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Notizie brevi 01/12/2003

Una sentenza dà ragione al Comune di Nettuno: quando il mezzo sfreccia ad alta velocità la contestazione immediata risulta ´impossibile’
Autovelox, la multa si paga comunque
La Cassazione smentisce il giudice di pace: non Ë necessario fermare l’automobilista

Da "Il Messaggero" del 1 dicembre 2003
 
 

Una sentenza dà ragione al Comune di Nettuno: quando il mezzo sfreccia ad alta velocità la contestazione immediata risulta ´impossibile
Autovelox, la multa si paga comunque
La Cassazione smentisce il giudice di pace: non Ë necessario fermare l’automobilista

 

ROMA - I giudici supremi ci ripensano; e la cosa non farý la gioia dei patiti dell’acceleratore a tavoletta. La Corte di Cassazione ha sentenziato proprio ieri che le multe con l’autovelox, quelle che possono ridurre la nostra patente a una tessera a punti, sono valide anche se non vengono contestate nel giro di poche ore. E’ un dietrofront bello e buono, perché proprio la Corte suprema, solo 3 anni fa, aveva introdotto (con la sentenza 10107/00) il principio inverso: cioé che le multe elevate con l’autovelox devono essere contestate subito, e che se proprio la pattuglia non può lanciarsi all’inseguimento, allora deve esserci un’altra macchina della Stradale più avanti che viene informata via radio e blocca l’automobilista indisciplinato. Ecco, tutto questo veniva stabilito dalla Cassazione ad agosto del 2000.

E la Polizia Stradale fu costretta ad attrezzarsi con tanto di autovelox piazzati sulle strade senza troppi svincoli in modo da poter bloccare i centauri del volante qualche chilometro più a valle.
Da ieri, invece, tutto torna nel campo dell’interpretabile: la Prima sezione civile della Corte Suprema ha infatti licenziato la sentenza 17947/03 che stabilisce come ´l’impossibilità di contestazione immediata può trovare giustificazione in presenza di una velocità assolutamente eccessiva e proibitiva dell’arresto del veicolo’. La vicenda riguarda un automobilista romano, il signor Bartolo M., che un giorno d’estate di due anni fa correva verso il mare di Nettuno decisamente sopra i limiti di velocità. Incappò in un autovelox e a settembre, al ritorno dalle vacanze, ricevette a casa il verbale con tanto di multa salatissima. Si rivolse al Giudice di Pace di Anzio, il quale gli diede ragione. Secondo quel magistrato, le apparecchiature autovelox avrebbero dovuto avere la possibilità di trasmettere a distanza la foto della macchina troppo veloce, ´consentendo agli organi di polizia di potersi allontanare dal posto di rilevamento per una distanza sufficiente ad intimare l’alt al trasgressoreª. E, in alcuni casi, prevedeva sempre il Giudice di Pace di Anzio, ´se l’apparecchiatura Ë sprovvista di monitor a distanza, la contestazione può essere effettuata con la dislocazione di due pattuglie collegate tra loro da una ricetrasmittenteª. Che poi Ë proprio quello che stabiliva la vecchia sentenza della Cassazione del 2000.
Invece, le ragioni del giudice di pace di Anzio si sono infrante sulla nuova interpretazione fornita dai giudici supremi: ´Queste affermazioni - si legge nella sentenza di ieri - contrastano con i principi affermati, tenuto conto che anche ove la visualizzazione della velocità sia contestuale al transito del veicolo, in mancanza di una situazione dei luoghi che la consenta, la contestazione immediata resta impossibile’.
La stessa sentenza ricorda infatti che esistono ´alcuni casi di impossibilità di contestazione immediata’. Uno di questi si verifica quando ´l’apparecchiatura consenta la determinazione dell’illecito in tempo successivo, ovvero dopo che il veicolo oggetto del rilievo sia giý a distanza dal posto di accertamento, o comunque nella impossibilità di essere fermato in tempo utile o nei modi regolamentariª. Nessuna legge nuova, dunque, rispetto alla precedente sentenza della Cassazione del 2000. Perché lo stesso problema della impossibilità di fermare in tempo utile l’automobilista era stato risolto suggerendo l’utilizzo di una seconda pattuglia che, ricevuta la segnalazione via radio, avrebbe potuto contestare l’infrazione qualche chilometro dopo, e stavolta in tempo utile .
E la diatriba sembra destinata a proseguire: come accade di norma quando due diverse sezioni della Corte di Cassazione stabiliscono principi opposti sullo stesso argomento, il problema verrà riproposto alle Sezioni Unite. Saranno loro, alla prossima occasione, a dire una volta per tutte se la multa con l’autovelox può arrivare a casa oppure no.


MASSIMO MARTINELLI

Lunedì, 01 Dicembre 2003
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