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Notizie brevi 24/12/2003

Roma - La Stradale, il Papa e il Santo Natale La Stradale scorta un abete gigantesco per il Vaticano. Gli aneddoti sulla scorta al Santo Padre: come quella volta che il maresciallo in moto perse...il Papa

La Stradale, il Papa e il Santo Natale
La Stradale scorta un abete gigantesco per il Vaticano.
Gli aneddoti sulla scorta al Santo Padre:
come quella volta che il maresciallo in moto perse... il Papa

Il Santo Padre e la Polizia Stradale. Qualcuno dirà che siamo esagerati, megalomani. Eppure dal dopoguerra ad oggi l’auto del Papa è sempre stata accompagnata dalla scorta della Specialità, tanto che il 14 aprile del 1979 Giovanni Paolo II rivolse agli uomini del centauro un commovente ringraziamento, che di seguito riportiamo integralmente.
Il Natale poi vede da sempre la Polizia Stradale fare ingresso nella piazza della Cristianità, in Vaticano, scortando l’albero simbolo del tripudio cristiano: quest’anno arriva dalla Valle d’Aosta, donato dalla regione autonoma, in un angolo di paradiso terrestre ove il Santo Padre era solito trascorrere fino allo scorso anno qualche giorno per ritemprarsi dalle fatiche terrene.

L’enorme abete trasportato sul Tir, a fianco la pattuglia della Stradale di Aosta

Un albero gigantesco, di 180 anni di età, prelevato dall’imponente foresta di Pré Saint Didier ed accorciato di ben 7 metri per poterlo sistemare su un trasporto eccezionale e trasportarlo fino alla capitale, per l’allestimento. Scorta in auto e in moto, fino nel cuore della cristianità.

Proprio dove, negli anni ’60, sostava ventiquattrore su ventiquattro una coppia di motociclisti della Polizia Stradale di Roma, pronti ad accompagnare in ogni momento papa Giovanni XXIII in una delle sue frequenti uscite a sorpresa. Leggiamo dalle pagine dell’Avvenire, quotidiano cattolico, che un giorno, in quegli anni, papa Giovanni rientrò in Vaticano scortato, come al solito, da due Centauri in sella ai mitici Guzzi Falcone.
All’improvviso la lunga auto scura fece nuovamente capolino dalla carraia vaticana e l’autista sussurrò in tutta fretta al capopattuglia della Stradale la destinazione finale di quell’improvvisa uscita. "Lungotevere", e poi imboccò il viale. Subito i due agenti si sistemarono nel corteo, il capopattuglia davanti e il gregario dietro.

L’albero di Natale per il Santo Padre in viaggio scortato dalla Polizia Stradale di Aosta

Qualche chilometro e poi, il maresciallo si accorse che negli specchi la papamobile non c’era più, come il gregario, che aveva ovviamente seguito il Santo Padre in quell’improvvisata passeggiata nelle vie di Roma, lasciando il sottufficiale al suo destino: il caposcorta, ovviamente terrorizzato, invertì la marcia e percorse la strada a ritroso, chiedendo ai conducenti di tutte le macchine che incontrava nella sua ricerca contromano, e ai passanti, se avessero visto quale strada aveva imboccato il Papa.
Gli improperi si sprecarono, ma gira voce che alla fine fu proprio Giovanni XXIII a intercedere per non far punire il malcapitato collega, che aveva perso... il Papa. Oggi, quell’albero acceso grazie anche alla Polizia Stradale, proprio per il Santo Padre, vuole essere un gesto anche per quei tempi eroici, ormai andati ma sempre presenti nella memoria dei nostri colleghi più anziani. Buon Natale, Santità, Buon Natale, colleghi. A voi riproponiamo il discorso di Giovanni Paolo II, pronunciato in nostro onore il 14 aprile 1979.

Anni ’50 - La Polizia Stradale scorta il Santo Padre

 

"Carissimi!"
1. Il sentimento spontaneo che sgorga oggi dal mio cuore è la gioia: ho desiderato questo incontro, che avviene proprio alla vigilia del giorno più santo per la Chiesa, la Pasqua! In essa la Liturgia ci invita alla gioia: "Questo è il giorno fatto dal Signore, rallegriamoci ed esultiamo!". Volevo vedere, salutare personalmente voi, Agenti di Pubblica Sicurezza, che fate la scorta alla mia vettura tutte le volte ‚ e non sono poche! ‚ che esco dalle mura vaticane. Volevo sostare un po’ con voi, nella calma serena, lontani dal rapido e stordente sfrecciare delle macchine, per aprirvi con molta semplicità il mio animo. Sento il dovere di dirvi: "Grazie!". Grazie per l’impegno che mettete in codesto compito, che vi è stato affidato dai Superiori, e che voi adempite con rara abilità, con chiara prontezza, con riconosciuta dedizione; ma "grazie" soprattutto per i sentimenti di affetto verso la mia persona, che animano il vostro comportamento, ammirato da tutti. Ancora una volta, grazie!
2. Tale vostro impegno rientra nel vostro dovere quotidiano di uomini, di cittadini, di cristiani. Ecco la riflessione che desidero proporre alla vostra meditazione e a quella dei vostri cari qui presenti.
Ognuno di noi, nell’ambito della società, ma in particolare nell’ambito della Chiesa, ha una sua vocazione e una sua responsabilità. Ogni cristiano nella comunità del Popolo di Dio, deve contribuire alla costruzione del Corpo di Cristo, che è la Chiesa. è questo il "servizio regale", di cui parla il Concilio Vaticano II (cf. Lumen Gentium, 36), in forza del quale non soltanto il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, ma tutti i cristiani, vale a dire, gli sposi, i genitori, le donne e gli uomini di condizioni e di professioni diverse debbono costruire la loro vita, come ho già detto nella mia prima Enciclica: "per la fedeltà alla propria vocazione debbono distinguersi gli sposi, come esige la natura indissolubile dell’istituzione sacramentale del matrimonio" (Giovanni Paolo II, Redemtpor Hominis, IV, 21).
In questa vigilia di Pasqua, quasi sospesi tra la memoria della Passione di Gesù e quella della sua Risurrezione corporea, vi rivolgo pertanto il fervido augurio che sempre "manteniate ferma la professione della fede" (cf. Eb 4,14): la fede in Dio Padre, la fede in Gesù Cristo, morto e risorto, la fede nella Chiesa; e che la vostra vita individuale, familiare, sociale, in tutte le sue manifestazioni, sia perfettamente coerente con la vostra fede cristiana, di modo che siate ‚ come raccomandava San Giacomo ‚ "di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori" (Gc 1,22).
Allora, con San Paolo il Papa potrà dirvi con piena soddisfazione: "Gioisco al vedere la vostra condotta ordinata e la saldezza della vostra fede in Cristo" (Col 2,5).
Buona Pasqua, fratelli e sorelle carissimi! A voi, ai vostri genitori, alle vostre spose, ai vostri figli, a tutti i vostri cari, Buona Pasqua!
Con la mia Benedizione Apostolica."

Mercoledì, 24 Dicembre 2003
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