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Articoli 27/09/2017

Controllo dipendenti. PC, social e Web: strumenti legali

Foto di repertorio dalla rete

In alcuni casi, i datori di lavoro hanno la facoltà di controllare i dipendenti al fine di individuare comportamenti illeciti. C'è una linea sottile che separa le condotte datoriali legittime da quelle che non lo sono le quali ultime, vanno a ledere la privacy dei lavoratori.
 
Le verifiche dei datori di lavoro, in molti casi, partono già dalle fasi di colloquio andando a verificare, sui canali social, spesso proseguendo anche nel corso del rapporto di lavoro. Si tratta di un  comportamento ritenuto lecito da parte del Garante Privacy , anche se alcuni dati vengono reperiti sui social network, ricorrendo alla rete di amici comuni piuttosto che inviando richiesta di contatto diretta e anche se il datore non ha preavvisato il dipendente.
 
Di fatto numerose ordinanze, hanno ritenuto legittimo il licenziamento basato su un uso improprio dei social network come, ad esempio: postare foto scattate durante l'orario di lavoro, accompagnate da commenti offensivi nei confronti dell'azienda.
Il concetto alla base della decisione di alcuni giudici è che, al momento in cui si decide di pubblicare determinate informazioni e foto sul proprio profilo, si accetta automaticamente il rischio che queste possano essere viste da soggetti terzi e quindi, utilizzate in Tribunale.
In nessun caso però, possono giustificare un licenziamento le informazioni, reperite o meno su internet, riguardanti dati sensibili come l'orientamento o la vita sessuale di un dipendente, a pena di nullità del licenziamento per motivi discriminatori. Stesso discorso, per il licenziamento basato sulla intercettazione di conversazioni sulle chat, tipo Skype.

Il garante della privacy, ha poi chiarito che i datori di lavoro possono utilizzare gli strumenti GPS con lo scopo di localizzare i dipendenti in mobilità e sono dotati di telefono aziendale, purché adottino opportuni accorgimenti volti a non invadere la sfera privata del lavoratore e rispettino stringenti misure di sicurezza.
L'obiettivo è di consentire non tanto il controllo dei movimenti dei dipendenti, quanto di garantire il coordinamento e la tempestività degli interventi tecnici in caso di necessità. I datori di lavoro devono potere accedere alle funzioni di geolocalizzazione dello smartphone, ma senza accedere ad altri dati come:  il traffico telefonico, sms, posta elettronica o traffico voce. Il lavoratore, deve essere al corrente della possibilità di essere localizzato dal proprio datore di lavoro, per mezzo di una app la quale, deve essere ben visibile sullo schermo dello smartphone.
 
La corrispondenza elettronica del dipendente, infine, sia essa sotto forma di e-mail o di chat, è sempre coperta dall'obbligo di segretezza.
 
Tutto ciò che riguarda il controllo a distanza, tramite strumenti di videosorveglianza quali: telecamere, dispositivi informatici quali pc, smartphone  e tablet, è stato riformato dal Jobs Act, allentando i nodi, ma mantenendo saldi i vincoli della privacy.
 

 
R. G.

 

Mercoledì, 27 Settembre 2017
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