Imponevano la calamita agli autisti: tre anni di carcere ai titolari di un'azienda di autotrasporto di Asti
da uominietrasporti.it
Tre anni di carcere per aver indotto i propri autisti a manomettere il tachigrafo, che rappresenta uno strumento per tutelare chi guida da eventuali incidenti e infortuni sul lavoro. Con questo motivazione un giudice di Asti ha condannato i due titolari della Tran.sma, un’azienda di autotrasporto della stessa provincia piemontese. I fatti contestati risalivano a qualche anno fa (2010) quando due camion dell’azienda, dopo un controllo effettuato dalla polizia stradale in due località del Veneto, nel veneziano e nel veronese, erano stati trovati equipaggiati con la calamita blocca registrazioni del tachigrafo. A quel punto, la stessa polizia aveva segnalato la cosa ai loro colleghi di Asti, perché effettivamente appariva strano che dei due veicoli fermati a distanza di poche ore entrambi facessero ricorso ad analogo magnete.
E in effetti quando gli agenti si sono recati presso l’azienda astigiana, effettuando delle verifiche sui veicoli, hanno scoperto ulteriori calamite. A quel punto è scattata la denuncia penale per i due fratelli titolari dell’azienda che, dopo il rinvio a giudizio, andavano a processo. Per entrambi l'accusa era la manomissione di strumenti finalizzati a salvaguardare la sicurezza sul lavoro, comportamento punito dall'art. 437 del codice penale e considerato applicabile anche rispetto al tachigrafo anche dalla Cassazione in più di un'occasione proprio da un anno a questa parte.
A convincere il giudice, a quel punto, devono essere state alcune testimonianze di autisti che riferivano di essere stati costretti a usare la calamita, perché a chi si rifiutava veniva paventata la possibilità di un licenziamento.
Gli avvocati dei due fratelli imprenditori non hanno accettato la sentenza e hanno già dichiarato che presenteranno appello. Secondo loro, infatti, l’azienda astigiana non si è mai comportata nel modo appurato in processo e, anzi, ha sempre rimproverato con richiamo formale gli autisti a cui veniva ritirata la patente per manomissione del tachigrafo. Sempre secondo la difesa, la quantificazione della pena, vale a dire tre anni a ciascuno dei due, è stata considerata piuttosto eccessiva.
Una sentenza storica frutto di una indagine intelligente. L’autista che si rifiutava di taroccare il crono rischiava il licenziamento. (ASAPS)