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Notizie brevi 24/10/2017

Vimercate, investì compagna di scuola: insulti e minacce di morte sui social

L’esistenza blindata di Natalia dopo l’incidente che è costato la vita alla 14enne L’accusa La giovane alla guida è indagata per omicidio stradale e omissione di soccorso Dieci giorni fa La ragazzina stava attraversando la strada sulle strisce quando fu travolta dall’auto

Chi invoca la «legge del taglione», chiamandola a chiare lettere «assassina». Chi si spinge oltre, minacciandola apertamente di morte, o di ogni altro male possibile. Ad aggiungere altro dolore, in una vicenda che ne ha già regalato troppo, ci si mettono i soliti «leoni da tastiera», che vomitano odio e violenza verbale via social network . Il loro obiettivo è Natalia, la diciannovenne brianzola indagata dalla procura di Monza per omicidio stradale e omissione di soccorso, per aver investito e ucciso una sua compagna di scuola, la giovane Stacey O., 14 anni. I destini di Stacey e Natalia si sono incontrati sabato 14 ottobre in via Galbussera, a Vimercate. Natalia è al volante della sua Opel Agila. Stacey, insignita di recente di un premio per studentesse meritevoli, è a piedi. Entrambe stanno andando a scuola, l’omnicomprensivo di Vimercate, dove frequentano rispettivamente il quarto, e il primo anno, in due istituti diversi. Le due non si conoscono. Stacey, sulle strisce pedonali, vola sul parabrezza. Natalia si ferma, terrorizzata, implora la vigilessa (una pattuglia arriva immediatamente dal vicino comando), di darle solo una notizia: «Dimmi che è ancora viva!». Poi il panico prende il sopravvento. Natalia monta in macchina, va a scuola, dove confessa tutto ai professori, in lacrime. Pochi giorni dopo, tramontano definitivamente le speranze per Stacey. Il cordoglio, giustamente, è grande. In parrocchia, a scuola. Le società sportive locali. Tutti hanno un pensiero o una preghiera per la vittima. Gli stessi vigili sono ancora scossi al pensiero della cartella della vittima in strada, il diario coi cuoricini all’interno.

Stacey
Stacey

Ma c’è anche chi non dimentica l’altra ragazza. Insultandola, e dando sfogo al peggior repertorio del cosiddetto mondo social . Da allora, Natalia ha chiuso il suo di mondo agli altri, schiacciata dal rimorso, oppressa dal senso di colpa. Additata come l’assassina. Alla gogna. Su di lei montano voci incontrollate: «La sera prima è stata a un rave party», si dice in giro. Falso: la sera prima era sì uscita, ma con mamma e papà. La sua immagine viene diffusa pubblicamente. Qualche amico prova a contattarla, per sapere come sta. Ma lei è chiusa in casa, e ripensa fino allo stremo a quel momento, in cui è precipitata in un dramma più grande di lei. Chi la conosce, assicura che è una brava ragazza. Come Stacey, ha due fratelli. Come Stacey, che era di origini nigeriane, Natalia proviene da una famiglia immigrati, arrivati dal Sudamerica anni fa. Il padre fa il tecnico manutentore, la mamma lavora come infermiera. Ma entrambe sono nate e cresciute in Brianza, terra in cui le loro rispettive famiglie, col lavoro e i sacrifici comuni a tanti loro connazionali, hanno trovato piena realizzazione. Come le sue coetanee, Natalia ama la musica, e stare con gli amici. Pubblicava le sue foto sorridente su Instagram, Facebook, Snapchat. Lo stesso mondo che ora le ha mostrato il suo lato più cattivo. Adesso è tutto cancellato, un colpo di spugna nella vita di una ragazzina, che ha portato via la vita ad un’altra ancora più giovane di lei, che forse avrebbe potuto essere anche sua amica. Da oggi, secondo quanto riferito, Natalia intraprende un percorso terapeutico, spinta dai suoi, e dal suo difensore, l’avvocato Greta Marchesi.

«È d’obbligo una premessa: portiamo naturalmente grande rispetto per la vittima e per i suoi parenti in questo momento tanto tragico - dice il legale -. Ma questa è una vicenda che ha rovinato due famiglie: la mia assistita è straziata, porterà sempre con sé un peso immenso». Sulla dinamica, invece, «i fatti vanno ancora accertati compiutamente, la giovane ha detto di essersi fermata e di aver assistito alla chiamata ai soccorsi effettuata sul posto dalla polizia locale». In virtù della nuova legge sull’omicidio stradale, se venisse confermata anche l’accusa di omissione di soccorso, in giudizio Natalia partirebbe da una pena non inferiore a 5 anni.

 

di Federico Berni
da corriere.it


I gravi risvolti di un incidente drammatico. (ASAPS)

Martedì, 24 Ottobre 2017
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