Segnalazione di Alessandro Sbarbada (che la redazione di www.asaps.it ringrazia) autore anche delle note in calce all’articolo |
CORRIERE ROMAGNA |
CESENATICO - Alcol nel sangue superiore al consentito dalla legge: assoluzione a sorpresa per un giovane cesenaticense. La sentenza, emessa dal giudice di Pace di Cesena qualche giorno fa, è stata di non colpevolezza per l’automobilista, che il 29 giugno del 2003 era stato fermato dagli agenti di polizia stradale a Cesenatico, lungo il viale Mazzini. L’imputato, che secondo quanto emerso procedeva a bassa velocità, era stato trattenuto per essere sottoposto ad etil-test. Il conducente, infatti, era uscito da un locale dove aveva bevuto qualche bicchiere, come dichiarato dallo stesso. Il risultato di alcol nel sangue fu di 0.66. Il massimo, come noto, è di 0.50. Il limite, effettivamente, era stato superato. Pertanto, gli agenti avevano proceduto di rito alla contestazione del reato di guida in stato d’ebbrezza. Ma giunto davanti al Giudice di Pace, l’imputato (difeso dal legale Raffaele Pacifico), è stato assolto: l’episodio è stato ritenuto “occasionale”, la sua guida “non pericolosa”. (*) (*) Nota: 1) la gran parte dei morti e dei feriti in seguito a incidenti stradali alcolcorrelati sono conseguenti a bevute "occasionali", questo non diminuisce la disperazione delle vittime, nè diminuisce la responsabilità di chi si mette al volante in stato di ebbrezza. 2) Autorevolissimi studi hanno dimostrato come ad alcolemia 0,5 gr/l (attuale limite di legge) il rischio di incorrere in incidenti stradali aumenta del 38%, mentre ad alcolemia 0,8 gr/l (vecchio limite di legge) tale rischio aumentava del 169% (Crash Risk of Alcohol Impaired Driving: NHTSA and others, Toronto, 2002). http://www.saaq.gouv.qc.ca/t2002/actes/pdf/(06a).pdf Ad alcolemia 0,66 il rischio di incorrere in un incidente stradale è elevato: questa sentenza è davvero molto preoccupante. Si suggerisce al giudice di pace di Cesena la lettura del prossimo articolo di questa rassegna, pubblicato oggi su IL GAZZETTINO di Pordenone (che pure dimostra la scarsa consapevolezza dell’incidenza del bere sulla guida e sui rischi di incorrere in incidenti) e quello successivo de LA GAZZETTA DI PARMA.
IL GAZZETTINO (Pordenone) CORDENONS Il pm Daniela Bartolucci dispone l’autopsia per stabilire le cause del decesso dell’operaio ventottenne Marco Pittau Auto impazzita, forse un guasto all’Audi
L’amico del morto
indagato con l’ipotesi di accusa di omicidio colposo e guida in stato
d’ebbrezza Pordenone
(Ro) Potrebbe essere stato un guasto meccanico sull’Audi A6 a innescare l’agghiacciante incidente stradale che ha provocato la morte dell’operaio Marco Pittau, 28 anni, di Cordenons. È quanto emerso dal primo esame dei rottami dell’auto del padre della vittima (era però guidata da un amico del morto) che è stata posta sotto sequestro. Ora l’ultima parola spetterà agli esperti ai quali si affiderà il pm Daniela Bartolucci che, nel frattempo, ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima. Questa mattina il medico legale dovrà stabilire le cause del decesso e poi riferire alla Procura. Intanto, come atto dovuto a garanzia dei diritti della difesa, il pm Bartolucci ha iscritto nel registro degli indagati Enrico Carnelos, l’amico della vittima che si trovava al volante dell’Audi A6 al momento dello schianto. Il giovane potrà quindi farsi assistere da un legale e così, seppure indirettamente, assistere alla perizia medico legale (e ad eventuali ulteriori perizie irripetibili). Nei confronti di Carnelos sono state ipotizzate le accuse di omicidio colposo e guida in stato d’ebbrezza (l’alcoltest - diventato recentemente obbligatorio per la legge - ha stabilito che il giovane superava di pochissimo il limite massimo d’alcol consentito dal Codice). Gli inquirenti stanno tentando di capire cosa abbia trasformato l’Audi A6 (aveva già percorso 150 mila chilometri) in un proiettile. L’imputato numero uno è ritenuta la velocità, ritenuta senza ombra di dubbi troppo levata. Potrebbe inoltre esserci stata una manovra errata, un sorta di errore umano. Al termine del rettilineo il conducente, andando troppo forte, avrebbe notato avvicinarsi una semicurva e, istintivamente, potrebbe aver pigiato forte sul freno. L’auto, forse per un guasto o per l’asfalto viscido, è così improvvisamente sbandata, andato a urtare, sulla destra, un palo della luce. Un botto terribile che ha fatto spalancare la porta posteriore dell’Audi A6. L’auto è stata sbalzata a sinistra, dove è andata a sbattere a velocità folle contro il muro della casa (sottoposta a verifiche statiche dai Vigili del fuoco) della famiglia Santarossa. Ne è seguito un secondo terribile urto che ha scagliato fuori dall’auto Marco Pittau che, senza cinture, si trovava sul sedile posteriore. Il ragazzo è rotolato sull’asfalto, finendo dietro una siepe, morendo sul colpo. L’Audi A6, dopo aver sbriciolato parte del garage della casa, è andata a fermarsi, di nuovo a destra, in un prato.
LA GAZZETTA DI PARMA Chi alza il gomito muore Alcol e guida: un binomio drammaticamente ad alto rischio, che sulle nostre strade causa dal 30 al 50% di incidenti gravi o mortali. E l’Emilia Romagna è al terzo posto, dopo la Lombardia e il Lazio, tra le regioni con la pi ù alta concentrazione di incidenti stradali E’ la tragica stima che si legge sulla Delibera della giunta regionale entrata in vigore dal 1 dicembre, che ha per oggetto le « Linee di indirizzo alle Aziende sanitarie dell’Emilia- Romagna per la valutazione dell’idoneità alla guida dei soggetti in stato di ebbrezza alcolica » . Se ne è parlato in occasione del seminario intitolato « Alcoldipendenza e patente di guida » , organizzato da Azienda Usl di Parma - Programma Dipendenze Patologiche, Associazione Amici per la liberazione dalle droghe CT Casa di Lodesana, Centro di Solidarietà L’Orizzonte e Comunità Betania. Un seminario d’aggiornamento dedicato a tutti gli operatori del settore, per informare sulle nuove normative che garantiranno una uniformità di procedura in tutta la regione. Ad illustrare gli indirizzi regionali è stato Maurizio Laezza, coordinatore del progetto « Alcolismo » della Regione, mentre Rocco Caccavari ha moderato l’incontro, intervenendo sul tema « Alcol e legislazione » in qualità di relatore della Legge quadro 125 del 2001 sull’alcolismo. Giovanni Montani, responsabile Medicina Legale dell’Azienda Usl di Parma è intervenuto invece per illustrare i rapporti di collaborazione tra Ser. T. e Commissione Patenti. Non solo sanzionare, ma anche informare e educare alla prevenzione e a comportamenti corretti: sono queste le linee guida emerse dagli interventi. In questa direzione un ruolo importantissimo sarà affidato alle commissioni mediche locali e ai servizi alcologici, che saranno chiamati di volta in volta a valutare l’idoneità alla guida per i soggetti che, fermati al volante in stato di ebbrezza alcolica, abbiano violato la legge. Come già previsto dalla legge quadro, dunque, gli aspiranti conducenti che abbiano già manifestato comportamenti correlati all’alcolismo, saranno visitati da commissioni mediche integrate con la presenza di un medico dei servizi per lo svolgimento delle attività di prevenzione, cura e reinserimento sociale. Emportante è stata l’analisi dei diversi fattori che concorrono a causare incidenti stradali. I risultati degli studi infatti parlano chiaro: il maggior rischio di provocare un incidente grave o mortale comincia a manifestarsi a livelli di alcolemia ( cioè il tasso di alcol nel sangue) tra 0,5 e 0,8 g/ litro. Analizzando questi risultati risulta dunque molto importante che la legge quadro abbia abbassato la soglia consentita da 0,8 a 0,5, come ha ricordato Rocco Caccavari. Inoltre il pericolo cresce esponenzialmente per incrementi successivi dei tassi alcolici. I risultati delle ricerche dimostrano inoltre che, a parità di tasso alcolico, i rischi sono notevolmente maggiori per i « neopatentati » , ma anche per coloro che bevono meno frequentemente, magari solo nei weekend. Insomma il rischio di incidente in soggetti che guidano nelle ore notturne con tasso alcolico superiore a 1,5 g/ litro è circa 380 volte maggiore rispetto al rischio relativo ai soggetti sobri. Prevenzione dunque, come si è sottolineato nel corso del seminario, significa prima di tutto informazione nei confronti di rischi cosí drammatici. E fondamentale è una solida preparazione per tutti i professionisti e gli operatori che svolgono il loro lavoro a contatto con la dipendenza alcolica che, si è ricordato, rimane tuttora la più diffusa delle dipendenze. |