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Notizie brevi 03/12/2004

COMO - SMASCHERATO UN FURBO DELL’AUTOVELOX: FOTOGRAFATA UNA MOTO YAMAHA A110 ORARI IN PIENA NOTTE. IL PROPRIETARIO, CHIAMATO A RISPONDERE DELL’ INFRAZIONE, DICE CHE IN SELLA C’ERA LA MADRE, 67ENNE. Denunciato insieme alla finta centaura.

SMASCHERATO UN FURBO DELL’AUTOVELOX: FOTOGRAFATA UNA MOTO YAMAHA A110 ORARI IN PIENA NOTTE.
IL PROPRIETARIO, CHIAMATO A RISPONDERE DELL’ INFRAZIONE, DICE CHE IN SELLA C’ERA LA MADRE, 67ENNE.

Denunciato insieme alla finta centaura.

(ASAPS) COMO – La notizia è arrivata in redazione dal nostro referente presso la città lombarda. Alcune settimane fa, una postazione fissa per la rilevazione della velocità, allestita da un comando di Polizia Locale del circondario, aveva fotografato una potente Yamaha R1: per intenderci, la versione commerciale del bolide giapponese con cui Valentino Rossi ha stravinto l’ultimo motomondiale. Nel cuore della notte, la dueruote aveva superato di oltre 60 km orari il limite imposto in quel tratto di strada. L’immagine, scattata dall’autovelox aveva permesso agli agenti della municipale di accertare – seppur presa da dietro – che al manubrio c’era una persona apparentemente maschile, ma al momento di declinare le proprie generalità, il proprietario della moto – un uomo – aveva dichiarato che alla guida c’era in realtà la madre, una signora di 67 anni, che aveva confermato. Gli agenti, insospettiti, hanno inoltrato un primo rapporto alla Procura della Repubblica, che ha deciso di aprire un procedimento penale delegando le indagini alla Sezione Polizia Stradale comasca. Gli investigatori della specialità hanno cominciato gli accertamenti, prima acquisendo agli atti il verbale di contestazione e il discusso fotogramma, confermando ovviamente il dubbio sollevato dai colleghi della Polizia Locale.

Il Pubblico Ministero competente ha deciso di andare fino in fondo, disponendo alla Stradale una perquisizione e ordinando il sequestro della moto, arrivando persino a richiedere l’esecuzione di un esperimento giudiziario: in sostanza, gli agenti hanno verificato se la donna fosse in grado di condurre un veicolo così particolare, ottenendo l’ammissione delle proprie responsabilità del proprietario della moto, denunciato per false attestazioni. Il difensore di fiducia ha già chiesto il patteggiamento, chiedendo nel contempo l’assoluzione della signora. Negli ultimi tempi, secondo alcuni approfondimenti dell’Asaps presso i suoi referenti sparsi in tutta Italia fra tutte le forze di polizia, sarebbe in atto da parte dei multati per eccesso di velocità, un massiccio ricorso ad arzilli vecchietti o a prestanome, che si assumerebbero la responsabilità delle violazioni al codice della strada, con le conseguenti decurtazioni di punti. In alcuni casi sono stati accertati addirittura addebiti di punti a persone decedute. L’Asaps coglie l’occasione per ricordare che dichiarare il falso costituisce un reato penale, punibile con pene fino a due anni di reclusione. (ASAPS).

Venerdì, 03 Dicembre 2004
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