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Notizie brevi 03/08/2017

Vigilessa investita e uccisa mentre lavorava: risarcimento per i familiari

Maria Ilardo era stata travolta a 47 anni il 26 marzo del 2015 a Collesano. In sede di mediazione civile è stato deciso che il marito e le figlie avranno quanto previsto dalla legge. La causa penale, dopo un ricorso in Cassazione, non si è ancora conclusa
Maria Ilardo

Maria Ilardo il 26 marzo del 2015 era stata travolta da un'auto mentre lavorava come vigilessa, a Collesano. Morì a 47 anni dopo 17 giorni di agonia. Adesso i familiari avranno un risarcimento. Il marito, Giuseppe Di Gregorio e le due figlie, assistiti dall'avvocato Pasquale Di Iacovo, hanno ottenuto, in sede di mediazione civile, quando previsto in caso di esclusiva colpa dell'auto investitrice. A travolgere la vigilessa in servizio fu una Fiat Multipla. Sarà quindi l'assicurazione a pagare.

"Un primo passo verso la richiesta di giustizia è arrivata. Mia moglie - dice Di Gregorio all'agenzia Ansa - era una persona alla mano, generosa e gentile, a cui non mancava mai il sorriso. Non mi rassegnerò mai alla sua morte". La causa penale, dopo un ricorso in Cassazione, non si è ancora conclusa.

La vigilessa, che al momento del'incidente si trovava in piazza Mazzini, fu portata all'ospedale San Raffaele Giglio di Cefalù in condizioni gravissime. I carabinieri poche ore dopo rintracciarono e denunciarono un insegnante di 57 anni, F.L.F., accusato di avere travolto la donna, mentre era alla guida della sua Fiat Multipla (poi fu sottoposto ad accertamenti tossicologici e alcolemici che diedero esito negativo). Maria Ilardo venne poi portata a Palermo, a Villa Sofia, dove morì a distanza di due settimane e mezzo dall'incidente.

da palermotoday.it


Un minimo di giustizia per la famiglia dell’agente della Polizia Municipale di Collesano (PA)  investita e uccisa da una vettura il 26 marzo 2015, mentre svolgeva il suo servizio su strada. Ma non le spettano le altre indennità previste per le forze di polizia, come la causa di servizio, l’equo indennizzo ecc.  Non ci pare per niente giusto! (ASAPS)
"Un primo passo verso la richiesta di giustizia è arrivata. Mia moglie - dice Di Gregorio all'agenzia Ansa - era una persona alla mano, generosa e gentile, a cui non mancava mai il sorriso. Non mi rassegnerò mai alla sua morte". La causa penale, dopo un ricorso in Cassazione, non si è ancora conclusa.

Giovedì, 03 Agosto 2017
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