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Notizie brevi 29/12/2003

Lettera natalizia da un amico per ricordare quelli che non ci sono più o soffrono

Lettera natalizia da un amico per ricordare quelli che non ci sono più o soffrono

Molti bimbi chiedono con una lettera dei regali a Babbo Natale.
Ed io, riflettendo, scrivo una lettera ad un amico con cui condividevo molti punti di vista e giorni di lavoro dove non vi è un momento uguale. Sì, proprio così, ogni giorno è diverso per le persone che svolgono il nostro lavoro.
Ci sono dei momenti in cui vorresti avere un lavoro che ti offra la possibilità di aiutare il prossimo o fare qualsiasi cosa che faccia, per un attimo, dimenticare quanto la vita si fa dura con il passare degli anni. Ma poi vai dentro una stanza, ti cambi e indossi la divisa e da quel momento ti senti un paladino che cavalca il suo destriero con il dovere di far rispettare la legge e parti motivato da un profondo sentimento di farti ben volere dalla gente che ti osserva e di essere a loro disposizione con cortesia, tenendo la mano a chi ha bisogno.
Detto così potrebbe sembrare una buona favola, ma visto da chi vi è dentro è ben altro il rovescio della medaglia.
Sì purtroppo a volte accadono cose che non per nostra volontà ti portano a prendere decisioni affrettate e successivamente a pagare costi altissimi con problemi giudiziari e relative spese che non si tiene in conto di dover affrontare quando si indossa una divisa. Basta vedere i colleghi che sono costretti a scontare pene solo perché indossavano una divisa ed ora si trovano reclusi in un carcere come delinquenti comuni, mentre i veri delinquenti sono liberi di poter scorrazzare tranquillamente e parte ancora più spiacevole, alcuni hanno anche investito travolto e trascinato sull’asfalto persone che credono nella giustizia!
Persone che come me quella mattina per dovere indossano una divisa e armati di amore proprio per la giustizia si fanno carico di adoperarsi al fine di mettere fine a cause di ingiustizia e delinquenza.
Sì adesso due persone a me care perché conosciute personalmente non potranno più indossare la divisa che portavano con vivo senso di dovere ed attaccamento alla professione da loro svolta, donando la vita per il prossimo.
Mi rivolgo a Ivan Liggi, figlio di un collega con cui ho lavorato per 10 anni fianco a fianco e per cui sono disposto ad aiutarti anche se non riesco a venire a trovarti in quanto, nonostante sappia dove sei, non ho il coraggio di pensare al luogo che ti detiene in quanto non è il posto per le persone che vi finiscono per una situazione di sfortuna non perché volessero fare del male. Voglio che tu sappia che sei sempre presente nel mio pensiero.
E prima di riporre la mia penna rivolgo un abbraccio e un pensiero a te, Stefano Biondi, vero esempio di attaccamento al senso del dovere, quel dovere che ti ha portato via la vita e portato via alla tua famiglia, alla Polizia Stradale che tuttora continua a versare lacrime, come i colleghi di lavoro di Modena Nord dove hai lasciato un vuoto enorme.
Sì Stefano, ci manchi veramente tanto come manchi alla tua famiglia ma non ti preoccupare, non finirai nel dimenticatoio, nostro piccolo grande eroe.
Per finire un saluto e un bacio a tutte le famiglie che come quelle di Stefano o Ivan dovranno passare le Feste senza un componente della loro famiglia o compagno o marito che sia.
Possa essere di conforto sapere che le parole che ho scritto vengono dal profondo del cuore di chi, come loro, porta la divisa con onore per aiutare il prossimo.
Caro Babbo Natale, aiuta a non far soffrire così ingiustamente altre famiglie di colleghi che indossano divise, qualunque sia il loro colore e servono lo Stato con onore e senso del dovere fino a privarsi della propria vita per gli altri.
Un grazie particolarmente sentito all’ASAPS per quello come si prodiga per noi operatori e per lqa sicurezza sulle strade.

Alessandro Cincini









Lunedì, 29 Dicembre 2003
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