Morta per finta per intascare i soldi dell'assicurazione: due condanne per truffa
Hanno messo in scena un incidente mortale per incassare quasi 190 mila euro di assicurazione sulla vita. Sono stati scoperti e condannati per truffa. I protagonisti di questa storia surreale - raccontata dal Giornale di Sicilia oggi in edicola - sono Victoria Maribel Pignatiello e Antonio Michele Maria Pace: ora dovranno sborsare 100 mila euro di provvisionale.
I fatti risalgono al 2012. Pigniatiello, con la complicità di quello che era il suo compagno nonchè benificiario della polizza, "muore". A dirlo sono le carte, poi rivelatesi false: la scheda del 118 e il certificato di morte, con tanto di timbri e firme di medici ignari. Ad incastrare i due truffatori un dipendente delle poste. Pace, infatti, ha commesso un errore: ha aperto in pochi giorni quattro libretti postali in tre uffici diversi. L'impiegato si è insospettito ed ha segnalato la cosa alla polizia che ha aperto un'indagine e portato a galla la verità. Gli agenti hanno rintracciato i genitori della Pignatiello e scoperto che la donna era viva e vegeta e lavorava in un negozio in via Roma, dove i poliziotti l’hanno effettivamente trovata. Da qui la denuncia e il processo.
La terza sezione del tribunale monocratico ha condannato la donna a un anno di carcere e il suo ex compagno a un anno e mezzo. Le pene sono sospese, ma Pace dovrà svolgere lavori di pubblica utilità per tre mesi. La compagnia assicurativa Alleanza Toro, assistita dall’avvocato Massimo Motisi, sarà risarcita.
Il massimo della truffa. Morire per finta. Coniugi diabolici e ingegnosi. Ma non è finita bene. E’ arrivata la condanna, quella vera. (ASAPS)