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Notizie brevi 07/12/2003

Brescia - Meno incidenti, anche mortali, con la patente a punti I DATI DELLA STRADALE: 89 DECESSI QUEST’ANNO CONTRO I 116 DEL 2003

I DATI DELLA STRADALE: 89 DECESSI QUEST’ANNO CONTRO I 116 DEL 2002

NOTIZIE/BREVI // FILE: DIRETTA WEB // WEB:1538

dal  "Giornale di Brescia" del 6 dicembre 2003

Meno incidenti, anche mortali, con la patente a punti

I DATI DELLA STRADALE: 89 DECESSI QUEST’ANNO

CONTRO I 116 DEL 2002

 
 

CASTENEDOLO - Per vincere una guerra, bisogna cominciare a vincere le battaglie. Su questa linea, da alcuni anni, si stanno muovendo le forze dell’ordine (in particolare la Polizia stradale per il suo compito istituzionale) al fine di ridurre il numero degli incidenti mortali sulle nostre strade. I servizi di pattugliamento, i severi controlli con l’autovelox, l’etilometro e il narcotest e l’introduzione, dal luglio scorso, della "Patente a punti", che si sta dimostrando un deterrente significativo, hanno sensibilmente migliorato il quadro dei dati relativi a morti e feriti che restano sempre troppi. Dall’inizio dell’anno i decessi per sinistri sulle strade bresciane sono stati 160 (l’ultimo è quello di Castenedolo). Al 5 dicembre del 2002 le vittime erano 169. In totale l’anno scorso le croci erano state 182. Un netto calo (- 43) rispetto ai 225 del 2001. Nel 2000 erano stati 204; 231 nel ’99; 261 nel ’98; 207 nel ’97; 222 nel ’96. Ieri mattina, nel corso della conferenza stampa per l’operazione che ha consentito di identificare e arrestate l’automobilista pirata di Castenedolo, il comandante della Polizia stradale di Brescia, dott. Sergio Basile, ha fatto il punto sugli incidenti rilevati dalla Stradale. Nel 2003 quelli mortali sono stati 89, rispetto ai 116 del 2002 (- 27). Quelli con danni ai soli mezzi 848, rispetto ai 1.525 dell’anno prima (- 677). Quelli con feriti 1.523 rispetto ai 2.482 del 2002 (- 959). L’obiettivo dichiarato delle forze di polizia è di riuscire a diminuiree del 50 per cento entro il 2006 il numero complessivo degli incidenti. I dati disponibili indicano che quella intrapresa potrebbe essere la strada giusta per ridurre ulteriormente la piaga degli schianti stradali che sono causa di troppi lutti nelle nostre famiglie e inoltre comportano anche un elevato costo sociale. Solamente con la prevenzione (che deve partire ancora nelle scuole, per preparare i futuri utenti della strada) e la repressione intransigente si riuscirà a convincere chi si mette sulla strada ad adottare un comportamento delle norme del Codice dela strada e soprattutto rispettoso del valore della vita propria e altrui. g. spi.

 

 

 
 

 

dal  "Giornale di Brescia" del 6 dicembre 2003

L’automobilista che ha investito e ucciso Silvana Raffi a Castenedolo
Forse distratto dal cellulare 
Al carrozziere ha detto di avere urtato con la Bmw un cassonetto

 

Solo una disattenzione, una maledetta disattenzione. La vettura è sfuggita al controllo, travolgendo alle spalle Silvana Raffi in un tratto della strada provinciale tra l’Alpino di Castenedolo e Rezzato piuttosto ampio e pressochè rettilineo, con più di due metri di banchina tra la riga bianca e il ciglio del fosso. Com’è potuto accadere l’investimento se la donna di Castenedolo correva, come pare accertato, occupando lo spazio della banchina ed era pieno giorno - le 11,50 di mercoledì - con una visibilità ottima? Pare che il trentunenne rappresentante di commercio di Manerba del Garda al volante di una Bmw station wagon abbia risposto ad una chiamata sul cellulare, operazione che può averlo distratto per un attimo, quanto basta per non riuscire ad evitare una tragedia che lascia sgomenti. Non può non essersi accorto dell’accaduto, la donna dopo l’impatto contro lo specchietto retrovisore di destra, scaraventata violentemente nel fosso. Difficile, se non impossibile, che non abbia saputo (ne hanno parlato i notiziari di radio e tv e l’indomani i giornali) delle conseguenze mortali. Difficile anche trovare spiegazioni al fatto che non si sia costituito dopo essersi allontanato senza fermarsi e prestare soccorso. Se al momento può essere rimasto scosso, ha avuto il tempo per ripensarci e ravvedersi: presentandosi entro le 24 ore, secondo le norme del nuovo Codice della strada, l’arresto non sarebbe stato eseguito. Invece non l’ha fatto e alle 15,30 dell’altro ieri gli agenti della Polstrada si sono presentati a casa sua e lo hanno portato in carcere. Ieri mattina nella caserma della Polizia stradale di via Monte Grappa il comandante della sezione di Brescia Sergio Basile ha confermato la ricostruzione dei fatti già raccontata. Ha confermato anche che gli agenti sono risaliti al tipo di autovettura e alla targa partendo dai pezzi di specchietto elettrico ritrovati sul posto. La ricerca scatta secondo una procedura ormai collaudata che impegna su più fronti diverse squadre di agenti. Il risultato è che i «pirati» non riescono a farla franca: emblematico il caso del romeno che aveva investito l’aprile scorso in via Milano una donna guardia giurata ed è stato rintracciato a Velletri. La Bmw era già stata affidata ad un carrozziere per sostituire lo specchietto semidistrutto. Il rappresentante di Manerba non aveva perso tempo, l’aveva portata nel pome- riggio e aveva spiegato di avere sbattuto contro un cassonetto per i rifiuti. L’altra sera, davanti al sostituto procuratore Brigantini, presente il suo difensore avvocato Simone Pillon, si era avvalso della facoltà di non rispondere. Ora dovrà comparire davanti al Gip per l’udienza di convalida. Questa triste vicenda ha offerto lo spunto al comandante della Stradale per lanciare un messaggio agli automobilisti. Il messaggio è che, dopo un incidente, bisogna sempre fermarsi e, se vi sono feriti, chiedere l’intervento dei soccorsi. Chi vìola l’obbligo di fermarsi rischia la reclusione da tre mesi a tre anni, inoltre si vedrà ritirare la patente che verrà sospesa per un periodo da uno a tre anni. Il mancato soccorso prevede sanzioni ancora più pesanti: da sei mesi a tre anni di reclusione, ritiro della patente e sospensione da un anno e mezzo a 5 anni

 

 

 
 
Domenica, 07 Dicembre 2003
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