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Notizie brevi 01/06/2017

"I kosovari tornino in carcere". La Procura presenta appello per i due pirati

San Donà. La pubblico ministero pronta a impugnare l'ordinanza con cui il gip ha scarcerato i 2 cugini. Kukiqi, che si è schiantato contro l'auto di Giuliano Babbo, è ai domiciliari. Balaj invece è libero

 

SAN DONÀ. All'indomani della scarcerazione dei due cugini kosovari che per la Procura sarebbero responsabili dell'incidente di giovedì sera a San Donà, costato la vita all'operaio 53enne Giuliano Babbo, fuggendo senza prestargli soccorso, la pm Carlotta Franceschetti vuole presentare istanza al tribunale del Riesame contro l'ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Gilberto Stigliano Messuti.
Con il provvedimento del gip, Kajtaz Kukiqi, 21 anni, al volante dell'Audi A3 che si è schiantata con la Ford Focus dell'operaio di Brian di ritorno dal turno in fabbrica, è stato messo agli arresti domiciliari, mentre Edmon Balaj, 26 anni, è libero.  La pm aveva chiesto al gip per entrambi gli indagati la conferma della custodia cautelare in carcere per i reati di omicidio stradale e omissione di soccorso e per la violazione dell'articolo 9ter del codice della strada che punisce le gare di velocità in strada. Nelle sette pagine dell'ordinanza, il gip analizza le due posizioni.
Quanto a Balaj, «non emerge la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza», chiarendo che dalla testimonianza di un automobilista non è possibile definire con chiarezza che Kukiqi e Balaj stessero effettuando una gara di velocità «ma unicamente che le due vetture condotte dagli indagati viaggiavano a forte velocità e breve distanza una dall'altra».
 
Per il giudice non ci sono elementi per sostenere il concorso di Balaj nell'omicidio stradale visto che il testimone ha chiarito di essere stato sorpassato prima dalla Alfa 147 di Balaj e poi dalla Audi A3 di Kukiqi, che risulta intestata a un'anziana padovana con problemi mentali e che ha detto di non sapere nulla della vettura.
 
 Quando è avvenuto l'incidente, l'auto di Balaj aveva già superato quella dell'operaio. «La condotta del Balaj successiva alla verificazione del sinistro appare più propriamente riconducibile alla fattispecie del favoreggiamento personale», scrive il gip riferendosi al fatto che Balaj avrebbe portato il cugino in ospedale a Trieste per farsi medicare assieme al fratello di lui e ad un amico.
 
Quanto a Kukiqi, che guidava senza patente, invece, per il gip ci sono i gravi indizi di colpevolezza in relazione all'omicidio stradale con l'aggravante della fuga e l'omissione di soccorso. C'è il pericolo di reiterazione del reato visto che Kukiqi «si è posto alla guida in maniera del tutto spericolata, in ora notturna e tenendo un contegno di guida particolarmente pericoloso, circostanze che denotano l'elevata pericolosità dell'indagato». Il giudice ha ritenuto di applicare i domiciliari come previsto dalla legge.

 Diversa la visione della pm, secondo cui è stata la condotta dei due cugini a provocare lo schianto mortale «a una velocità superiore di almeno 50 km al massimo consentito (su limite di 50 all'ora, ndr)», mettendo in atto una gara fatta di «manovre di scarto e sorpassi azzardati ad altissima velocità, zigzagando in mezzo ad altri veicoli». Nelle prossime ore la rappresentante dell'accusa dovrebbe formalizzare l'istanza di Riesame sulla misura cautelare. Fino all'udienza, la Procura potrà produrre nuovi elementi a sostegno delle proprie accuse.
 

di Rubina Bon

da m.nuovavenezia.gelocal.it



 Doveroso. (ASAPS)


Giovedì, 01 Giugno 2017
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