Sabato 16 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
Notizie brevi 22/08/2017

Catalogna, ucciso Younes Abouyaaqoub: il terrorista indossava cintura esplosiva finta

Il 22enne marocchino autore della strage sulla Rambla, era arrivato a Subirats, una cinquantina di chilometri da Barcellona. La sua morte è stata confermata su Twitter dai Mossos d'Esquadra, la polizia catalana. Ad avvisare gli agenti una donna. Il giovane ha invocato Allah prima di morire
Foto Ansa

BARCELLONA - È finita la fuga di Younes Abouyaaqoub, l'unico componente della cellula islamista riuscito a scappare dopo la strage sulla Rambla. È stato ucciso in un'operazione della polizia catalana nel primo pomeriggio a Subirats, una località di poco più di duemila abitanti tra i vigneti della Catalogna, a circa 50 chilometri da Barcellona.

È stata una donna a riconoscerlo. Poche ore prima era stato diffuso il suo identikit: alto 1,80, pelle scura, capelli corti, forse con la barba, "pericoloso e probabilmente armato". Insospettita da un uomo che "malgrado il caldo indossasse una camicia a maniche lunghe" - ha raccontato il capo della polizia Josep LLuis Trapero - la signora l'ha chiamato da lontano e l'ha visto fuggire tra i vigneti. Quando è stato raggiunto dagli agenti aveva indosso una cintura esplosiva, finta secondo i media spagnoli, ha urlato "Allahu akhbar", quindi è stato colpito a morte.

LEGGI Terroristi e fratelli, chi sono i jihadisti della strage di Barcellona

Il 22enne di origini marocchine era ricercato in tutta Europa ma gli inquirenti erano sicuri che non fosse andato lontano, o uscito dal Paese. Così come sapevano fosse lui l'autista del furgone che giovedì scorso ha seminato la morte per 500 metri sul viale di Barcellona.

La conferma sulla sua 'identità è arrivata quando già i giornali avevano diffuso la notizia. La polizia ha comunque aspettato l'esame delle impronte digitali nonostante, stando a fonti citate da El Pais, il riconoscimento facciale non avesse lasciato dubbi. Anche il ministero degli Interni catalano ha confermato e il presidente catalano Carles Puigdemont ha informato il premier spagnolo Mariano Rajoy. Per qualche ora dopo l'uccisione i Mossos d'Esquadra hanno cercato di capire se a Subirats Abouyaaqoub fosse solo o con qualcuno. Su Twitter la polizia ha invitato i cittadini a non condividere la propria posizione e a non scattare foto nel caso avessero incontrato posti di blocco. Infine però Trapero ha confermato che "al momento dell'intercettazione non lo accompagnava nessuno".

• LA NOTIZIA SUI MEDIA SPAGNOLI
Il quotidiano La Vanguardia aveva inizialmente diffuso la notizia del suo arresto nella località catalana di Sant Sadurnì D'Anoia. Poco dopo altri media avevano parlato dell'uccisione di un uomo con indosso una cintura esplosiva a Subirats, località attaccata a Sant Sadurnì D'Anoia. Dopo avergli sparato gli agenti hanno utilizzato un robot-artificiere per avvicinarsi al corpo: la cintura esplosiva era finta come quelle che indossavano i membri del commando jihadista uccisi a Cambrils. Aveva con sé diversi coltelli.

LA FUGA DI ABOUYAAQOUB
El Pais ha pubblicato un'immagine tratta dalle telecamere di sorveglianza all'interno del mercato della Boqueria, sulla Rambla. Si vede un giovane con occhiali da sole: Younes Abouyaaqoub. Non corre, cammina. Secondo la ricostruzione, una volta fuori della Boqueria, Abouyaaqoub avrebbe attraversato la città fino alla zona universitaria. Un tragitto non lineare, il tipico dedalo di viuzze e deviazioni che potrebbe tracciare sulla mappa chi vuole scomparire. Percorso in circa un'ora e mezza, più o meno il tempo trascorso tra la strage sulla Rambla e l'assassinio di Pau Perez. Ufficialmente la 15esima vittima della Rambla.

Il terrorista se lo sarebbe trovato davanti mentre parcheggiava e non gli avrebbe neanche dato il tempo di scendere dall'auto: un fendente letale, il corpo di Perez gettato nella parte posteriore del veicolo e Abouyaaqoub che si mette al volante. Sulla Diagonal, una delle arterie principali della viabilità di Barcellona, si è imbattuto in uno dei posti di blocco della polizia. Dopo averlo forzato, ferendo un agente, ha proseguito la corsa in auto per altri tre chilometri, fino a Sant Just Desvern. Dove, abbandonato il veicolo, si è dissolto nel nulla.

LA MORTE DELL'IMAN
Trapero ha certificato che tra le macerie di Alcanar, esplosa un giorno prima degli attacchi, sono stati trovati i resti biologici di "almeno due persone" e, in base ai "solidi elementi", una è l'imam di Ripoll, Abdel Baki Es Satty, 40 anni, responsabile della radicalizzazione dei giovani membri della cellula terroristica oltre che la mente degli attentati di giovedì scorso a Barcellona e a Cambrils. Secondo un cugino dei quattro dei componenti la cellula, "alcuni di loro incontravano l'imam da almeno un anno, e poi per strada facevano finta di non conoscersi". La radicalizzazione non era avvenuta da poco, ma lentamente. Secondo il racconto pubblicato da El Pais, l'imam si riuniva regolarmente con Mohamed Hichamy, con suo fratello Omar, con Moussa Oukabir e con Youssef Aalla. "Si vedevano in un furgone e vi restavano per due ore o più", ha raccontato il parente.

• GLI ARRESTI
Trapero ha insistito nel sottolineare che i 12 membri della cellula sono stati o uccisi (8, ultimo Younes) o arrestati (4) ma ora resta da determinare se ci sono altre persone coinvolte. I quattro presunti membri della cellula terroristica arrestati, saranno trasferiti domani a Madrid, senza possibilità di comunicare tra loro, per comparire davanti al giudice dell'Audiencia Nacional, Fernando Andreu, che raccoglierà le loro dichiarazioni con la procuratrice Ana Noé. Poco dopo la morte di Abouyaaqoub tre persone sono state arrestate presso il Terminal 2 dell'Aeroporto di Barcellona.

IDENTIFICATE LE 15 VITTIME
Le 15 vittime degli attentati di Barcellona e Cambrils sono state tutte identificate. Sette donne e otto uomini. Sei vittime spagnole, tre italiane (una con doppia nazionalità, anche argentina) due portoghesi, una belga, una statunitense, una canadese e una, il piccolo Julian Cadman, di doppia nazionalità australiana e britannica.

 

di KATIA RICCARDI
da repubblica.it


Il 22enne di origini marocchine era ricercato in tutta Europa ma gli inquirenti erano sicuri che non fosse andato lontano, o uscito dal Paese. Così come sapevano fosse lui l'autista del furgone che giovedì scorso ha seminato la morte per 500 metri sul viale di Barcellona. (ASAPS)

Martedì, 22 Agosto 2017
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK