Con
il sistema dei punti le vittime sulle strade diminuite del
16,5% ma per chi ha meno di 24 anni auto e motociclette
sono la prima causa di morte Letta: esaltare i valori della
prudenza
di MARIA LOMBARDI |
ROMA
- Corrono, lo fanno tutti a quell’età, veloci per sfida e
per piacere, perché l’asfalto è un brivido, e se ne
fregano dei cartelli, del contachilometri, dei sorpassi a rischio, della
pioggia e della nebbia. Gli spericolati al volante hanno meno di 30 anni
e niente li ferma, nemmeno il rischio di perdere la patente. Mentre il
sistema che punisce gli automobilisti col taglio dei punti ha fatto diminuire
il numero di incidenti stradali tra gli adulti, non è successa
la stessa cosa per i più giovani. «Purtroppo le stragi del
sabato sera continuano», dice il ministro delle Infrastrutture e
dei Trasporti Pietro Lunardi. «Tra coloro che hanno meno di 30 anni
il numero degli incidenti non è calato». Le statistiche confermano:
la strada è la prima causa di morte per chi ha tra i 15 e i 24
anni. I risultati delle novità introdotte nel codice della strada
(dalla patente a punti all’obbligo della cintura) sono «confortanti,
ma non ancora sufficienti», ammette il ministro. Gli incidenti sono
calati del 15%, le vittime del 16,5 e in città ancora di più,
del 26%. Ma tanto c’è ancora da fare, soprattutto tra i giovani,
imprudenti e incoscienti. Perché non provare a fargli cambiare
idea? A convincerli che è più ”figo” chi guida
meglio, non chi va più veloce, che la sicurezza vale più
di ogni altra cosa, anche di una prodezza che attimi di gloria tra gli
amici. Ecco allora l’idea di promuovere il primo campionato nazionale
di guida sicura rivolto ai giovani tra i 18 e i 25 anni. Il progetto dell’ex
pilota di Formula 1 Andrea de Adamich, fondatore del centro internazionale
guida sicura, ha conquistato il sottosegretario della presidenza del Consiglio,
Gianni Letta, e il ministro Lunardi che lo hanno fatto loro (tra gli sponsor
della manifestazione Vodafone, Agip, Alfa Romeo, Michelin). Il campionato
che parte il 15 dicembre prevede tre fasi: la prima selezione su Internet,
al sito www.cgs2005.it, si avvale di un software di guida virtuale, la
seconda fase, a carattere regionale, con una serie di prove pratiche,
la terza, nazionale, è l’ultima sfida. I tre finalisti in
grado di affrontare meglio curve pericolose e imprevisti sull’asfalto,
i conducenti più abili e rispettosi delle regole si aggiudicheranno
un’Alfa Romeo 147 JTD ciascuno.
«Questo campionato, che ha avuto l’avallo della Presidenza del Consiglio, è una iniziativa virtuosa, una gara in positivo per esaltare i valori della sicurezza», spiega Letta. «Una competizione per migliorare la capacità di guida», aggiunge Lunardi. «La lotta per far diminuire il numero degli incidenti è il nostro obiettivo primario. Bisogna lavorare sull’educazione e sulla cultura, sulla coscienza dei ragazzi e delle famiglie». A scuola lezioni «obbligatorie» sulla sicurezza stradale, nuove regole per il rilascio della patente, con prove pratiche su strada bagnata, ghiacciata e sotto la nebbia: ecco le misure che il ministero presto adotterà. Più bravi al volante, perché «la maggior parte di chi provoca incidenti non sa guidare», spiega il ministro. Tanto è vero che il 90% di scontri e tamponamenti sono provocati da errori di chi guida. Costeranno forse un poco di più i corsi di scuola guida per affrontare i nuovi esami complicati, ma «ne varrebbe la pena - aggiunge Lunardi - la vita non ha prezzo». Neopatentati meno inesperti, in futuro, e forse meno pericolosi. «I giovani sono automobilisti da strada diritta, bravi a guidare in condizioni ideali, ma incapaci di rispondere con prontezza agli imprevisti», sostiene Giordano Biserni, presidente dell’Asaps (l’associazione dei sostenitori della polizia stradale). «Nel fine settimana il mix stanchezza, droghe e alcol fa il resto. Come fanno ad aver paura di perdere punti sulla patente in quelle condizioni? E’ il modello culturale che va cambiato: bene, in questo senso, il campionato di guida sicura a patto però che sia veramente tale e non si trasformi in una competizione di guida sportiva. I confini sono labili». |