Roberto
Spinetti è stato catturato dopo un inseguimento sull’autostrada
vicino a Salerno
"Preso il killer delle prostitute" Accusato di due omicidi a Ravenna e Aosta, un’altra vittima a Mestre. "Mi serviva denaro" Marisa Fumagalli |
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VENEZIA - Barba, baffi, occhi scuri. Piantati in un’anonima faccia da quarantenne stempiato. Un tipo come tanti. Professione commerciante, recita la sua carta d’identità. Ma Roberto Spinetti - origini abruzzesi, svizzero di nascita e di residenza - è un pericoloso serial killer di prostitute. Fermato l’altra notte sulla A3, nei pressi di Eboli (Salerno), prima che potesse uccidere ancora. E chissà quante volte. Di sicuro c’è che ha ridotto in fin di vita con un colpo alla nuca una "lucciola" bulgara, caricata in auto lo scorso 11 novembre sulle strade di Marghera, e scaricata alcuni chilometri più in là, nella zona di Cavallino-Treporti, come inutile fardello di cui sbarazzarsi, dopo aver intascato soldi, gioielli, un cellulare. La ventinovenne Vanya T. non è morta; resterà paralizzata per i giorni che le restano da vivere. Le indagini partono proprio da qui, sulle tracce del misterioso carnefice, che subito commette l’imprudenza di usare il telefono rapinato alla vittima. E cosÏ viene identificato, mentre, da un albergo chiama una linea erotica. Lui, ignaro di essere braccato, si mette in viaggio per la Calabria dove, a Siderno, può contare su alcune amicizie: donne, soprattutto.
"Seguendo la pista della prostituta bulgara - spiega il vicequestore di Venezia Diego Parente - cominciamo a sospettare che Spinetti potrebbe essere l’autore di altri delitti, consumati nell’arco di un mese, in alcune città del Nord Italia". Potrebbe aver ucciso Catena Molino, 31 anni, freddata il 12 ottobre con una pistola di piccolo calibro (per esempio, con una 6,65 come quella che ha colpito la disgraziata Vanya), nei pressi di Aosta. E Graziella Fabbri, 41 anni, trovata cadavere il 25 ottobre, in un fosso ai margini della Pineta di Classe (Ravenna).
Infine, c’è il caso di "Maria dei marinai", cinquantadue anni, "storica prostituta" di Mestre, morta il 10 novembre, accanto alla roulotte di "servizio", sulla statale triestina. La sua non è stata una morte cruenta. Ma c’è che, al pari delle altre vittime del presunto serial killer italo-svizzero, è stata rapinata di ogni avere. E, a quanto hanno appurato finora gli inquirenti, Spinetti sembrava più interessato ai soldi che al mercato del sesso. "Ho molti debiti di gioco, mi serviva denaro" è la prima ammissione fatta ai poliziotti che l’hanno catturato. "Poche parole, linguaggio forbito, distinto nell’aspetto" lo descrive l’ispettore che da Venezia è volato al Sud per partecipare alla "caccia all’uomo". "Bisognava fermarlo subito" aggiunge il vicequestore Parente.
Roberto Spinetti, ricercato dalla polizia elvetica per truffa (settore immobiliare) e varie infrazioni amministrative, accanito giocatore d’azzardo, frequentatore di casinò (Venezia, Montecarlo, Saint Vincent), è un personaggio con un passato ancora tutto da svelare (dalla Svizzera arriva l’indiscrezione che è padre di due figli); di certo, soggiornò in Italia anche nel 1999. Ha ucciso anche allora? Dati, ricerche informatiche, segnalazioni, testimonianze: ormai la macchina è in moto, per accertare di quanti efferati omicidi si è effettivamente macchiato il rapinatore di lucciole. "Alcuni indizi - azzarda Parente - indicano una personalità sessualmente deviata. Le mutandine sottratte a due prostitute uccise, per esempio. Tuttavia, l’impressione è che il movente economico fosse la molla più forte dei suoi atti delittuosi".
Quanto alla movimentata cattura notturna in autostrada, sembra tratta pari pari da una sequenza cinematografica. Con decine di pattuglie della mobile e della polstrada e il rinforzo di un elicottero, che inseguono Spinetti mentre, lasciata la Calabria al volante della sua vecchia Volkswagen rossa, targata Zurigo 576382, sta puntando verso Nord lungo l’A3. Lui, braccato, fugge a tutta velocità e, invece di fermarsi all’alt degli agenti che l’accostano, pigia di più l’acceleratore. Minuti di tensione, poi gli inseguitori sparano alle ruote; l’auto sbanda, il fuggiasco che impugna la pistola, la getta dal finestrino, quindi, con le gomme che s’afflosciano, finisce ai margini dell’autostrada. Catturato. La sua 7,65 verrà ritrovata nell’incavo del guard rail. Avvolta in un foulard di seta marrone, profumato. Roberto Spinetti, classe 1965, ora è rinchiuso nel carcere di Salerno. Il pm di Venezia Massimo De Bortoli, che conduce l’inchiesta, lo interrogherà nei prossimi giorni. Lui, il serial killer, ha chiesto di non informare alcun parente del suo arresto.