invece, lo racconta Anna A., psicologa. «In via Piccolomini una complice attraversò di scatto, il bandito frenò in modo da provocare il tamponamento, mia nipote non frenò a tempo e lui provò a farsi dare 300 euro». Brevi manu, in contanti. Con una scusa all’apparenza efficace: «Ahò, me dispiace, er Cid nun lo posso fa’... So’ un meccanico, la macchina è di un cliente. Vai ar Bancomat qui vicino e te faccio lo sconto!» Ineguagliabile, infine, una new entry: lo sportello che si apre da solo... «Guidavo sul lungotevere all’altezza del Palazzaccio - ricorda ancora incredulo un architetto - quando un giovanotto, bussando al finestrino, mi fece notare che la spia della portiera posteriore era accesa. “Non se ne è accorto? Si è aperta di scatto e mi ha danneggiato il parabrezza”. Voleva 50 euro. Non mollai. E adesso non dimentico mai la chiusura centralizzata!» Sipario. In campana. Occhio alla carrozzeria. Sperando che qualcuno, prima o poi, li prenda per un orecchio e li porti in commissariato...

 

di Fabrizio Peronaci
da corriere.it


Le varie forme di delinquenza on the road. Occhio! (ASAPS)

Venerdì, 05 Maggio 2017
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