Incidenti stradali, ormai è allarme rosso
L’obiettivo posto dall’Unione europea di dimezzare il numero delle vittime della strada entro il 2020 appare sempre più una chimera. Almeno stando a quello che succede sulla rete stradale e autostradale italiana dove i morti continuano a essere troppi.
Un allarme lanciato e ripetuto più volte dalle varie associazioni che si occupano, con grandi sforzi e pochi mezzi a disposizione, di sicurezza stradale. Il segnale inequivocabile di una situazione diventata ormai insostenibile, in termini di vite umane e di costi sociali, arriva dal prefetto Franco Gabrielli, capo della Polizia di Stato, che come direttore generale della Pubblica Sicurezza ha diramato una circolare sulle “strategie di prevenzione e di contrasto per il contenimento del fenomeno infortunistico”.
Un fatto mai successo in precedenza che sta a indicare la gravità della situazione.
“Asaps lo sta dicendo da mesi, da quando Istat e i vari dati di ogni fine-settimana confermano la tendenza all’aumento dei morti sulle strade italiane – sottolinea Giordano Biserni, presidente Asaps – Dati che non contengono ad esempio quelli delle Polizie Locali, che rilevano ormai il 65% dei sinistri.
Una circolare che è diretta ai Prefetti e che deve essere da monito anche in questa campagna elettorale che non ha speso una parola sulla sicurezza stradale, tema che non viene menzionato in nessun dibattito e che non crea allarme sociale. I dati contenuti nella circolare dovrebbero mettere in allarme la classe dirigente, dovrebbero far scuotere le coscienze, e magari produrre un movimento a livello sociale senza eguali, visti gli importanti risultati ottenuti dopo l’introduzione della patente a punti”.
“Aumentano i morti sulle autostrade e sulla viabilità ordinaria, nelle città tornano i “pirati” stradali che ammazzano cittadini inermi – prosegue Biserni – Quando il prefetto Gabrielli scrive di “forte preoccupazione”, parla lo stesso linguaggio dell’Asaps, che ha lanciato un appello a promuovere da subito azioni sinergiche per fermare questa “tonnara”, tramite gli interventi dei Prefetti. Occorre certamente una puntuale mappatura dei sinistri stradali provincia per provincia, serve sicuramente analizzare ogni causa, magari se qualcuno avesse introdotto norme più stringenti sull’uso del cellulare alla guida lo avremmo anche ringraziato. Ma occorre prevenire e contrastare, seguendo anche le Direttive del Ministro dell’Interno pubblicate la scorsa estate, quando l’allarme era già stato lanciato”.
“Si sono persi mesi, e soprattutto, tante vite umane, e “un coordinamento e una pianificazione di impiego di tutte le risorse disponibili sul territorio” potrà forse iniziare a fermare il trend preoccupante di questo inizio di 2018 – conclude il presidente dell’Asaps – Vanno bene anche nuove strategie di comunicazione (e anche qui Asaps lo ha già fatto con la campagna in onda su Rai-Isoradio) ma servono divise, divise e divise sulle strade italiane, prima che non sia troppo tardi e che il numero di decessi torni drammaticamente ad un’epoca che pensavamo fosse solo un lontano ricordo”.
Purtroppo le cronache dei giornali assomigliano sempre di più a un bollettino di guerra e non passa giorno che non si registrino incidenti drammatici eppure, nonostante il diffondersi degli allarmi e il moltiplicarsi delle campagne per la sicurezza stradale non si contano le patenti ritirate per la guida in stato di ebbrezza e le multe elevate a causa delle distrazioni al volante (uso del cellulare in primis), forse ha ragione il presidente Asaps, se quello che viene fatto non è sufficiente l’unico deterrente è una presenza molto maggiore delle Forze dell’ordine sulle nostre strade. (m.r.)
I dati della circolare del Capo della Polizia e l’argomentata preoccupazione dell’ASAPS ripresi e rilanciati da Repubblica.it/motori.