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Notizie brevi 18/12/2004

Una lettera toccante, che fa riflettere. - Un giovane ucciso per colpa dell’alcol, una famiglia distrutta.
Secondo noi da leggere anche nelle scuole.
Assassino incosciente

Una lettera toccante, che fa riflettere, un giovane ucciso per colpa dell’alcol, una famiglia distrutta.

 

Secondo noi da leggere anche nelle scuole.

 

Assassino incosciente

Caro direttore,

vorrei fare gli auguri a coloro che con tanta incoscienza circolano sulle strade col permesso di uccidere chiunque. Con quale coraggio potrà donare ancora sangue chi ha ucciso il mio unico nipote Matteo? Vorrei che vedesse in fondo al bicchiere, quando farà il brindisi, il volto sfigurato di Matteo e la sua testa spaccata. Vorrei che calcolasse quanti bicchieri avrebbe potuto riempire col sangue colato da quella testa e dalle sue ferite. Quanto aveva bevuto quella sera per non accorgersi di chi uccideva, in una strada sgombra e larga 8 metri? Forse aveva brindato a chi gli aveva appena ridato la patente (tasso alcoolico 2.45, giovedì sera in un centro abitato, velocità elevatissima). Vorrei che vedesse con orrore e con rimorso, ogni volta che beve, tutto quel sangue nei suoi bicchieri. Vorrei che sentisse almeno per un attimo il dolore straziante che ci ha fatto provare e che ci portiamo appresso giorno e notte, e finchè vivremo, assieme all’incubo di quella notte orrenda. Vorrei che sapesse cosa prova chi ha perso tutto in pochi secondi - quante volte li ho contati - a causa di quel maledetto impatto che ha scaraventato Matteo lontano 60 metri. A 138 metri una fioca lucina si andava spegnendo su quel povero pezzo del suo scooter distrutto. E se l’auto non si fosse fermata da sola perchè rotta, a 270 metri, avrebbe continuato la sua folle corsa incurante di quel che aveva fatto. Vorrei che entrando in casa mia vedesse le ciabatte tanto care a Matteo perchè gliele avevo regalate io, e che ho raccolte sparpagliate sulla strada, in uno spazio di 80 metri, con i pochi resti della sua moto, il casco e l’orologio bloccato sulla data della sua morte. E rimarranno lì per sempre fino a che vivrò, perchè il dolore per la sua scomparsa diventa ogni giorno più insopportabile. E sul letto, avvolti in un panno, gli indumenti lacerati e intrisi di sangue e asfalto, che sua madre vuole conservare così, perchè è tutto ciò che rimane di quello che era l’unico scopo della sua vita, della nostra vita, e che nessuno potrà ridarci mai più. È calato per sempre il sipario sul nostro futuro, Matteo non lo rivedremo mai più. È il pensiero fisso che ci fa scoppiare la testa. E circolano e vanno, più incoscienti che mai, ridendo del dolore degli altri e dei corpi lasciati ai bordi delle strade, come fossero quelli di animali che non valgono niente. Non auguro a nessuno di vedere i propri figli ridotti così. Ma forse gli assassini dovrebbero provare cosa significa vedere i corpi dei loro figli sulle strade che percorrono, sotto le loro ruote. Da parte mia preferisco morire piuttosto di ricevere una goccia di sangue da un donatore ubriacone assassino. Donare sangue è opera altamente umanitaria, ma non deve servire a se stessi per rimettersi in sesto dopo l’ennesima sbronza e dopo avere ucciso qualche innocente. Matteo, studioso di diritto, ripeteva: "È giusto che chi sbaglia paghi". Nessuno ha il diritto di fare del male e rovinare l’esistenza agli altri. La morte non scende mai a patti, non concede sconti, non restituisce nessuno, è implacabile e senza pietà la sua condanna, anche se il nostro dolore è atroce e innocente. Ho sempre avuto il massimo rispetto per gli animali, ma la vita di una persona vale meno della vita di un gatto? Aspetto il verdetto! Vera
(nonna di Matteo, figlio unico, ragazzo straordinario e insostituibile, ucciso a 28 anni, a pochi metri da casa, mentre stava rientrando)

(da Brescia Oggi)


Sabato, 18 Dicembre 2004
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