Lunedì 01 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su
Notizie brevi 23/01/2018

Il poliziotto 48enne caduto sabato in pista è morto al S. Chiara
Caduta mortale sugli sci

Bruno Paoli, poliziotto della Polizia Stradale di Trento 48 anni, s'è spento a due giorni dall'incidente la tragedia Il poliziotto di Sant'Orsola era finito fuori pista in Panarotta e aveva battuto la testa

Trento. Un altro grave lutto nelle fila della Polizia Stradale. Bruno Paoli lascia la moglie e tre figli in tenera età. Le condoglianze dell’ASAPS (di cui Bruno era socio)  alla famiglia e ai colleghi della Stradale di Trento.

Bruno Paoli non ce l'ha fatta. Il cuore del poliziotto di Sant'Orsola si è fermato ieri a due giorni dalla caduta sugli sci in Panarotta. Uscito di pista sabato in un tratto privo di grandi insidie, soprattutto per uno sciatore esperto come Paoli che su quella montagna aveva svolto anche il servizio piste, aveva sbattuto la testa contro un sasso. Paoli, 48 anni, lascia la compagna e tre figli di 12, 8 e 4 anni. Grande il dolore tra i colleghi della polizia. «Era una persona che stimavo e apprezzavo sinceramente», dice il questore D'Ambrosio.

Non ce l'ha fatta Bruno Paoli: il quarantottenne poliziotto di Sant'Orsola si è arreso dopo due giorni in ospedale ai gravissimi traumi che aveva riportato sabato, cadendo in pista sulle nevi di casa, quelle della Panarotta.
Paoli è spirato nel primo pomeriggio di ieri nel reparto di terapia intensiva, dove si trovava dal pomeriggio di sabato 20 gennaio. Poche ore prima, verso mezzogiorno e un quarto, era rimasto vittima di una terribile caduta mentre assieme ai figli stava affrontando un tratto di collegamento tra due piste, la Rigolor e la Malga, nella parte bassa del comprensorio sciistico valsuganotto. Un passaggio semplicissimo da affrontare, soprattutto per lui, sciatore dalla grande esperienza che in carriera aveva anche prestato servizio in pista tra le valli di Fiemme e Fassa.
Improvvisamente aveva perso il controllo degli sci, forse per una disattenzione, forse tradito da una lastra di ghiaccio: in assenza di reti di protezione era finito lungo il pendio alla sua sinistra, ruzzolando in basso per una decina di metri e sbattendo il capo contro un sasso. Non portava il casco e l'impatto, violentissimo, gli aveva fatto subito perdere i sensi. A chiamare i soccorsi era stato uno dei figli. Era intervenuto anche un medico, assieme agli agenti della forestale e all'elicottero dei vigili del fuoco permanenti con il rianimatore, ma tutto ieri si è rivelato, purtroppo vano.
Profondo il cordoglio non solo in tutta la valle dei Mocheni e in particolare a Sant'Orsola - dove Paoli viveva con la compagna Marta ed i figli Enrico, Chiara e Alessio di 12, 8 e 4 anni - ma anche nella famiglia della polizia di Stato, della quale Bruno Paoli faceva parte da quasi trent'anni. Dal 2013 faceva parte dell'organico del Coa, il centro operativo autostradale della sottosezione della polstrada di via Berlino. Era anche rappresentante sindacale per il Siap, il sindacato degli appartenenti alla polizia.
«Proprio in virtù di questo suo ruolo avevo avuto modo di conoscerlo in questi anni e di apprezzarne anche le doti umane», lo ricorda il questore Massimo D'Ambrosio: «Sono davvero affranto e non sono parole di circostanza. La notizia della scomparsa di Paoli è una tragedia che mi ha colpito profondamente, anche pensando alla sua famiglia, ai suoi figli. Quello che è accaduto è incredibile, soprattutto pensando alla sua esperienza di sciatore».
Bruno Paoli era entrato in polizia nel 1989, come agente ausiliario. Era stato inviato a Milano dove era rimasto per un paio d'anni. Poi i mesi da agente trattenuto a Torino ed il corso per diventare agente effettivo, superato il quale era stato destinato al Brennero, fino al 1999. Era entrato poi nella polizia stradale e, dal 2013, lavorava al Coa.
«Siamo tutti provati da questa grande tragedia - è il commosso ricordo di Giansante Tognarelli, comandante della sezione di Trento della polizia stradale - Bruno era una persona che conoscevamo e apprezzavamo tutti per il suo carattere estroverso oltre che per le sue capacità professionali. È davvero un dramma che tocca tutti noi nel profondo, anche e soprattutto rivolgendo il pensiero ai suoi familiari che con lui hanno perso un compagno ed un padre eccezionali».

Fedeli a quella che è sempre stata la sua generosità nella vita di tutti i giorni, i familiari hanno acconsentito all'espianto degli organi.
Nel frattempo, per quel che riguarda il fronte giudiziario apertosi con la scomparsa di Paoli a seguito dell'incidente, nella mattinata di oggi verrà effettuata l'autopsia. È stato inoltre disposto il sequestro del tratto del raccordo in cui è avvenuta l'uscita di pista e del punto in cui il quarantottenne si è procurato le ferite risultate poi purtroppo fatali. La magistratura vuole fare piena luce sul rispetto delle norme di sicurezza e sul perché sul ciglio del raccordo affacciato sulla scarpata non vi fossero protezioni in grado di impedire cadute. Le. Po.

da L’Adige del 23 gennaio


Trento. Un altro grave lutto nelle fila della Polizia Stradale. Bruno Paoli lascia la moglie e tre figli in tenera età. Le condoglianze dell’ASAPS (di cui Bruno era socio)  alla famiglia e ai colleghi della Stradale di Trento.

Martedì, 23 Gennaio 2018
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK