Padova, poliziotti in moto picchiati e offesi dagli Hells Angels
PADOVA. In Questura è un conto ma sulla strada valgono le regole della strada. Tanto più se chiodo e stivali neri si abbinano agli scarichi cromati di una Harley Davidson. Le regole del mondo dei bikers le hanno scoperte, loro malgrado, i poliziotti che domenica mattina si erano dati appuntamento nel piazzale del Gran Teatro Geox per un motoraduno con il neonato gruppo custom. Ad attenderli c’erano una quarantina di motociclisti Hells Angels. Sono partite offese, sberle e qualche pugno. Una vera imboscata. Quelle minacce, quelle intimidazioni, ieri mattina sono diventati oggetto di un’indagine della Squadra mobile di Padova.
L’antefatto è che da circa un anno un nutrito gruppo di poliziotti (tra cui molti agenti del II Reparto mobile e qualcuno anche delle Volanti) ha dato vita a un motoclub, l’Iron Legend Le Mc. Il motivo è presto detto. Visto che nei gruppi già esistenti gravitano persone dalla fedina penale non proprio immacolata, i poliziotti con la passione per le Harley hanno deciso di formare un gruppo tutto loro, in cui accogliere al massimo qualche carabiniere o qualche finanziere. Spesso le spedizioni in giro per l’Italia sono anche affiancate da raccolte fondi per beneficenza. Come doveva essere quella di domenica.
Ritrovo previsto alle 7.30 davanti all’ex foro Boario e via con il “raid” a tappe, con la prima sosta a Brescia per l’incontro con il gruppo di Milano.
«Sono arrivato per primo, ero con altri due colleghi» racconta uno degli agenti. «Avevamo mogli e figli al seguito. Gli Hells Angels ci hanno accolto subito con un coro: “Sbirri di m...”. Poi hanno iniziato a colpirci con schiaffi sui caschi e pugni sulle spalle. Non riuscivamo a capire. Ci siamo allontanati di qualche centinaio di metri ma dieci di loro ci hanno rincorso».
Spaventati e increduli i primi tre hanno deciso di scappare imboccando nuovamente la tangenziale. La stessa sorte è toccata anche a tutti gli altri del gruppo che, facendo fede all’appuntamento, sono arrivati alla spicciolata dalle 7.30 in poi. Tra le vittime c’è anche il presidente stesso del motoclub, che per una domenica si è spogliato di divisa, scudo e manganello trovando però ad attenderlo una situazione non meno pericolosa di quelle che vive allo stadio.
«Come se non bastasse hanno iniziato a fare delle ronde a bordo di un fuoristrada nero per osservare i nostri movimenti» raccontano ancora i poliziotti vittime dell’aggressione. «Evidentemente sapevano che dovevamo arrivare. Sanno chi siamo e hanno organizzato l’agguato. Lì per lì abbiamo preferito non reagire ma è chiaro che un fatto del genere non può restare impunito».
Ieri mattina gli agenti aggrediti masticavano ancora amaro. Per chi è abituato all’azione è dura ingoiare un rospo simile. Hanno compilato una lunga relazione negli uffici della Squadra mobile di Padova, che da anni ormai segue gli Hells Angels. Non è escluso che l’imboscata sia stata organizzata proprio per via delle operazioni che la polizia ha condotto in questi anni nei confronti del gruppo nato negli Stati Uniti e diffuso in tutto il mondo. Nel 2013 gli investigatori guidati dall’allora dirigente Marco Calì arrestarono tre capi del gruppo e sequestrarono la sede di via Bernina. Droga e armi. Accuse pesantissime. Quattro anni dopo, ecco la vendetta.
di Enrico Ferro
da mattinopadova.gelocal.it
Un vero agguato, non un gesto isolato. Una reazione alle indagini che li riguardano? (ASAPS)
«Sono arrivato per primo, ero con altri due colleghi» racconta uno degli agenti. «Avevamo mogli e figli al seguito. Gli Hells Angels ci hanno accolto subito con un coro: “Sbirri di m...”. Poi hanno iniziato a colpirci con schiaffi sui caschi e pugni sulle spalle. Non riuscivamo a capire. Ci siamo allontanati di qualche centinaio di metri ma dieci di loro ci hanno rincorso».