Sabato 21 Dicembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
Notizie brevi 30/06/2017

Ponte ad Annone, crollo del cavalcavia: «Ecco i responsabili»

Nella consulenza della Procura accuse ad Anas, Province di Lecco e Bergamo e ditta di trasporti

Una serie di errori e inadempienze dietro il crollo di Annone. E diversi presunti responsabili. La Provincia di Lecco, perché non avrebbe apposto la segnaletica che ne limitasse la portata massima. Quella di Bergamo, perché avrebbe concesso il permesso di circolazione al trasporto eccezionale senza le opportune verifiche. L’Anas, per il cattivo stato di manutenzione del manufatto e per non avere, insieme all’ente provinciale lecchese, bloccato il traffico ai primi segni di cedimento del cavalcavia. A questo si aggiunge l’assenza di indagini diagnostiche accurate che avrebbero potuto evidenziare una fessura ben visibile dalle immagini reperibili su Google già dal 2011. E, infine, l’azienda proprietaria del tir per la mancata attivazione di una scorta della polstrada.Sarebbero proprio queste mancanze, in fila una dietro l’altra, ad avere innescato il crollo del ponte di Annone Brianza, precipitato sotto il peso di un trasporto eccezionale lo scorso 28 ottobre. A perdere la vita Claudio Bertini, 68 anni, di Civate. Viaggiava sulla superstrada 36 quando il viadotto ha schiacciato la sua vettura. Ferite altre quattro persone, miracolosamente salve.

>VIDEO - Annone, la ricostruzione 3D: ecco com’è crollato il cavalcavia

Dopo l’indagine della commissione ministeriale, che già aveva evidenziato l’incuria di Anas e Provincia e l’inadeguatezza di un ponte nato già vecchio, con limiti di concezione strutturale in termini di robustezza e durabilità, si attende ora il deposito (previsto per il 17 luglio) della consulenza affidata dal sostituto procuratore di Lecco Nicola Preteroti all’ingegnere Marco Di Prisco, docente di tecnica delle costruzioni al Politecnico di Milano. Ed è proprio in queste pagine l’amara ricostruzione della micidiale serie di inadempienze ed errori che hanno permesso il crollo del cavalcavia. Che non sarebbe avvenuto se il tir avesse osservato le condizioni imposte dal permesso di circolazione. Il transito del mezzo eccezionale sarebbe dovuto avvenire nel centro della carreggiata e con l’uso di una scorta, così come prevede il limite di circolazione a venti chilometri all’ora. In questo modo il peso del carico sarebbe stato distribuito diversamente sul manufatto, evitandone il cedimento. Contestualmente la Provincia di Bergamo avrebbe rilasciato l’autorizzazione senza effettuare le verifiche necessarie, di fatto mancando di accertare da altri enti regionali se vi fossero alcune limitazioni su determinate strade.

>VIDEO - Crollo del cavalcavia sulla Milano-Lecco, ecco il momento in cui ha ceduto il ponte

Ci sarebbe poi la questione della cattiva manutenzione del cavalcavia e del continuo passaggio di trasporti eccezionali, che avrebbero nel corso degli anni peggiorato la condizioni della fessura già presente, favorendone l’incremento. Peccato che di quella fessura, che indubbiamente avrebbe fatto scattare lo stop al passaggio dei mezzi eccezionali, nessuno sembra essersi accorto. Nemmeno nel corso delle verifiche disposte da Anas negli ultimi anni. Un altro errore, poi, non avere bloccato il transito sul cavalcavia subito dopo la caduta dei primi calcinacci intorno alle 13.30, diverse ore prima del crollo. Sia Anas sia Provincia di Lecco avrebbero potuto impedire la circolazione.

Al momento risultano iscritti nel registro degli indagati, con l’ipotesi di omicidio e disastro colposo, due ingegneri della Provincia di Lecco, Angelo Valsecchi, dirigente del settore viabilità e il suo vice Andrea Sesana, responsabile del servizio reti e concessioni stradali, con Giovanni Salvatore, capo del centro manutenzioni Anas. Ma non è escluso che la Procura, in base agli esiti degli accertamenti, decida di emettere ulteriori avvisi di garanzia. Nel frattempo, a distanza di otto mesi dal crollo, i disegni del nuovo ponte sono pronti. Sarà a campata unica, lungo 45 m e largo otto e mezzo, con una pista ciclopedonale. Verrà realizzato in metallo e sarà in grado di reggere il passaggio di trasporti eccezionali fino a 108 tonnellate. I lavori dovrebbero concludersi entro la fine del 2018. Costo, quattro milioni di euro.

di Barbara Gerosa
da corriere.it

 


Emerge un complesso quadro di responsabilità. (ASAPS)
“Il transito del mezzo eccezionale sarebbe dovuto avvenire nel centro della carreggiata e con l’uso di una scorta, così come prevede il limite di circolazione a venti chilometri all’ora. In questo modo il peso del carico sarebbe stato distribuito diversamente sul manufatto, evitandone il cedimento.”

Venerdì, 30 Giugno 2017
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK