ROMA -
Duecentocinquanta domande a ragazzi tra i 14 e i 19 anni. Quanti avranno
risposto sinceramente e quanti si sono presi gioco dei ricercatori che
andavano ad indagare sul numero delle sigarette, sui bicchieri di vino,
sull’amore per mamma e papà? «Pochissimi - spiega
Marco Giustini epidemiologo del Dipartimento di ambiente e prevenzione
primaria dell’Istituto superiore di sanità che ha curato
la ricerca -. L’incrocio del materiale ci ha permesso di fare verifiche».
Sono davvero così buonisti, dunque, questi ragazzi?
«I risultati hanno piacevolmente sorpreso anche noi. Sul lato
emotivo-affettivo hanno dato risposte che confermano un buon rapporto
con la famiglia e gli amici».
Voi siete un istituto di ricerca scientifica perché siete
andati ad indagare tra gli stili di vita degli adolescenti?
«L’obiettivo era quello di lavorare sui comportamenti a rischio.
Su fumo, droga, alcol e guida disinvolta. Spesso, sappiamo, che questi
comportamenti vivono associati, sono strettamente legati. Per analizzarli
meglio, avevamo bisogno di verificare anche l’aspetto emozionale».
E quali comportamenti vi hanno preoccupato di più?
«Quello degli incidenti stradali. Uno su due ne ha subito uno.
Un quarto era alla guida del mezzo, fosse moto come auto. E ci siamo
resi conto che, per loro, era quasi normale».
Incidenti d’auto e abuso di alcol?
«A volte, ma non sempre. Certo è che l’alcol non
viene perpecito come elemento che mina l’equilibrio psicofisico.
Molti dicono che pur avendo bevuto un po’ di più si sono
messi tranquillamente alla guida con i riflessi a posto».
C.Ma. .