Uber, la polizia scagiona l’auto a guida autonoma: «Incidente inevitabile»
Il caso Uber: «Impatto inevitabile»
Le indagini sono solo all’inizio. Si sa poco di ciò che è successo nelle trade di Tempe, sobborgo di Phoenix, nello stato dell’Arizona, nella notte tra domenica 18 marzo e lunedì 19. Un Suv Volvo del 2017, con tecnologia Autopilot di Uber integrata, ha investito e ucciso Elaine Herzberg, una donna di 49 anni, mentre attraversava la strada trasportando a mano la sua bicicletta fuori dalle strisce pedonali. La vettura era in modalità autonoma e, sebbene ci fosse alla guida una persona — identificata come la 44enne Rafaela Vasquez — in quel momento non stava toccando il volante. L’intelligenza artificiale, i sensori e le telecamere stavano decidendo la traiettoria e la velocità della vettura, circa 70 chilometri all’ora, dice la polizia dalle prime rilevazioni. E pare non abbia rallentato negli istanti prima dell’impatto. La donna è stata portata in ospedale, ma le ferite erano gravi ed è morta poco dopo. «L’autista ha spiegato che è stato come un lampo, quella persona è sbucata dal nulla davanti a lei», ha detto l’agente Sylvia Moir. E l’impatto, pare, era quindi inevitabile. «Da ciò che sappiamo sinora — continua Moir — sembra che Uber non abbia alcuna colpa». Ma se le accuse dovessero colpire la società e il suo sistema a guida autonoma, ci addentreremmo in un campo ancora da esplorare, ammette la stessa poliziotta. Il caso di Tempe getta uno spartiacque nella sperimentazione dell’auto a guida autonoma: è la prima volta che un pedone viene travolto e ucciso. Anche se non si tratta del primo incidente...
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Conclusioni veloci. (ASAPS)