Bologna, sasso lanciato dal cavalcavia. Paura in tangenziale
Bologna, 20 gennaio 2018 - "Ho visto questi due ragazzini che, in bici, si fermavano sul cavalcavia. E poi tiravano di sotto il masso". Il racconto di Riccardo Trazzi rimanda a brutti ricordi di oltre vent’anni fa. Quando per certe ‘bravate’ ci sono scappati anche i morti. Lui ha avuto la fortuna di accorgersi in tempo di quello che stava avvenendo e ha così evitato l’incidente o peggio. "Ho schivato quel sasso soltanto perché l’altra corsia era libera e ho sterzato di colpo", racconta lo psicologo. Tutto inizia lo scorso sabato, intorno alle 15, in tangenziale. "Ero all’altezza del cavalcavia di San Donato – spiega il professionista – quando ho notato questi due ragazzi arrivare in bicicletta. Erano vestiti di scuro, così da lontano non sono riuscito a vederli bene, ma mi sono sembrati piuttosto giovani, adolescenti. Li ho visti distintamente avvicinarsi alla recinzione che delimita il cavalcavia, abbassarsi e lanciare di sotto questo grosso masso, in direzione della mia auto".
Trazzi ha avuto la prontezza di riflessi di sterzare e evitare, spostandosi nella corsia di sorpasso, il sasso che altrimenti avrebbe centrato in pieno il parabrezza. "Avevo ormai sorpassato l’uscita, altrimenti sarei andato dietro a quei due", dice ancora la psicologo. Dopo la bravata, i due teppisti sono scappati: "La cosa che mi è rimasta indigesta – continua Trazzi – è che nessuna delle auto che in quel momento stavano passando sul cavalcavia si sia fermata per bloccarli".
Il professionista, subito dopo l’episodio, è andato dai carabinieri a sporgere denuncia. "Mi auguro che li prendano. Speravo che la ‘moda’ di lanciare i sassi dal cavalcavia fosse passata da tempo. Invece pare non sia così, purtroppo". Una mania tragica che, ancora, miete vittime. A Milano, soltanto a novembre scorso, una donna di 62 anni, che si è vista spaccare il parabrezza da una pietra, è morta d’infarto per lo choc. Nel solo 2017 sono stati 63, in tutta Italia, i casi analoghi, ma un morto non si registrava dal 2005, quando sull’autostrada Roma-Napoli nei pressi di Cassino, in provincia di Frosinone, un uomo morì e sei rimasero feriti. Ancora prima, nel 1996, Marialetizia Berdini, 31 anni, fu uccisa, centrata in autostrada in territorio di Alessandria da un sasso lanciato dal cavalcavia da un gruppo di ragazzi appena ventenni. Un gioco perverso e senza senso che, ventidue anni dopo, non accenna a passare di moda.
di NICOLETTA TEMPERA
da ilrestodelcarlino.it
L’Osservatorio ASAPS sul lancio dei sassi dai cavalcavia nei primi 10 mesi del 2017 ha registrato già 82 episodi (in tutto il 2016 ne avevamo registrati 85) nei quali 7 persone hanno riportato ferite (5 in tutto il 2016). Sono stati 8 i lanci avvenuti sui cavalcavia autostradali e 74 su statali e provinciali. Sono stati fermati o arrestati 36 minorenni, mentre 12 sono stati i maggiorenni. (ASAPS)